lo scandalo della Fifa sta diventando sempre più una questione politico-diplomatica di livello internazionale.
Al centro dello scontro c’è Blatter, e la sua quinta candidatura alla guida di una organizzazione che proprio domani terrà il suo congresso: da una parte gli americani e la maggioranza delle federazioni europee e, dall’altra, la Russia. Gli americani vorrebbero vederlo fuori gioco e gli altri, insieme ad un gruppetto di altre federazioni, lo sostengono nella corsa al quinto mandato. Il suo antagonista, il principe giordano Ali bin al Hussein, scalda intanto i motori.
Fondata a Parigi il 21 maggio del 1904, la Fifa conta oggi 209 federazioni affiliate, con un fatturato che ha raggiunto, tra il 2011 e il 2014 ben 5,7 miliardi di dollari, 5,2 miliardi di euro. Interessi corposi quindi e di dimensione globale. Dietro la disputa ci sono i mondiali del 2018, che dovrebbero sovlgeri proprio in Russia.
Il presidente dell'Uefa, Michel Platini, si e' detto "disgustato" dallo scandalo e ha spiegato di aver chiesto invano all'"amico" Blatter di dimettersi nella riunione svoltasi a Zurigo insieme ai presidenti delle altre cinque confederazioni”. L’ex juventino assicura che "almeno 45-46" federazoni europee su 53 voteranno contro Blatter. Tra queste quella italiana, dopo che il presidente della Fgci, Carlo Tavecchio, ha confermato che l'Italia non puo' non considerare "le valutazioni di Platini che hanno raccolto l'unitarieta' dell'Uefa".
Vladimir Putin, intanto, si prepara al gioco duro e definisce "a dir poco strani" gli arresti di sette dirigenti della federazione mondiale di calco eseguiti a Zurigo. A suo avviso sono "un tentativo degli Stati Uniti di estendere la loro giurisdizione ad altri Stati". Per il leader del Cremlino gli Usa si comportano come con i "nemici" Assange e Snowden e il loro e' "un chiaro tentativo di impedire la rielezione di Sepp Blatter" per via giudiziaria e di far revocare l'assegnazione dei mondiali alla Russia per il 2018. Il sito del giornale SovSport ha proposto un sondaggio in cui si chiede ai lettori di esprimere la loro opinione proprio su questo, di dire se le inchieste contro la Fifa sono un "complotto contro la Russia" o il tentativo di fare fuori Sepp Blatter.
Tra i governi europei si rafforza invece la linea contraria alla rielezione. Dalla Gran Bretagna, il premier, David Cameron, ha chiesto le dimissiomi di Blatter e il ministro degli Esteri, Philip Hammond, ha affermato che "c'e' qualcosa di profondamente sbagliato al cuore della Fifa". Il governo francese ha chiesto un rinvio del voto lamentando che si sta dando "un'immagine disastrosa" del calcio. Con Blatter si sono schierati invece sia la Confederazione asiatica (Afc) che la Confederazione africana (Caf). Qualche sostegno al giordano Ali potrebbe arrivare, oltre che dall'Uefa, dalla Confederazione sudamericana (Conmebol) e da quella del centro e nord America (Concacaf).
Intanto la Visa, la compagnia delle carte di credito, si e' unita al coro d'allarme degli sponsor della Fifa, esprimendo "profonda delusione e preoccupazione" per quanto e' emerso. Senza "passi rapidi e immediati" per risolvere la questione, avverte la nota, "riesamineremmo la nostra sponsorizzazione".
Al centro dello scontro c’è Blatter, e la sua quinta candidatura alla guida di una organizzazione che proprio domani terrà il suo congresso: da una parte gli americani e la maggioranza delle federazioni europee e, dall’altra, la Russia. Gli americani vorrebbero vederlo fuori gioco e gli altri, insieme ad un gruppetto di altre federazioni, lo sostengono nella corsa al quinto mandato. Il suo antagonista, il principe giordano Ali bin al Hussein, scalda intanto i motori.
Fondata a Parigi il 21 maggio del 1904, la Fifa conta oggi 209 federazioni affiliate, con un fatturato che ha raggiunto, tra il 2011 e il 2014 ben 5,7 miliardi di dollari, 5,2 miliardi di euro. Interessi corposi quindi e di dimensione globale. Dietro la disputa ci sono i mondiali del 2018, che dovrebbero sovlgeri proprio in Russia.
Il presidente dell'Uefa, Michel Platini, si e' detto "disgustato" dallo scandalo e ha spiegato di aver chiesto invano all'"amico" Blatter di dimettersi nella riunione svoltasi a Zurigo insieme ai presidenti delle altre cinque confederazioni”. L’ex juventino assicura che "almeno 45-46" federazoni europee su 53 voteranno contro Blatter. Tra queste quella italiana, dopo che il presidente della Fgci, Carlo Tavecchio, ha confermato che l'Italia non puo' non considerare "le valutazioni di Platini che hanno raccolto l'unitarieta' dell'Uefa".
Vladimir Putin, intanto, si prepara al gioco duro e definisce "a dir poco strani" gli arresti di sette dirigenti della federazione mondiale di calco eseguiti a Zurigo. A suo avviso sono "un tentativo degli Stati Uniti di estendere la loro giurisdizione ad altri Stati". Per il leader del Cremlino gli Usa si comportano come con i "nemici" Assange e Snowden e il loro e' "un chiaro tentativo di impedire la rielezione di Sepp Blatter" per via giudiziaria e di far revocare l'assegnazione dei mondiali alla Russia per il 2018. Il sito del giornale SovSport ha proposto un sondaggio in cui si chiede ai lettori di esprimere la loro opinione proprio su questo, di dire se le inchieste contro la Fifa sono un "complotto contro la Russia" o il tentativo di fare fuori Sepp Blatter.
Tra i governi europei si rafforza invece la linea contraria alla rielezione. Dalla Gran Bretagna, il premier, David Cameron, ha chiesto le dimissiomi di Blatter e il ministro degli Esteri, Philip Hammond, ha affermato che "c'e' qualcosa di profondamente sbagliato al cuore della Fifa". Il governo francese ha chiesto un rinvio del voto lamentando che si sta dando "un'immagine disastrosa" del calcio. Con Blatter si sono schierati invece sia la Confederazione asiatica (Afc) che la Confederazione africana (Caf). Qualche sostegno al giordano Ali potrebbe arrivare, oltre che dall'Uefa, dalla Confederazione sudamericana (Conmebol) e da quella del centro e nord America (Concacaf).
Intanto la Visa, la compagnia delle carte di credito, si e' unita al coro d'allarme degli sponsor della Fifa, esprimendo "profonda delusione e preoccupazione" per quanto e' emerso. Senza "passi rapidi e immediati" per risolvere la questione, avverte la nota, "riesamineremmo la nostra sponsorizzazione".
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