martedì 19 aprile 2016

"Deforma Renzi-Boschi", depositato in Cassazione il quesito e la richiesta di referendum per l'abrogazione

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E' stato depositato questa mattina in Cassazione il quesito per chiedere il referendum sulla “deforma” Renzi-Boschi. Un delegazione del Comitato per il No nel referendum costituzionale sulla legge Renzi-Boschi, guidata dal presidente prof. Alessandro Pace, e del Comitato contro l’italicum ha depositato anche la richiesta di referendum, come previsto dall'articolo 138 della Costituzione, per sottoporre al giudizio popolare la legge costituzionale Boschi-Renzi approvata in via definitiva lo scorso 12 aprile e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 15 aprile. Alfiero Grandi (vicepre-sidente del Comitato): «Le decisioni in materia costituzionale riguardano tutti i cittadini e la volontà popolare deve entrare subito in campo. Riforma da respingere perché sottrae potere al popolo accentrandolo nelle mani del presidente del Consiglio».
Hanno firmato la richiesta autorevoli giuristi come Alessandro Pace, Massimo Villone, Luigi Ferra-joli e l'ex giudice costituzionale Paolo Maddalena, il giudice Riccardo De Vito, i vice presidenti dei due Comitati, Alfiero Grandi e Anna Falcone, gli avvocati Antonio Pileggi e Enzo Palumbo, oltre ad Antonio Falomi, Giulia Rodano, Vittorio Bardi, Paolo Palma, Franco Russo, Alfonso Gianni, Giovanni Russo Spena, Gianni Ferrara, Pier Luigi Sernaglia.


Si tratta di un’iniziativa, ha dichiarato Alfiero Grandi, «che si rivolge alle elettrici e agli elettori» e si è resa necessaria «per sottolineare che le decisioni in materia costituzionale riguardano tutti i cit-tadini e che la volontà popolare deve entrare in campo immediatamente». Soprattutto perché, sotto-linea Alfiero Grandi, «queste deformazioni della Costituzione, insieme alla nuova legge elettorale ipermaggioritaria fin troppo simile al porcellum» tentano «il ribaltamento dell'assetto costituzionale del 1948 che ha messo al centro i cittadini», mentre «il governo ha voluto ad ogni costo introdurre un assetto istituzionale centrato sul governo e in particolare sulla persona del Presidente del Consi-glio. Non è ancora presidenzialismo - aggiunge Alfiero Grandi - ma certamente è una svolta preoc-cupante nella direzione dell'accentramento del potere in poche mani e di un parlamento definitiva-mente subalterno all’esecutivo». «Questo cambiamento epocale - conclude Grandi - introdotto in modo confuso, ambiguo, senza un parlamento espressamente delegato a questi cambiamenti e per di più eletto con meccanismi aboliti dalla Corte costituzionale deve essere fermato con il referendum popolare» che «sarà una grande occasione per fermare lo scivolamento del nostro sistema istituzio-nale nato dalla Resistenza».
Il Comitato conta di raccogliere le 500.000 firme richieste dalla legge nel termine previsto di modo che l'indizione del referendum sia frutto di una mobilitazione di base dei cittadini che vogliono op-porsi allo scempio della Costituzione e riaffermare la perenne attualità dei beni pubblici repubblicani che i Costituenti hanno consegnato alle future generazioni.

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