venerdì 16 agosto 2013

Una parola al giorno. Resilienza

Significato: resistenza alla rottura, capacità di affrontare e superare le avversità
Etimo: dal latino: [resilire] rimbalzare, saltare indietro.

In psicologia, la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità.

Persone resilienti sono coloro che immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti.
Si può concepire la resilienza come una funzione psichica che si modifica nel tempo in rapporto con l'esperienza, i vissuti e, soprattutto, con il modificarsi dei meccanismi mentali che ad essa sottendono.
Proprio per questo troviamo capacità resilienti di tipo:
  • istintivo: caratteristico dei primi anni di vita quando i meccanismi mentali sono dominati da egocentrismo e onnipotenza
  • affettivo: che rispecchia la maturazione affettiva, il senso dei valori, il senso di sé e la socializzazione;
  • cognitivo: quando il soggetto può utilizzare le capacità intellettive simbolico-razionali.
Da queste considerazioni, si può dedurre che una resilienza adeguata è il risultato dell'integrazione di elementi libidico-istintivi, affettivi, emotivi e cognitivi.
In questo modo, la persona "resiliente" può essere considerata quella che ha avuto uno sviluppo psico-affettivo e psico-cognitivo sufficientemente integrati, sostenuti dall'esperienza, da capacità mentali sufficientemente valide, dalla possibilità di poter giudicare sempre non solo i benefici, ma anche le interferenze emotivo-affettive che si realizzano nel rapporto con gli altri.

In ecologia e biologia la resilienza è la capacità di autoripararsi dopo un danno.
La resilienza di un ecosistema indica la sua capacità di tornare ad uno stato simile a quello iniziale dopo avere subito un disturbo. Il disturbo può avere un'origine antropica (ad es inquinamento, disboscamento, cambiamento climatico, l'invasione da parte di una o più specie aliene) o naturale (ad es. un evento atmosferico, un incendio, una frana).
Gli ecosistemi mediterranei di tipo naturale (ad es. la macchia mediterranea), caratterizzati da forte variabilità di molti fattori ambientali, hanno evoluto una forte resilienza ad eventi naturali quali gli incendi, le forti mareggiate, il crollo di costoni rocciosi e le specie tipiche di questi ambienti riescono a ricolonizzare velocemente le aree distrutte o fortemente degradate da questo tipo di eventi.
Di contro, molti ambienti tropicali (ad es. la foresta pluviale o le barriere coralline), i cui parametri ambientali sono rimasti quasi immutati per millenni, non hanno la capacità di rigenerarsi a seguito di disturbi anche molto meno degradanti di quelli descritti sopra.
In generale si pensa che in un ecosistema ad una maggiore variabilità dei fattori ambientali corrisponde una alta resilienza delle specie che vi appartengono.
In caso di specie animali e vegetali, quando queste presentano alti tassi di resilienza vengono definite specie r-strateghe.



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