Se la Boschi non fosse la Boschi, rifletterebbe amaramente sul contenuto mortificante del suo duplice incarico: ministro dei pessimi Rapporti con il Parlamento e ministro delle Riforme scritte da altri in qualche conventicola di professoroni prêt-à-porter. Per una giovane donna che magari si sognava protagonista della politica con la P maiuscola, essere ricordata come un disco rotto, buona soltanto a ripetere sempre la stessa solfa: a nome del governo pongo la questione di fiducia bla bla bla, tra boati e ululati, non è il massimo della vita.
Se la Boschi non fosse la Boschi, avrebbe già detto al caro premier: ciccio, la prossima volta a fare queste figure di merda fai la santa cortesia di venirci tu, perché è facile mostrare i muscoli del gradasso e poi mandare avanti le donne.
Ma poiché la Boschi resta la Boschi, temiamo che si senta oltremodo soddisfatta e orgogliosa del compito svolto con tanta diligenza. E infatti, di lei resterà a imperitura memoria un’unica, marmorea frase: “Bisogna avere pazienza e fare un passettino alla volta…”. Amen.