giovedì 28 febbraio 2013

Arriva l’ecobici di cartone


Costerà appena 15 euro e potrà essere dotata anche di motore elettrico
Arriva l’ecobici di cartone
Le biciclette, si sa, sono amiche dell'ambiente, ma la Cardboard Bicycle lo è ancora di più perché sfrutta la raccolta differenziata di carta e cartone ed è completamente riciclabile.
Il designer Izhar Gafni ha messo a punto, infatti, la prima bici ecologica che sfrutta i principi base della tecnica origami. Realizzata interamente in cartone, questa innovativa due ruote è capace di sostenere tranquillamente il peso di una persona adulta e, grazie all’adozione di una particolare resina idrorepellente, il suo telaio è totalmente resistente all’acqua.
Una vera e propria bici del futuro che grazie al prezzo contenuto promette di essere accessibile a tutti: il costo di produzione di appena nove euro e consentirà di lanciarla sul mercato all’incredibile cifra di 15 euro. La produzione partirà a breve e includerà anche un modello provvisto di motore elettrico per il traffico urbano.

AkD

Elezioni 2013, incarico vicino per Omar Sharif

di Alessandro Robecchi
Alessandro Robecchi

Abbiamo nove milioni di bovini d’allevamento, cinquanta milioni di galline ovaiole e circa sessanta milioni di politologi. Di questi, il settantasei per cento (pari a 45 milioni e mezzo di persone) pronuncia almeno undici volte al giorno le parole “Ah, se avessero candidato Renzi”. Secondo l’accademia della Crusca, “Se c’era Renzi” è diventato il saluto più in voga tra gli italiani dopo “salve” e “buonasera”. “Ah, se c’era Renzi, signor Gino”… “Ah, se c’era Renzi a lei, signora Giuditta!”. Di questi 45 milioni e mezzo, quelli che avrebbero votato veramente per Renzi sono circa il sei per cento: una garanzia di ingovernabilità al Senato.
Nell’attesa che rimpianti e recriminazioni sfumino lentamente, prende piede nel Paese un sano realismo che si cristallizza nella sottile analisi: “E adesso che cazzo facciamo?”. Suggestiva l’ipotesi di un Fanfani Quater con l’appoggio esterno dei Nibelunghi e la non-astensione di Scilipoti, che si renderebbe disponibile in cambio di sei cravatte nuove e un cambio di biancheria. Ipotesi confutata daLuciano Violante, sostenitore di un dialogo serrato – per quanto faticoso – con Luciano Violante, e di conseguenza di un monocolore Violante con la bonaria astensione di Giuliano AmatoGodzilla, il cane Rex e Anna Paola Concia (in ordine d’importanza). Molto critici, però, restano gli europeisti, che puntano a un governo tecnico molto forbito, molto snob e dotato di un certo stile, guidato da Omar Sharif, il grande attore, con personaggi di spicco nei dicasteri strategici.

I "servizi" minacciano i movimenti con la scusa degli "anarchici"



Il governo non c'è, ma lo Stato sì. E l'”apparato” continua la sua guerra in difesa del privilegio anche se resta in attesa di indicazioni politiche più definite. E quindi vai con l'allarmismo poliziottesco...


L'ultima Relazione annuale al Parlamentoconsegnata dai servizi di sicurezza, che a questo punto sarà letta dai nuovi parlamentari, parla soprattutto della “minacci anarco.insurrezionalista”. Le aggressioni di CasaPound, anche a candidati alle elezioni, non vengono invece neppure menzionate. Meglio sucitare paura morbosa per quello che non si vede, e a rigore potrebbe benissimo non eserci, piuttosto che ountare il dito su “amici del potere” che invece qualche cosa la sta facendo...

E quindi “nonostante i successi dell'azione di contrasto”, la minaccia anarco-insurrezionalista resta "potenzialmente estesa" e "multiforme", "suscettibile di tradursi in una gamma di interventi".

E infatti questo quadro interpretativo "può comprendere sia attentati 'spettacolari' potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi in atto dai gruppi Fai - Federazione anarchica informale sia iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle emergenti, non dotate delle medesime capacità tecnico-operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica che individua nel compimento stesso del gesto e nella scelta dell'obiettivo la 'riconoscibilità' della matrice".

