domenica 5 agosto 2018

Attentato contro Maduro. Sette feriti, illeso il presidente

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Ora diventa tutto molto più chiaro. Il presidente del Venezuela bolivariano, Nicolas Maduro, è uscito illeso da un attentato portato con ordigni esplosivi montati su droni.
L’attacco è avvenuto a Caracas, durante una parata militare sull’Avenida Bolìvar, per l’anniversario della formazione della Guardia Nazionale.
L’esplosione degli ordigni ha provocato sette feriti.
Tutto è avvenuto in diretta tv, mentre Maduro stava parlando.
Immediata anche l’identificazione dei mandanti: Stati Uniti e il loro più saldo braccio latinoamericano, la Colombia. “Oggi hanno cercato di uccidermi – ha detto lo stesso Maduro pochi minuti dopo – non ho dubbi che dietro l’attentato ci sia il nome di Juan Manuel Santos”, ovvero il presidente del paese confinante. Nei giorni scorsi il presidente colombiano Santos, ormai a fine mandato, visto che dopodomani lascerà la carica a Ivan Duque, aveva parlato della «fine di Maduro, il finale del regime». O è un profeta, oppure un complice-mandante dell’attacco…

Il ministro delle comunicazioni, Dominguez, il ministro ha precisato che “sono stati abbattuti alcuni droni carichi di esplosivo”, a conferma di un attacco che voleva essere in grande stile ma senza grande uso di uomini.

“Nel momento in cui una sfilata militare stava concludendosi sull’Avenida Bolivar di Caracas – ha spiegato il ministro –  esattamente alle 17.41, si sono udite alcune esplosioni che si è potuto verificare riguardavano artefatti volanti di tipo drone che contenevano cariche esplosive e che sono esplosi vicino al palco presidenziale ed in alcune zone residenziali”.
Lo stesso Maduro ha fatto poi un discorso alla nazione attribuendo il fallito attentato all’estrema destra venezuelana in collaborazione con “cospiratori” a Bogotà e Miami.  Con qualche ironia,  visto che i mandanti e finanziatori dell’attacco si trovano a Miami, il presidente venezuelano si è augurato che Donald Trump sia “disposto a combattere i gruppi terroristici che cercano di commettere assassinio o un attacco contro i paesi pacifici come il Venezuela”.
Del resto, “qui sulla terra mi proteggono il popolo e le Forze Armate Bolivariane, e per questo sto in piedi, vivo e vittorioso, vivo per continuare la battaglia e il combattimento che sempre mi compete.” “Non sono stati in grado di fare nulla con me o con noi. Continueremo il corso di un paese che vuole lo sviluppo, la pace, la prosperità, pace e amore”.


Alcuni dei responsabili materiali dell’attacco sarebbero già stati catturati, come confermato dallo stesso Maduro nel primo discorso alla nazione tenuto dopo l’attentato.
E’ arrivata anche una rivendicazione via tweet, da parte di un gruppo sconosciuto che si autodefinisce ‘Soldati in T-shirt’, a voler far credere che nell’esercito ci siano elementi disposti a fare da esecutori di azioni decise altrove.
L’agenzia Ap, che riporta la notizia, sottolinea che non è stato possibile verificare in modo indipendente l’autenticità del messaggio.A quanto pare, ciò che resta della cosiddetta “opposizione democratica”, tanto supportata dai media occidentali di tutte le tendenze (sia reazionarie che liberal), dopo esser stata spazzata via dalle ultime elezioni (dove si è clamorosamente spaccata tra oppositori pacifici e canaglia golpista), si è ridotta ormai al terrorismo puro e semplice. Sempre finanziato dai nemici storici della Rivoluzione Bolivariana, ovviamente…

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