In tutto il pianeta, questo tema è oggi al centro di discussioni sul ‘che fare?’ Piuttosto che sulla disputa tra ‘c’è o non c’è?’ E tanto meno sul dilemma tra ‘ci è o ci fa?’. E soltanto in alcune sedi scientifiche alla periferia del sapere si fanno ancora dibattiti tra paladini e negazionisti climatici, di gran moda trent’anni fa.
Renzo Rosso Professore ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia, Politecnico di Milano
Il panorama è vasto, ma le posizioni negative sono sempre più marginali. Nulla in confronto ai tardivi giudizi in materia da parte della Lady di Ferro, Margaret Thatcher, che in principio aveva cavalcato il tema del clima: “Il riscaldamento globale regala una scusa meravigliosa per un socialismo sovra-nazionale esteso a tutto il mondo.» E dire che la signora aveva il pollice verde e non nascondeva simpatie ecologiste, che le vennero assai bene nel condurre la propria guerra personale ai minatori inglesi, cavatori di combustibili fossili. I tempi, però, sono cambiati e addirittura George P. Shultz, segretario di Stato dal 1982 al 1989, ha abbandonato ogni velleità negazionista, proponendo addirittura un «approccio alla Reagan al cambiamento climatico.” E perfino Tony Abbot, il leader australiano che definì gli argomenti scientifici del cambiamento climatico come una “absolute crap” ha rivisto di recente le sue posizioni.
Invito perciò chi segue questo tema con interesse a partecipare all’evento ‘Impacts of Climate Change on Ecosystem Services’, un evento ‘Eexpo’ dove non si paga, che si terrà il prossimo 23 giugno al Politecnico di Milano, campus Leonardo. Per partecipare, basta iscriversi nel sito dedicato. E chi non potrà venire, potrà seguire l’evento in streaming. Interverranno importanti scienziati, che esporranno la loro opinione su temi specifici: dagli ecosistemi (Andreas Fishlin, Eth Zurigo) alla biodiversità (Christian Körner, Università di Basilea) e alla biologia marina (Stephen Palumbi, Università di Stanford); e dalla governance (Carlo Carraro, Feem) all’eco-infettivologia (Mercedes Pascual, University of Michigan) e all’ecologia agraria e forestale (Franco Miglietta, Istituto di biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche). Senza dimenticare le questioni di base poste dall’energia e dalle risorse idriche.
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