Elezioni, la sconfitta del giornalismo

di Marco Alloni 

Le recenti elezioni italiane hanno decretato diversi sconfitti, primi fra tutti il Pd e Rivoluzione civile. I giornalisti ne hanno disinvoltamente dimenticato un terzo: se stessi. 
Vorrei essere molto esplicito: i giornalisti non ne hanno azzeccata una, e tuttavia continuano a pontificare come se qualcuno avesse loro conferito un qualche diritto di prescienza. Si chiama opinionismo, naturalmente. Ma ha i chiari caratteri del vaniloquio. 

D’altronde è inevitabile che sia così. Avendo ridotto la realtà alla sua rappresentazione mediatica, costoro hanno perso di vista la complessità con cui il reale si manifesta. Lo hanno parcellizzato in statistiche, proiezioni, categorie politologiche e diatribe televisive. Quando essa pulsava dentro cuori, animi e problematiche che con la tarantella dei talk show non solo non hanno nulla a che fare ma non vogliono più avere a che fare.

Così ecco il compiaciuto stupore di Vespa e dei suoi accoliti a fronte del “sorprendente”, “inatteso” risultato del Movimento 5 Stelle, lo stesso che alla gente, in quei mesi, invece di parlare attraverso gli schermi parlava de visu, nelle piazze, nella vecchia agorà della vita reale. Lo stesso che nel rifiutarsi ai balletti televisivi colse l’unico dato veramente drammatico della politica italiana: la sua autoreferenzialità. E non solo l’autoreferenzialità della politica – che conosciamo bene – ma quella che la promuove mediaticamente: quella giornalistica.

Thyssen, pene ridotte a 10 anni. La rabbia dei familiari delle vittime. Ferrero: "Vergogna! Pagano sempre i lavoratori"

La Corte d’assise d’appello del Tribunale di Torino ha espresso il suo verdetto: riduzione delle pene per gli imputati.
Si tratta degli imputati accusati della morte dei sette operai della ThyssenKrupp morti a seguito del rogo dell 6 dicembre 2007 nella linea 5 dell’acciaieria.

i.borghese
E' stato Gian Giacomo Sandrelli, il presidente, a leggere la sentenza che stabilisce la nuova condanna dell’amministratore delegato in dieci anni, ma che, va specificato, abolisce, soprattutto, il reato di omicidio volontario con dolo eventuale.
Non è così. Infatti, è stato omicidio colposo con l’aggravante della colpa cosciente.
Harald Espenhahn, in prima battuta, è stato condannato in primo grado a 16 anni e mezzo di carcere.

L'accusa di omicidio volontario con la formula del dolo eventuale dunque trarrà "un vero beneficio": lo sconto della pena vale anche per gli altri cinque alla sbarra.
A Marco Pucci e Gerald Priegnitz, membri del board esecutivo dell’azienda, sette anni.
A Daniele Moroni, responsabile tecnico otto anni. A Raffaele Salerno, direttore dello stabilimento di Torino, sei mesi. A cosimo Cafueri, responsabile della sicurezza dell’impianto di corso Regina Margherita, otto anni.

L'ordine eversore del reddito minimo

Persino Hegel, teorizzatore dello stato etico, ha vigorosamente sostenuto che «l'uomo che muore di fame» ha non solo il diritto, «ma il diritto assoluto di violare la proprietà di un altro» per assicurarsi la sopravvivenza.

il manifesto | Autore: Piero Bevilacqua
Lo ricorda Domenico Losurdo in Hegel e la libertà dei moderni. Ecco un principio fondativo della modernità, quella categoria che designa un'epoca della spiritualità occidentale, oggi diventato un lemma sdrucito del linguaggio pubblicitario. Di fronte alla persona che giace nel più estremo bisogno, perfino la proprietà privata, il più solido architrave della società borghese, deve cedere il passo. Dopo la conquista dell'habeas corpus, uno dei diritti fondamentali della prima età moderna, volto a tutelare l'individuo dall'arbitrio del potere assoluto, ecco un principio eversore dell'ordine dominante: il diritto della persona umana a non soccombere a quella totale assenza di diritti generata dal bisogno estremo.
Oggi, com'è noto, il soccorso a quel bisogno, viene non solo praticato da gran parte degli stati europei, ma fa parte, grazie alla Carta dei diritti, della legislazione dell'Unione. Il reddito minimo, di cittadinanza, o comunque denominato, è una conquista della civiltà giuridica dello stato di diritto. E perciò stupisce non solo la sua assenza dall'ordinamento e dalla pratica statuale in Italia, ma anche la vaghezza, la ritrosia, la timidezza con cui il tema viene trattato dalle forze politiche e sindacali. Forse occorrerebbe collocare questo principio sullo sfondo storico che oggi lo mostra non solo necessario, ma lo proietta nel nuovo ordine possibile delle società avvenire.

