No, amici, non lo accetto più. Voi DOVETE capire.
Perché non ci sarà nessun colonnello Gheddafi dall’intelligenza sopraffina che ci donerà la “moneta buona” dall’alto: ce la dobbiamo conquistare da soli.
E, per conquistarla, bisogna capire.
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Alcuni amici che mi seguono hanno confessato che quando appare la parola nOmismatica saltano l’articolo: troppo difficile. Invece capire è necessario per tutti e quindi, anche se darò l’impressione di ripartire sempre da capo, portate pazienza: ci hanno talmente deformato la mente, che diventa difficile spiegare ciò che invece è facile.
Innanzitutto, l’economia è una scienza complessa? Sì, certo. L’economia (sempre ammesso che sia una scienza) una volta uscita dall’area divulgativa diventa una scienza complessa. E’ però soprattutto una scienza “imbarazzante” per il fatto che non azzecca mai gli scenari a medio e a lungo termine.
Nessun economista aveva descritto i livelli di povertà dell’Europa 2018. Nessun economista previde l’evoluzione del debito in Italia dopo il divorzio 1981 tra Tesoro e Bankitalia. Nessun economista è in grado di spiegarvi perché il debito cresce sempre, col benessere o con la crisi, con governi tecnici o politici, con governi dell’austerità o espansivi, con governi di breve durata o quinquennali.
Se trovate un economista che sa spiegarvelo, statene certi, non è più un economista: è diventato un nOmismatico, uno che ragiona sulla moneta tirandola fuori dalle grinfie dell’economia.
Come si riconosce un economista da un nOmismatico?
Basta porgli una domanda: «Che differenza c’è tra tenere in tasca 5 monete da 2 euro, o una banconota da 10 euro?»
L’economista dirà: «Nessuna differenza.
Se li spendi, compri le stesse cose. Se li depositi, ti ritrovi con lo stesso credito bancario».
Il nOmismatico dirà: «Nessuna differenza sul fronte economico, per l’utente che detiene i 10 euro.
Differenza abissale sul fronte nOmismatico, per lo Stato al momento dell’emissione».
L’economista lo si riconosce dal fatto che non capisce il concetto di “moneta debito”.
Immaginate il governatore di Bankitalia Visco con un pacco di banconote in mano appena stampate: 200 banconote marcate 50 euro. Non valgono nulla. Arriva Unicredit o chi per essa e chiede 200 banconote da 50 euro per i suoi Bancomat. Unicredit consegna titoli di Stato a Bankitalia per 10.000 euro, e riceve le 200 banconote. Adesso è apparso il valore delle banconote: Unicredit ha 10.000 euro in contanti, mentre il suo attivo in titoli è calato di 10.000 euro. Bankitalia ha 10.000 euro di titoli nel suo attivo, e ha uno strano debito di 10.000 euro nel suo passivo sotto la voce “Banconote in circolazione”: una passività inestinguibile.
Quindi la banconota “vive” se c’è dall’altra parte il titolo di Stato gravato da interessi: è moneta-debito.
E con le monete metalliche? Stessa tecnica, ma gestita dallo Stato. All’inizio non valgono nulla. Al momento della richiesta da parte del sistema bancario si crea la passività inestinguibile col titolo “Monete in circolazione” e contemporaneamente avviene un accredito su un conto di tesoreria dello Stato.
Questa NON è moneta-debito. Formalmente non è un’entrata dello Stato, ma funziona come se lo fosse.
Perché allora lo Stato non conia valanghe di monete metalliche? Perché la quantità è regolata dalla BCE.
Poi c’è chi si dà da fare come la Germania (17 miliardi e mezzo di monete a fine 2014) e chi sta scarso come l’Italia (7 miliardi alla stessa data).
Attenzione però: la regolazione BCE si ferma alle monete da 2 euro. Esistono in giro per l’Europa monete da 5 e 10 euro coniate per collezionisti, e perfettamente utilizzabili all’interno dei singoli Paesi.
L’associazione Moneta Positiva aveva proposto tempo fa di emettere una moneta da 5 euro per la ricostruzione della chiesa di San Francesco ad Amatrice e un 10 euro per la ricostruzione di San Benedetto a Norcia.
Recentemente è uscita una moneta da 5 euro con la chiesa di Sant’Agostino di Amatrice, moneta senza metalli preziosi. Chissà se Moneta Positiva riuscirà a convincere il Governo a fare il salto: emissione non per i soli collezionisti, ma in quantità tale da consentire la ricostruzione delle due chiese senza moneta-debito. Il che significa avere cittadini consapevoli che chiedono in abbondanza queste monete.
Capire la distinzione tra “moneta debito” e “moneta positiva” è la palla di neve che può far partire la valanga. Per cui, amici, anche se la nOmismatica vi scoccia, memorizzate almeno questo: quando ve lo chiederanno, cambiate le vostre abitudini. Bancomat + borsellino pieno di 5 e 10 euro, le monete della ricostruzione che lo Stato emette in nome del popolo.
giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com
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