giovedì 1 agosto 2013

Fiat, la Cassazione reintegra definitivamente i tre di Melfi

La Cassazione ha respinto il ricorso della Fiat sui licenziati di Melfi. I tre operai di Melfi Giovanni Barozzino, Marco Pignatelli e Antonio La Morte, devono quindi tornare al lavoro. I tre furono licenziati nel 2010, accusati di aver bloccato la produzione a ridosso di uno sciopero. In un primo tempo il ricorso della Fiom fu accolto ma la Fiat non fece mai piu' rientrare in fabbrica i tre operai tenendoli a casa pagati. Un anno dopo, un altro giudice accolse il ricorso della Fiat e scattò il licenziamento, poi di nuovo revocato dalla Corte di Appello.
Secondo quanto riferito dai legali, la Corte di Cassazione non ha ritenuto volontario o premeditato il blocco della produzione: i tre operai - due dei quali delegati Fiom - avrebbero quindi interrotto casualmente i carrelli adibiti al trasporto del materiale alle linee di produzione. ''Si tratta di una sentenza storica - ha detto Emanuele De Nicola, segretario della Fiom Basilicata - per la Fiom e per i tre operai, e ora ci aspettiamo che la Fiat rispetti le sentenze, reintegrando i lavoratori, e ripristinando il confronto sindacale''.
Circa un mese dopo il licenziamento dei tre operai, nel 2010, il giudice del lavoro giudicò antisindacale il comportamento dell'azienda e ordino' il loro reintegro. A luglio 2011 la sentenza fu però ribaltata: un altro giudice accolse il ricorso della Fiat e i tre furono licenziati. La Corte d'Appello, lo scorso anno, ha però dato ragione alla Fiom. La vicenda ha avuto, a giugno, uno sviluppo ulteriore, con la citazione in giudizio della Procura della Repubblica di Melfi di Barozzino, nel mentre diventato senatore, Lamorte e Pignatelli, con l'accusa di concorso in violenza privata e turbata liberta' dell'industria: ''Con questa decisione anche il rinvio a giudizio e' caduto - ha concluso De Nicola - perche' si reggeva, come stabilito dalla Cassazione, su un castello di sabbia''.

''E' stato un licenziamento ingiusto, ora lo sappiamo definitivamente. Questi lavoratori, che hanno vinto tre cause su quattro, sono stati tenuti ingiustamente fuori dalla fabbrica'', commenta Giorgio Airaudo, ex sindacalista della Fiom e oggi deputato di Sel. ''Le leggi quando ci sono vanno rispettate, mi auguro che rientrino presto al lavoro e li abbraccio'', aggiunge.
Infine, il commento di Maurizio Landini, leader della Fiom, che venerdì incontrerà Marchionne. "Oltre alla Costituzione in fabbrica e' entrata anche la giustizia e sarebbe un atto di saggezza, per ricostruire un clima di relazione industriali serie, abbandonare ogni discriminazione contro la Fiom”, ha commentato a caldo.

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