L'Italia ha a disposizione 1,5 miliardi del piano europeo per gli under 29. Ma l'impatto del piano è nullo. Le offerte, spesso grottesche o al limite della legalità, non vengono controllate. E il portale si trasforma in uno strumento usato dalle aziende per risparmiare sul costo del lavoro. A spese dello Stato.
L'Espresso di Paolo Fiore"Cercasi tirocinante esperto”. È uno degli annunci pubblicati sul portale di Garanzia giovani , il piano europeo che dovrebbe sostenere l'occupazione e la formazione degli under 29. Ma che, a 365 giorni dal battesimo, registra risultati scarsi e poca trasparenza.
Il compleanno di Garanzia giovani è il primo maggio, festa dei lavoratori. Una data di buon auspicio che ha finito per avere un risvolto ironico. “Il bilancio è negativo”, afferma Michele Tiraboschi, giuslavorista e coordinatore di Adapt. “Lo dicono sia i numeri che la qualità delle (poche) offerte rivolte ai giovani”.
Secondo l'ultimo bollettino di Garanzia giovani , pubblicato il 24 aprile, le iscrizioni al portale sono state 530 mila, poco meno di un quarto dei 2,25 milioni di neet, i giovani italiani che non studiano né lavorano secondo i dati Istat. Numeri potenzialmente positivi. Se le cose funzionassero.
In assenza di dati, Adapt e Repubblica degli stagisti hanno avviato una prima indagine online su 3 mila giovani che si sono iscritti al portale. I fortunati convocati per il primo colloquio hanno ricevuto un'offerta “completa e dettagliata” solo nel 12% dei casi .
E intanto il tempo passa. In molti casi, l'attesa supera i due mesi. Alla fine, scrematura dopo scrematura, i giovani che hanno ricevuto un'offerta concreta sono stati fino ad ora 80 mila, pari al 15% degli iscritti e a un neet su 30. Ma anche in questi casi regna l'opacità.
Tirocinanti esperti e dame di compagnia
Secondo le regole della Youth Guarantee, le offerte di contratti a tempo determinato, indeterminato o di stage, tirocini o apprendistato dovrebbe essere “di qualità”. Anche se la stessa Corte dei conti europea rimprovera Ue e Stati membri per non aver definito cosa sia davvero un'offerta di qualità.
Lo spiega Tiraboschi: “La qualità dell'impiego è data dall'aderenza alle competenze che un giovane ha sviluppato durante il proprio percorso di studi e dalla presenza di un contratto di lavoro che rispetti requisiti minimi di legalità e di diritti. Spesso invece alcune modalità sono utilizzate per impiegare manodopera a basso costo e senza intenti formativi”.
Sì, perché assumere passando da Garanzia giovani conviene. Le aziende ricevono bonus che vanno dai 1500 ai 4 mila euro per un contratto a tempo determinato, dai 2 ai 6 mila per l'apprendistato e dai 300 euro di indennità in caso di tirocinio.
Un'occasione ghiotta, anche perché, spiega Tiraboschi “nessuno monitora le offerte che vengono inserite nel portale”. Al continuo monitoraggio degli iscritti si contrappone quindi l'assenza di controlli sulle aziende. “Le offerte presenti non sono filtrate e, spesso, sono al limite della legalità”.
Per confermarlo, basta navigare sul portale. “Ricerchiamo ufficio marketing con esperienza. Si offre contratto in somministrazione per sostituzione maternità”. Il classico esempio di un'azienda che cerca un tappabuchi per un momentaneo deficit di forza lavoro. Niente inserimento futuro. Come dice chiaramente quest'altra azienda: “Si offre: tempo determinato di due mesi per picco di lavoro”.
I concetti di formazione o di “offerta di qualità” sfuggono anche quando un “prestigioso cliente” cerca “addetti mensa/banconisti” con “disponibilità a contratti giornalieri” e la necessità di “rendersi disponibili alla chiamata anche per la giornata stessa, senza lunghi preavvisi”. Con lo Stato a fare da caporale.
Ad Asti si sfocia nel grottesco. Azienda cerca “una coppia di governanti (marito e moglie). La coppia abiterà un piano della villa padronale dei proprietari”. Lui “verrà inserito presso l'azienda di famiglia e si occuperà di tutte le piccole manutenzioni”. Lei “delle pulizie, della custodia della casa, della cucina”. E la Garanzia giovani? Eccola: la “figura femminile” avrà l'opportunità di essere anche “dama di compagnia della proprietaria”.
Non è un piano per giovani
“La Garanzia giovani non è un'ufficio di collocamento - afferma Tiraboschi - ma le offerte sono per la maggior parte inserite automaticamente dalle agenzie per il lavoro e come tali non sempre sono destinate ai giovani. E soprattutto parliamo spesso di annunci che cercano profili molto bassi. Mentre tutti sanno che in Italia il problema della disoccupazione e dell'inattività giovanile non riguarda soltanto chi ha percorsi di studi interrotti o brevi”.
Che la Youth Guarantee abbia poco di garantito e altrettanto di giovanile lo dimostra anche il fatto che le offerte cercano in molti casi lavoratori con “esperienza”, spesso pluriennale. Fino al caso estremo: cercasi “capo cantiere con esperienza di dieci anni nella stessa mansione”. Quanti saranno i candidati diventati capo cantiere a 19 anni?
“Se pensiamo al caso dell'apprendistato, che può essere stipulato fino ai 29 anni , non è per forza sbagliato richiedere esperienza”, afferma Tiraboschi. “È più preoccupante quando la rischiesta è di dieci anni. Oppure quando si cerca personale esperto per un tirocinio, che dovrebbe invece essere utilizzato nei 12 mesi successivi alla fine di un percorso formativo”. Anche in questo caso, sul portale gli esempi non mancano. Come un “educatore professionale esperto” per un tirocinio di sei mesi. “È la conferma che questi rapporti di lavoro rappresentano spesso abusi di istituti giuridici volti a risparmiare sul costo del lavoro”. A spese dello Stato.
L'utilizzo della Garanzia giovani come ufficio di collocamento (che non funziona) si nota anche dalle tipologie di offerte: tre quarti degli annunci propongono contratti a tempo deteminato (il più delle volte senza prospettive di inserimento). E solo uno su dieci tirocinio o apprendistato. Eppure la Commissione europea non considera la Youth Guarantee solo una risposta all'emergenza occupazionale, ma anche “una riforma strutturale” con prospettive di “medio-lungo termine”. Alla quale ha destinato, solo per l'Italia, 1,5 miliardi.
“I problemi sono molteplici, ma tra questi non individuerei le risorse come quello principale. Si dice adesso che non basteranno a coprire iniziative per tutti i giovani che si stanno iscrivendo”. Ma secondo Tiraboschi i nodi sono altri: “Nessuno sembra controllare quali sia la natura di queste iniziative e come vengano spese le risorse. ll problema è principalmente quello di non aver utilizzato Garanzia giovani per cambiare il sistema delle politiche attive nel nostro Paese, per cui ci troviamo a dover investire 1,5 miliardi di euro su un sistema che sapevamo già non funzionare. In questo senso stiamo veramente sprecando un’occasione”.
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