Berlusconi indagato a Napoli: “Tre milioni per comprare senatore De Gregorio”

L'ipotesi di reato è corruzione. Tra gli atti dell'inchiesta sul leader del Pdl - condotta da un pool di magistrati per i reati contro la pubblica amministrazione e dalla Direzione distrettuale antimafia - ci sono i verbali dell'ex commercialista del senatore, quelli di Valter Lavitola e anche una lettera scritta in cui l'ex direttore de "L'Avanti" elencava tutti i favori fatti al Cavaliere ma anche tutte le promesse mancate.

Berlusconi indagato a Napoli: “Tre milioni per comprare senatore De Gregorio”

La “compravendita” di parlamentari e senatori da parte del leader del Pdl nel 2006 contestata dall’opposizione ora è una indagine. Silvio Berlusconi è indagato dalla Procura di Napoli per corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Il Cavaliere avrebbe pagato tre milioni di euro al senatore Sergio De Gregorio per fargli abbandonare la casacca dell’Italia dei Valori e fargli indossare quella azzurra del Pdl. De Gregorio, accusato di truffa per 23 milioni nell’inchiesta sui finanziamenti al giornale L’Avanti di Valter Lavitola, era stato salvato dall’arresto dal Senato grazie al voto segreto. Su di lui pendeva un ordine di cattura e il gip aveva disposto gli arresti domiciliari.
L’ex commercialista di De Gregorio e Lavitola a verbale: “Berlusconi pagò il senatore”. Il primo a raccontare della presunta compravendita era stato il commercialista di De Gregorio, Andrea Vetromile, ascoltato il 29 febbraio 2012 come persona informata dei fatti. “Fu Lavitola che accreditò De Gregorio presso Berlusconi – dice – De Gregorio è socialista come Lavitola”. L’uomo politico nel 2005 voleva candidarsi con Forza Italia ma venne escluso dalle liste, secondo la ricostruzione degli inquirenti, per l’intervento di Fulvio Martusciello, consigliere regionale, e quindi si candidò con Di Pietro prendendo 80mila voti. “Una volta eletto passò nelle fila del centrodestra – racconta il commercialista – fu proprio Lavitola, forte dei suoi rapporti personali con Berlusconi che concretizzò questo accordo… voglio precisare che l’accordo venne lautamente remunerato”.

Rifiuti a Napoli, sprechi per assunzioni inutili: Bassolino e Iervolino condannati

Dovranno risarcire al Comune 560.893 euro a testa. La magistratura contabile ritiene responsabili tre ex sindaci e quattro ex assessori alla Nettezza Urbana. Per anni centinaia di lavoratori dei consorzi di bacino pagati per non fare nulla.

ILFATTOQUOTIDIANO.IT di | 28 febbraio 2013
Rifiuti a Napoli, sprechi per assunzioni inutili: Bassolino e Iervolino condannati

Rifiuti, arriva il conto degli sprechi per le assunzioni inutili negli anni dell’emergenza a Napoli, centinaia di operai ed ex lavoratori socialmente utili chiamati negli anni 2000 negli enti di bacino per lavorare alla raccolta differenziata ma in realtà fermi a girarsi i pollici. Ed è un conto salato per ex sindaci ed amministratori. La Corte dei conti della Campania presieduta da Fiorenzo Santoro ha condannato Antonio Bassolino, Rosa Russo Iervolino e Riccardo Marone, i primi cittadini delle stagioni di centrosinistra concluse nel 2011, a risarcire al Comune di Napoli 560.893 euro a testa. Identica sanzione per gli ex assessori alla Nettezza urbana Ferdinando Balzamo e Massimo Paolucci (deputato neo eletto del Pd). Condanna più salata per altri due ex assessori al ramo, Ferdinando Di Mezza e Gennaro Mola: 1.402.233 euro a testa. Per un totale risarcitorio di 5 milioni e 609mila euro.

Crolla ponteggio all'Ilva, un morto. Sciopero dei lavoratori

Incidente nello stabilimento di Taranto

 rainews24.it Taranto, 28-02-2013
Lavoratori Ilva in sciopero unitarioUn operaio dell'Ilva di Taranto, Ciro Moccia, di 42 anni, è morto questa notte in un incidente mortale
verificatosi alla batteria 9 delle cokerie. Un dipendente di una ditta esterna, Antonio Liti, 45 anni, dell'azienda Mir, è rimasto invece gravemente ferito. Entrambi sono precipitati da un'altezza di 15 metri
mentre si trovavavno su una passerella sul piano di carico. I due operai erano stati chiamati per un pronto intervento alla colata.


