Il debito da 32 milioni – Ammonta a 32 milioni il debito della Qui!Group con i creditori. Si tratta di centinaia di aziende grandi e piccole che stanno cercando di recuperare cifre che vanno dalle poche migliaia alle diverse centinaia di migliaia di euro. Molti i decreti ingiuntivi presentati in questi mesi anche se, in parecchi casi, di fronte al rischio concreto della presentazione di un’istanza di fallimento l’azienda ha poi saldato i debiti alla scadenza delle ingiunzioni per evitare l’intervento del giudice fallimentare.
L’inchiesta di Genova – Il fascicolo sul colosso dei buoni pasto aperto dalla Procura di Genova resta al momento per atti relativi e senza indagati: il sostituto procuratore Patrizia Petruzziello e il procuratore aggiunto Francesco Pinto attendono l’esito delle verifiche che la guardia di finanza sta terminando nelle sedi genovesi e negli uffici in Italia. Le ipotesi di reato che potrebbero essere formulate nelle prossime settimane vanno dalla bancarotta fraudolenta alla truffa ai danni dello Stato o, ancora, alla frode in pubblica fornitura. Al vaglio ci sono i conti delle tre società principali del gruppo – La Qui!Business, la Qui!Group e la Qui!Service – e della ragnatela di aziende da queste controllate, in buona parte operanti nel settore come QUI! Financial Services, Welfare Company e Paybay ma anche agenzie immobiliari, ristoranti e pasticcerie. Obiettivo dei controlli è capire se non ci siano state distrazioni di denaro tra le diverse società. Nelle prossime settimane la Finanza acquisirà anche la documentazione riguardante il contratto con la Consip (risolto a metà luglio) per la fornitura di ticket ai dipendenti della pubblica amministrazione di Liguria, Piemonte, Lombardia, Valle D’Aosta e Lazio.
Chiesto un tavolo di crisi – Nel frattempo, nei giorni scorsi, le delegazioni di Confcommercio, Confesercenti e Confcooperative del Piemonte hanno chiesto un tavolo di crisi con la Regione con lo scopo di trovare una salvaguardia per il debito degli esercenti causato da un appalto pubblico e per definire il perimetro del debito e lo stato dei pagamenti pubblici. “La nostra idea – ha spiegato Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino e presidente nazionale di Fiepet – è quella di mettere intorno a un tavolo tutti i soggetti interessati, Regione, Consip, Qui Ticket, associazioni di categoria: è vero che le aziende coinvolte sono tantissime, ma il problema è comune e comuni devono essere le linee di intervento”. Di danno gravissimo ha parlato Roberto Forelli, presidente di Confcooperative Consumo e Utenza Piemonte, la federazione che in Confcooperative rappresenta le cooperative di consumo e di dettaglio. “Oltre due milioni e mezzo di euro – ha detto – è il credito vantato nei confronti della società Qui Ticket da parte degli esercizi commerciali associati alle nostre cooperative della distribuzione”.
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