L'iniziativa è interessante per molti motivi, ma soprattutto perché finalmente offre una risposta istituzionale a un problema vergognoso che molto fa parlare ma che fino a ieri non sembrava avere la forza di muovere interventi di carattere politico e normativo diretto.La legge francese si riferisce ai supermercati sopra i 400 metri quadrati e prevede, appunto, una sanzione penale per chi eliminerà il cibo ancora commestibile al termine della giornata. Una pratica, purtroppo, non soltanto comune ai grandi magazzini, ma anche ai cittadini, come spiega lo stesso Petrini.
Lo spreco del cibo è l'aspetto più tangibile di un modo di produrre, distribuire, vendere e consumare il cibo che non funziona. Secondo la FAO, la quantità di cibo che finisce nella spazzatura supera il 35% della produzione totale, per un costo economico stimato in circa un trilione di dollari ogni anno.Quali le soluzioni? Petrini non ha dubbi. Come scrive su Repubblica, è necessario operare "rendendo efficiente la catena produttiva e distributiva, trovando modi di redistribuzione efficaci del cibo vicino alla scadenza ma soprattutto educando i consumatori a ridare valore a ciò che mettiamo nei nostri frigoriferi e che spesso da lì finisce nella spazzatura senza nemmeno passare per la tavola".
Una rivoluzione che passa anche per il ripensamento del sistema produttivo. Solo in Italia, continua Carlo Petrini, si lasciano "nei campi 1,4 milioni di tonnellate di prodotti ogni anno, spesso perché non è conveniente fare la raccolta". Una situazione da rivedere completamente.
Da parte della società civile alcuni sforzi ci sono ma è arrivato il momento di dare una risposta corale a una vergogna che deve essere fermata. Da questo punto di vista ciò che sta accadendo in Francia deve scuoterci tutti dal torpore. Mettere fine allo spreco alimentare si può e si deve.
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