Il cordoglio dell'Ilva
L'Ilva sospende tutte le attività dello stabilimento di Taranto in segno di cordoglio dopo l'incidente
che ha coinvolto due lavoratori. Ciro Moccia operaio della manutenzione di 42 anni è morto. Antonio Liddi lavoratore di 46 anni della ditta esterna MR è ricoverato presso l'ospedale SS
Annunziata di Taranto "in condizioni che sono in corso di valutazione. I familiari sono stati informati", spiega l'azienda in una nota. L'incidente è avvenuto alle 4.40.
L'incidente è avvenuto nell'area cokerie durante una operazione di intervento di manutenzione alla batteria 9, una delle batterie ferme perché in rifacimento. La successione dei fatti è in corso di
accertamento, l'autorità giudiziaria si è portata  sul posto.
Il Presidente ed il Direttore di Stabilimento "esprimono la loro vicinanza ai parenti e in segno di cordoglio sono state sospese tutte le attività di Stabilimento".

Arrivano i rimborsi elettorali. Con un 'taglio'

In arrivo 159 milioni di euro per i rimborsi elettorali

rainews24.it
In arrivo 159 milioni di euro per i rimborsi elettoraliAmmontano a 159 milioni i rimborsi elettorali che i partiti riceveranno e che si ripartiranno proporzionalmente ai voti presi alla Camera e al Senato. Una cifra comunque inferiore ai 407 milioni che le formazioni politiche ricevettero dopo la tornata del 2008. Il taglio e' arrivato nel giugno dell'anno scorso con una legge votata in modo bipartisan e che ha limitato l'erogazione ai soli partiti che eleggono almeno un parlamentare.
Ammontano a circa 42,7 milioni i rimborsi elettorali che il Movimento Cinque Stelle dovrebbe ricevere grazie ai suoi risultati nelle urne. Secondo le elaborazioni effettuate dall'Ansa in base della legge vigente. IL Movimento di Beppe Grillo ha per altro annunciato che intende rinuninciare a questo tipo di finanziamento che pero' se non approva uno statuto interno perderebbe comunque. Il partito con maggiori rimborsi e' il Pd, con 45,8 milioni; al Pdl andranno 38 milioni e a Monti 15 milioni.

5 Stelle, i neodeputati a Bologna: “Saremo costruttivi come vuole la Costituzione”

Gli 11 eletti in Emilia Romagna si riuniscono e pubblicano un documento con gli obiettivi prioritari "speriamo condivisi anche da altre forze politiche": legge elettorale, tagli ai costi della politica, stop rimborsi elettorali. In attesa del summit di tutti gli onorevoli del Movimento che si terrà a Roma: "Forse ci sarà anche Grillo".

ilfattoquotidiano.it di | Bologna | 27 febbraio 2013
5 Stelle, i neodeputati a Bologna: “Saremo costruttivi come vuole la Costituzione”

La Costituzione sopra ogni cosa. Arriva dopo nemmeno 24 ore dai risultati elettorali definitivi il documento condiviso da tutti gli 11 neodeputati a 5 Stelle emiliano romagnoli. Un comunicato collettivo che mette al primo posto il rispetto sovrano della Costituzione anche al di sopra dei singoli interessi: “Con noi entrano in Parlamento e nei palazzi romani i cittadini, noi saremo il loro occhio e la loro voce, nell’onestà e nella trasparenza; saremo propositivi e costruttivi seguendo i binari dettati dalla nostra Carta più importante: la Costituzione della Repubblica italiana”.

mercoledì 27 febbraio 2013

E questi sono stati rieletti

Da Scilipoti alla Polverini. Da Razzi a Formigoni. Ma anche qualche condannato (tipo Sciascia) e un manipolo di indagati, imputati e prescritti. Ecco le belle facce del nuovo Parlamento dopo la famosa operazione 'liste pulite'.

