Barbara Pontecorvo Avvocato
Esplorando le conseguenze della
razionalità limitata, delle preferenze sociali e della mancanza di
autocontrollo, ha dimostrato come questi tratti umani coinvolgano
sistematicamente le decisioni individuali e gli esiti di mercato. Thaler
ha posto in essere la teoria della valutazione mentale,
spiegando come la gente semplifichi l’assunzione di decisioni creando
spazi separati nelle loro menti, incentrandosi sul singolo impatto di
ciascuna decisione piuttosto che sul suo effetto globale, esaminando la finanza comportamentale.
Nei riguardi del problema della mancanza di autocontrollo, Thaler ha proposto il nudging, ossia,
le piccole spinte (o spintarelle) che possono indirizzare le scelte,
come, per esempio, risparmiare per la pensione, badando non solo al
giorno dopo ma anche ai tempi lunghi. Così, Thaler avrebbe costruito un
ponte fra le analisi decisionali economiche e quelle psicologiche.
Queste erano, in sintesi, le motivazione dell’Accademia
nell’attribuirgli il premio Nobel.
Il merito principale di Thaler dovrebbe essere quella di innovare nella visione tradizionale dell’economia, mettendo in luce il peso dell’irrazionalità
nelle scelte economiche. Forse sarebbe giunto il momento per trasferire
questi ragionamenti e questo pragmatismo nel campo della politica, dove le bolle economiche e le balle ideologiche
possono finire per danneggiare coloro i quali vi aderiscono. I regimi
totalitari sono i maggiori creatori e fomentatori di irrazionalità, ma
anche le democrazie, come quella italiana, non si fanno mancare nulla
quando si tratta di persuadere il popolo a compiere scelte ferali e
autolesionistiche. Contro il conflitto d’interessi fra popolo e classe
dirigente, qualche lettura dello smaliziato e simpatico Thaler (ha detto
che spenderà in modo irrazionale i soldi del premio) non farebbe altro
che del bene.
Nessun commento:
Posta un commento