venerdì 17 agosto 2018

Altri Ponti. Quei piloni sull'orlo del crollo: la denuncia dei cittadini per il ponte "nuovo" del Sangro.

Enormi crepe e cemento armato degradato: tra Atessa e Lanciano il viadotto che ha la stessa età del Morandi di Genova desta enorme preoccupazione nei cittadini. Ma il presidente della provincia di Chieti: ««Mi assumo la piena responsabilità delle mie parole: questo ponte non presenta nessun problema statico, non cadrà». 

Quei piloni sull'orlo del crollo: la denuncia dei cittadini per il ponte nuovo del Sangro

Guardate questo ponte abruzzese, di 467 metri, che collega la città e l’area industriale di Atessa (vi sorge tra gli altri il polo Fca della Sevel) e Lanciano. Le immagini, ormai virali sul web, parlano un linguaggio crudo e scioccante. Si vedono enormi crepe sui suoi piloni, per di più usciti dalle rispettive sezioni. Piloni che sembrano sull’orlo del crollo. Il cemento armato appare decisamente degradato.  

Ogni giorno attraversano questa strada provinciale sopraelevata, facendosi il segno della croce, migliaia di veicoli: automobili e anche Tir, vista la vicinanza del predetto colosso Fiat-Chrysler, dove si produce il Ducato. Molti eviterebbero di passarci se esistesse un’alternativa plausibile. La situazione è così da oltre dieci anni e l’hanno denunciata in tanti: gruppi di cittadini residenti, turisti di passaggio e pagine Facebook.


Se n’è occupata Striscia la Notizia: il suo inviato riuscì a infilare agevolmente la mano nelle fenditure del pilone horror. Chi realizzò il progetto di questo ponte di cinquant’anni fa (ha la stessa età del Morandi di Genova) ha seguito tutte le regole e le precauzioni del caso? È sicuro, oggi, transitarci? La sua manutenzione viene portata avanti correttamente e costantemente?

Quando fu edificato, negli anni Sessanta, il traffico era molto meno sostenuto di adesso. Da decenni inoltre l’erosione e il dissesto idrogeologico procedono inesorabili: sotto questo viadotto scorre, infatti, il fiume Sangro ed è dilagata nel corso del tempo un’autentica e smisurata discarica abusiva, ingrossata persino da lastre di eternit. Last but not least, questo è un territorio sismico.

Ma l’attuale presidente della provincia chietina Mario Pupillo ha rassicurato: «Mi assumo la piena responsabilità delle mie parole: questo ponte non presenta nessun problema statico, bensì soltanto qualche dubbio in previsione di possibili terremoti, come tutte le strutture costruite prima delle nuove direttive. Ma ha tutte le caratteristiche di sicurezza. No, non cadrà».

Pensa positivo anche l’ingegner Carlo Cristini, dirigente della struttura tecnica della Provincia di Chieti, che ha dichiarato: «Dagli anni ’90 abbiamo avviato un’attività di monitoraggio e controllo visivo sull’opera. Staticamente è tutto a posto, l’allarmismo generale non è giustificato. Tuttavia, considerata l’età del ponte, restano necessari interventi di manutenzione al fine di conservarne le caratteristiche statiche e funzionali nel tempo».

Interventi decisamente rarefatti a detta di chi frequenta quel viadotto tutti i giorni. Nel 2012 l’allora presidente alla Provincia di Chieti Di Giuseppantonio, invece, annotò: «È evidente che il passare degli anni e le continue sollecitazioni a cui tale infrastruttura viene sottoposta ci impongono di pensare, in prospettiva, alla realizzazione di un nuovo ponte. Ed è per questo che mi rivolgo alla Regione, vista l'impossibilità da parte della Provincia di effettuare un simile investimento, affinché lo inserisca nel capitolo delle opere strategiche da finanziare».

Impossibilità acuitasi in seguito alla luce di una delle più controverse riforme a metà di Matteo Renzi. Ed ecco che torna a galla la finta abolizione delle province. In realtà, questi enti locali intermedi esercitano oggi le stesse funzioni e hanno le stesse responsabilità di prima (tra queste, quella di gestire le strade provinciali), ma con molti meno fondi del passato. Anzi, spesso gli stanziamenti statali sono stati completamente cancellati, e con essi il finanziamento di imprescindibili opere di manutenzione ordinaria e straordinaria.

«Siamo allarmisti, è vero, siamo ingenui e non-tecnici. Rimaniamo umili, siamo in attesa...» scrive un ragazzo sui social, uno dei tanti che è costretto a prendere tutte le mattine il ponte Atessa-Lanciano, fatti i debiti scongiuri del caso. Sperando che non rivenga il momento dei fantomatici fulmini sbriciola-ponti, e degli «adesso non è il tempo delle polemiche».

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