l'espresso di Lirio Abbate
 
Sono tanti gli "impresentabili" eletti al Senato e alla Camera, nonostante il grido d'allarme lanciato durante i giorni in cui i partiti formavano le liste. E così nei due rami del Parlamento andranno a sedere, anzi ritorneranno, fra poche settimane indagati, imputati, condannati, uomini che hanno avuto rapporti personali con boss mafiosi, e altri che hanno truffato.
Insomma, nonostante l'operazione di apparente pulizia lanciata da Silvio Berlusconi alla vigilia della chiusura delle liste, mettendo fuori Marcello dell'Utri e Nicola Cosentino, perché in questo modo, come sostenevano i sondaggi ordinati dal cavaliere, avrebbe evitato di perdere un milione di voti, i partiti sono ancora infettati. Gli impresentabili si sono infiltrati. Sono nomi che non sempre sono popolari. In questo modo sono sfuggiti alla massa e al controllo dei mass media.
Il principio di elementare prudenza che porta, nelle democrazie mature, a escludere ed emarginare chi ha amicizie discutibili, chi tiene comportamenti non trasparenti, purtroppo in Italia non scatta mai. Eppure rappresentare gli elettori non è un semplice diritto: è un onore. Il garantismo deve valere nelle aule di tribunale, dove l'imputato va condannato solo se è colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio.

Grillo respinge invito di Bersani: "Proposte indecenti, è un morto che cammina. Si dimetta"

Beppe Grillo chiude la porta in faccia al Pd, che ieri aveva invitato il M5S a costruire una maggioranza. Attacca duramente Bersani: "E' un morto che parla. Fa proposte indecenti. Si dimetta". E sulla posizione in parlmanto aggiunge: "Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (nè ad altri). Voterà in aula le leggi che rispecchiano il suo programma chiunque sia a proporle".

Poi Beppe spiega peché non farà un accordo con il PD: "negli ultimi venti anni il Pd ha governato per ben 10 anni e nell'ultimo anno e mezzo ha fatto addirittura il governissimo con il Pdl votando qualunque porcata di Rigor Montis. Strette di mano e abbracci quotidiani tra Alfano e Bersani alla Camera, do you remember?". La replica di Bersani: "Venga a dirmelo in Parlamento".

Dopo Idv, anche i vertici di Pdci e Rifondazione si dimettono

Dopo le dimissioni di ieri di Di Pietro, arrivano oggi quelle delle segreterie nazionali di Pdci e Rifondazione. "Il Segretario e la segreteria nazionale del PdCI hanno rassegnato le loro dimissioni e hanno deciso la convocazione del Comitato Centrale per il 9 e 10 marzo 2013, dal quale si avvierà una fase di riflessione strategica per il futuro e per il rilancio del partito" si legge sul sito ufficiale del Pdci. Stessa decisione presa dalla segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, che avvia un percorso di riflessione interna con direzione e comitato politico convocati per i prossimi giorni, i quali forse porteranno al congresso straordinario o comunque ad una probabile riorganizzazione del Partito.
Decisioni forti ma ampiamente attese dopo il pessimo risultato elettorale ottenuto dalla lista Rivoluzione Civile, la cui esperienza pare non essere messa in discussione dai rispettivi partiti che ne hanno fatto parte.

La sconfitta dell’anti Europa comincia in Italia

Le elezioni italiane sono una risposta che può evolversi in maniera positiva o in maniera catastrofica. Dipende dai progressisti, gli intellettuali e gli autonomi del continente, dipende da noi.

Franco Berardi Bifo
L’unione europea nacque come progetto di pace e di solidarietà sociale raccogliendo l’eredità della cultura socialista e internazionalista che si oppose al fascismo.
Negli anni ’90 le grandi centrali del capitalismo finanziario hanno deciso di distruggere il modello europeo, e dalla firma del Trattato di Maastricht in poi hanno scatenato un’aggressione neoliberista.
Negli ultimi tre anni l’anti-Europa della BCE e della Deutsche Bank ha preso l’occasione della crisi finanziaria americana del 2008 per trasformare la diversità culturale interna al continente europeo (le culture protestanti gotiche e comunitarie, le culture cattoliche barocche e individualiste, le culture ortodosse spiritualiste e iconoclaste) in un fattore di disgregazione politica dell’unione europea, e soprattutto per piegare la resistenza del lavoro alla definitiva sottomissione al globalismo capitalista.
Riduzione drastica del salario, eliminazione del limite delle otto ore di lavoro quotidiano, precarizzazione del lavoro giovanile e rinvio della pensione per gli anziani, privatizzazione dei servizi. La popolazione europea deve pagare il debito accumulato dal sistema finanziario perché il debito funziona come un’arma puntata alla tempia dei lavoratori.
Cosa accadrà? Due cose possono accadere: o il movimento del lavoro riesce a fermare questa offensiva e riesce a mettere in moto un processo di ricostruzione sociale dell’Unione europea, o il prossimo decennio vedrà in molti luoghi d’Europa esplodere la guerra civile, il fascismo crescerà dovunque, e il lavoro sarà sottomesso a condizioni di sfruttamento ottocentesco.
Ma come fermare l’offensiva?

