A Formia, la svizzera dei Casalesi ma non solo, un anziano avvocato e blogger che da tempo faticava sull’osservazione costante delle cattive pratiche della criminalità organizzata in quella zona viene ucciso con modalità da esecuzione mafiosa che ci riporta agli anni ‘90.
giulio cavalliIn queste ore molti commentatori si affannano per redigere i coccodrilli del “morto di mafia” che garantisce sempre un certo numero di copie e di clic. Eppure Mario Piccolino, per chi non lo sapesse, era già stato vittima di un’aggressione nel 2009 che gli procurò qualche ferita e la netta sensazione (a lui e a quelli che gli stavano intorno) che le minacce stavano alzando il tiro. Eppure Piccolino lo conoscevano in pochi anche se qui tutti oggi si preoccupano di essergli stati vicino.
Una cosa che non troverete scritta da nessuna parte è che Mario fosse considerato un “eccentrico”. Succede in tutti gli angoli d’Italia che la prima mossa per isolare chi denuncia ad alta voce sia quello di sottolineare le stranezze, di dargli un aspetto caricaturale in modo che Prefettura e Forze dell’Ordine possano arrogarsi il diritto di prendere la questione poco sul serio. E così nel Paese delle scorte usate come mantelli da una classe dirigente piena di ombre, ammazzare Piccolino diventa una passeggiata. Piccolino chi? mi stanno scrivendo in queste ore: uno di quelli che se non sono entrati nell’antimafia istituzionale e televisiva per voi non esistono. Un Piccolino così.
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