domenica 24 maggio 2015

"No Triv", un fiume di gente incontra il mare d'Abruzzo a Lanciano

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Hanno srotolato una gigantografia con il premier Matteo Renzi sorridente e col pollice in alto che dice "Più trivelle per tutti". Ma i “tutti” in realtà sono stanti i “tanti”. Ne aspettavano 40mila e invece il lungo corteo che ha invaso Lanciano raddoppiandone per un intero pomeriggio la popolazione era composto da almeno 50mila persone. Un successo che gli organizzatori non riescono quasi a spiegare. Il mega striscione del comizio in piazza Plebiscito dalla torre civica duecentesca, simbolo di Lanciano, è stato salutato da un lungo applauso da parte dei manifestanti. In realtà poche migliaia hanno potuto sentire il comizio. Gli altri sono rimasti praticamente da dove è iniziato tutto, la zona industriale di Marcianese. Mare e costa è tutta roba nostra", ma anche "Pane e olio senza petrolio", sono due degli slogan col sorriso sulle labbra che la moltitudine ha gridato insieme a decine di sindaci con gonfalone e fascia tricolore, studenti,
mamme e gente comune. 


Tanti anche i grandi comuni abruzzesi con il gonfalone tra cui Pescara, Chieti, Francavilla al Mare, Lanciano medaglia d'oro al valor militare e di tanti altri comuni delle province abruzzesi. Ma non è stata solo la manifestazione dell’Abruzzo No Triv. Enormi delegazioni del movimento sono giunte dall Parco del Gargano. Altri 60 autobus hanno portato gente da Marche, Lazio, Molise, Puglia, Campania, Basilicata e Calabria.
"È un fatto di grande emozione mai accaduto - dice Alessandro Lanci, organizzatore e coordinatore di Nuovo Senso Civico -. Una massa di gente imponente per una città di 36 mila abitanti che dimostra l'attenzione della popolazione sull'ambiente. Numeri di questo genere non sono mai stati registrati in Abruzzo”.

"L'Abruzzo turistico non ha bisogno di queste briciole di petrolio che arricchiscono solo poche tasche. Governo e Regione devono fermarsi un attimo a riflettere. Chi governa deve ricordarsi che sono stati messi a dirigere dal popolo che è il vero sovrano",dice don Maurizio Patriciello, protagonista della lotta nella Terra dei fuochi, nel corso del suo intervento dal palco".Più enfatico e definitivo il sindaco di Lanciano. "Questa terra ha lottato contro il nazifascismo, si è ribellata ai tedeschi, ha dato vita all'epopea dei partigiani della Brigata Maiella: il Governo deve capire che non accetteremo che la nostra terra diventi un distretto minerario. Per noi questa Š una nuova Resistenza", tuona Mario Pupillo, del Pd. Il progetto appena varato dal Governo prevede di ormeggiare per 24 anni una grande nave raffineria Fpso di 320 metri di lunghezza davanti al Parco della Costa Teatina", nelle acque tra Abruzzo e Molise. 

Presenti, tra gli altri, anche il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, e Maurizio Acerbo, ex consigliere regionale abruzzese delPrc. “Manifestiamo contro Ombrina e contro il governo Renzi, contro la lingua biforcuta del Pd che nei territori, dal Veneto alla Puglia, si dichiara contrario e a Roma lavora al servizio delle corporation petrolifere e di Confindustria. Il governo invece di autorizzare Ombrina Mare - dicono Ferrero e Acerbo - dovrebbe lavorare a livello europeo per preservare l'Adriatico, mare chiuso, dalla petrolizzazione". Quindi si chiedono: "Come si fa a considerare compatibile un mostro del genere con ambiente, turismo, agricoltura e produzione vitivinicola di qualità?". "Non ci stupiamo perché‚ il Pd da tempo è diventato il partito dei petroaffaristi e personaggi organici al Pd renziano come Chicco Testa stanno nei Cda delle società petrolifere”. Il progetto Ombrina Mare era morto e sepolto con il decreto Prestigiacomo e a farlo ripartire dando il via anche a tanti altri interventi vicini alle coste del Sud è stato il Decreto Passera durante il governo Monti votato da Pd, centrodestra e centristi. "Il governo Renzi ha aggravato ulteriormente la situazione con l'approvazione del decreto Sblocca Italia – proseguono Ferrero e Acerbo - per giungere con la modifica in corso della Costituzione a espropriare le regioni di ogni competenza in materia energetica e dei territori. Fanno bene gli abruzzesi a ribellarsi: non è possibile che una regione che conta 3 parchi nazionali venga dichiarata 'distretto minerario'".

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