I mercati adorano l'instabilità

Il giorno dopo le elezioni, tutti a guardare come reagiranno «i mercati». Lo spread aumenterà? La Borsa subirà un contraccolpo? Leggendo i giornali, si conferma l'assurdo potere attribuito ai mercati finanziari, che grazie alla loro sfera di cristallo sarebbero gli unici in grado di dirci quanto sia grave la situazione attuale, l'ingovernabilità del Paese e il futuro che ci attende.

L'instabilità dei mercati non è un indesiderato effetto collaterale dello strapotere della finanza speculativa, è la base stessa del gioco. Più scommesse girano su un dato titolo, paese o impresa, più i corrispondenti prezzi rischiano di impazzire. E se i prezzi impazziscono le possibilità di profitti a breve aumentano di pari passo. 

il manifesto | Autore: Andrea Baranes
Mercati finanziari 2012: si scommette sul super-euroIl responso è chiaro, l'oracolo finanziario non lascia spazio a illusorie speranze: ci attende un periodo di forti turbolenze, se non di peggio. A giudicare dalla giornata di ieri è probabile che sia così. È altrettanto probabile, però, che l'instabilità sarà legata a motivi opposti ai quelli a cui solitamente si pensa. La finanza non è spaventata dall'incertezza che si prefigura nella politica italiana. Gli investitori non fuggono l'Italia. È l'opposto. La finanza è attratta ed eccitata da questa incertezza. L'Italia diventa un obiettivo.
Cerchiamo di capire. Speculare significa in parole semplici comprare qualcosa, sperare che il prezzo salga e poi rivenderlo. Oggi è possibile anche speculare al ribasso, ma questo non cambia i termini della questione. Più i prezzi si muovono rapidamente, più interesse c'è nel portare avanti una speculazione. Compro una casa per 100.000 euro. Se dopo un anno vale 101.000 euro posso rivenderla guadagnando 1.000 euro. Ho realizzato una speculazione, ma il margine di profitto è bassissimo, l'1% in un anno. Il gioco diventa molto più interessante se il mercato delle case è in preda a fortissime oscillazioni, se nel giro di pochi mesi c'è il caso che il prezzo della casa raddoppi (o si dimezzi).

Sotto la toga, niente

l flop di Rivoluzione civile non era scontato, ma largamente prevedibile. Quella lista era stata promossa da tre ex pm che portavano in dote uno, una sacrosanta polemica con il presidente della Repubblica e un'inchiesta contrastata sulla trattativa Stato-mafia, ma che era solo all'inizio, o era stata interrotta precocemente (mancava sicuramente, in quell'indagine, lo scambio tra l'arresto di Riina e la «messa in salvo» del suo archivio, consegnato indenne a Provenzano.

il manifesto | Autore: Guido Viale
E il ruolo in tutto ciò del procuratore Caselli (oggi grande fustigatore dei NoTav); l'altro portava in dote una strepitosa vittoria alle comunali di Napoli, che però comincia a far acqua di fronte ai lasciti catastrofici delle precedenti amministrazioni (è la stessa situazione in cui si trova Pizzarotti: non si possono affrontare a livello locale burocrazia, patto di stabilità, debiti pregressi, banche e altro ancora, senza mobilitazioni di respiro nazionale); quanto al terzo, ecco una lunga militanza a favore del massacro dei manifestanti del G8 di Genova, del Tav Torino-Lione, della legge obiettivo, della Tem e delle altre autostrade lombarde, di una serie di malversazioni nei finanziamenti pubblici al suo partito e l'elezione di tre parlamentari (De Gregorio, Scilipoti e Razzi), raccattati tra la feccia del paese per regalarli a Berlusconi.

Elezioni regionali Lazio

28 seggi a centrosinistra, 13 a centrodestra, 5 a M5S e 2 a Bongiorno
In base alla ripartizione dei seggi in Consiglio regionale, secondo i dati del Viminale, nel Lazio 28 posti sono andati alla coalizione di centrosinistra e 13 alla coalizione di centrodestra. Sette assegnati al Movimento 5 Stelle e due alla coalizione Bongiorno presidente. In particolare 10 seggi sono stati assegnati alla lista Zingaretti per il Lazio, 13 seggi al Pd, due a Lista civica Zingaretti, uno a Sel, uno al Partito Socialista Italiano, uno al Centro Democratico. Alla lista Lazio 2013 di Francesco Storace è andato un seggio, nove sono andati al Pdl, uno a Fli, uno alla Destra, uno alla Lista Storace.

Krugman commenta le elezioni: Austerity all’italiana

Due mesi fa, quando Mario Monti si è dimesso dalla carica di Capo del Governo Italiano, il giornale “The Economist” ha espresso l’opinione che la “prossima campagna elettorale sarà soprattutto un test sulla maturità e sul realismo degli elettori italiani”. Presumibilmente questa azione matura e realistica avrebbe dovuto portare al ritorno di Monti, che è stato essenzialmente imposto all’Italia dai suoi creditori, al ruolo di Capo del Governo, questa volta con un reale mandato popolare.

di Paul Krugman - International Herald Tribune, The GlobalEdition of the New York Times 27 febbraio, pagina 6.
Non sembra che le cose siano andate per questo verso. Il partito di Monti é arrivato quarto, non solo arrivando dietro l’essenzialmente comico Silvio Berlusconi, ma anche dietro al vero comico Beppe Grillo, la cui mancanza di una piattaforma coerente non gli ha impedito di diventare una forza politica poderosa.
Si è aperta una prospettiva fuori dall’ordinario, che ha diffuso nel mondo molti commenti sulla cultura politica italiana. Ma senza voler difendere le politiche del bunga bunga, lasciatemi porre la domanda più ovvia. Che bene ha esattamente fatto il realismo maturo all’Italia ed all’Europa intera?
In effetti Monti è stato il proconsole insediato dalla Germania per realizzare l’austerità fiscale in una economia già in difficoltà; la volontà di perseguirla senza limiti è ciò che i circoli politici europei definiscono come rispettabilità. Posizione che sarebbe stata corretta, se queste politiche avessero potuto funzionare, cosa che non è avvenuta. E, ben lungi dal sembrare realisti e maturi, coloro che invocano ancora l’austerità appaiono petulanti e fallimentari.

Si annunciava un successo per Grillo. Invece è stato un trionfo.

Ma sia chiaro: chi non ha smesso di muoversi dal basso ha il compito di rivendicare come, in questi anni, ha davvero costruito altre forme di vita e altre forme della politica.

MicroMega Online


Ha vinto la strategia comunicativa del comico che invade la rete e la utilizza per veicolare messaggi dall'alto. Ha vinto colui che allarga il solco che unisce la televisione al web per costruirvi un'autostrada a tre corsie che viene percorsa da torpedoni di elettori in fuga dal sistema dei partiti. Gli sfollati del voto scappano armi e bagagli dalle macerie fumanti della crisi economica e democratica. Sono uomini e donne, e tra di questi ci sarà anche qualche parlamentare esordiente, che non vanno demonizzati ma che vanno compresi perché la sofferenza va rispettata anche se spinge a sbagliare: hanno preso la strada più facile perché drammaticamente è sembrata l'unica via di fuga possibile.

... e i banchieri si aumentano i compensi

Nel 2011 il Monte dei Paschi chiude il bilancio con una perdita consolidata di 4,68 milioni. Il titolo senese, in Borsa, nello stesso anno brucia il 65% del proprio valore. Eppure il direttore generale Antonio Vigni nel 2011, complice la buonuscita da 4 milioni di euro, è stato il banchiere più pagato d'Italia: 5,4 milioni di euro in totale.

 IlSole24OreMorya Longo
Poco, certo, rispetto ai 23 milioni di dollari portati a casa nel 2011 dal banchiere più pagato al mondo: il numero uno di JP Morgan James Dimon. Ma sufficiente per mantenere vivo il dibattito anche nel nostro Paese: dopo cinque anni dall'inizio della grande crisi finanziaria, passati ad additare i super-stipendi, poco sembra essere cambiato. In Italia. In tutto il mondo. I banchieri guadagnano sempre cifre da capogiro, mentre il mondo reale diventa sempre più povero.

Negli Stati Uniti le retribuzioni dei top manager di banche e società finanziarie sono aumentate – secondo i dati della Sec pubblicati da Bloomberg – del 20,4%. E si tratta di un'anno di "austerità", per i banchieri, se si pensa che nel 2010 la maggiorazione era stata del 26%. Cifre che appaiono in linea con la crescita dei super stipendi dell'intera Wall Street: secondo Forbes, nel 2011 (non esistono ancora i dati 2012) la busta-paga dei top manager delle 500 maggiori aziende è salita dell'11,46% a 10,5 milioni di dollari medi.

E’ morto Stephane Hessel. Scrisse “Indignatevi”

Nato da una famiglia di ebrei tedeschi, partecipò alla resistenza in Francia e scampò a Buchenwald. A fianco dei diritti dei sans papier e della causa palestinese, scrisse il libello "Indignatevi", fonte di ispirazione per numerosi movimenti sociali.

contropiano.org
E' morto stanotte all'età di 95 anni lo scrittore francese, Stephane Hessel, autore di 'Indignatevi!', pamphlet diventato un vero e proprio successo editoriale in tutto il mondo nel 2010 e che ha ispirato alcune delle rivendicazioni e delle rappresentazioni utilizzate dal cosiddetto movimento internazionale dei cosiddetti indignati (soprattutto in Spagna, Grecia e Stati Uniti). Ne ha dato notizia la moglie, Christiane Hessel-Chabry.

Hessel, ex diplomatico e protagonista della Resistenza, è ''morto in nottata'', secondo quanto si è appreso. Nato nel 1917 a Berlino da una famiglia di origine ebraica, era arrivato da bambino in Francia dove fu naturalizzato nel 1937. Partecipò alla resistenza in Francia ma fu catturato. Evase e si unì di nuovo alla resistenza. Ma fu di nuovo catturato e fu deportato nel campo di concentramento di Buchenwald dove nascose la sua identità per sfuggire all'impiccagione. Riuscì anche in questo caso ad evadere, ma fu catturato di nuovo e di nuovo sfuggì agli aguzzini saltando da un treno e dopo una lunga peripezia in terra tedesca si unì alle truppe statunitensi e tornò a Parigi.
Dopo la Liberazione, partecipò alla scrittura della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.

L'Europa vola sul "Neuron"

Pochi sanno che il 1 dicembre scorso è stato collaudato il Neuron, il drone da combattimento "made in Europe". Il complesso militare-industriale europeo accentua la competizione con quello statunitense. Una puntuale analisi di Manlio Dinucci

contropiano.org
Mentre l'euro continua a perdere quota rischiando di precipitare, decolla il nEUROn. Non è un euro di nuovo corso. È un velivolo non pilotato da combattimento di nuovo tipo. Gli attuali droni, come il Predator statunitense, vengono pilotati a distanza da operatori seduti a una consolle, in una base negli Usa a oltre 10mila km di distanza: attraverso videocamere e sensori all'infrarosso, individuano l'obiettivo (una casa, un gruppo di persone, un'auto in movimento), colpendolo con missili «Fuoco dell'inferno». Questi e altri droni vengono sempre più impiegati nelle «guerre coperte» in Afghanistan, Pakistan, Iraq, Yemen, Somalia, Libia e altrove.

Elezioni. Dall’anomalia italiana alla frammentazione

Una prima valutazione dei risultati elettorali ci consegna alcuni dati per una riflessione da approfondire nei prossimi giorni.

contropiano.org
Il primo dato è indubbiamente la ingovernabilità prodotta dall’esito elettorale e la conferma che una larga parte della società italiana – in modo certamente spurio - non ha espresso consenso ai partiti filo-troika e apertamente subalterni ai diktat dell’Unione Europea. E’ un risultato che conferma la disgregazione sociale del paese e lo sdoppiamento di coscienza che agisce profondamente nei settori sociali. Nella realtà italiana agiscono ormai identità di classe indefinite e redditi “spuri”. Lavoratori dipendenti proprietari di case, pensionati con piccole rendite, ceti medi impoveriti ma plurireddito. A differenza degli anni Novanta, oggi la crisi dei ceti medi non produce consenso ma disgregazione sociale.
Il secondo dato è l’indubbio risultato del Movimento 5 Stelle e di Beppe Grillo. Ha recuperato una parte dell’astensionismo, ha intercettato la rabbia profonda di una parte rilevante della società ed ha svuotato elettoralmente le forze della sinistra più che quelle della destra;
Il terzo dato è la capacità di recupero di Berlusconi e la conferma di uno zoccolo duro sociale e politico intorno alle aspettative e alla demagogia espresse dal modello berlusconiano;
Il quarto dato è la fragilità sociale del Pd. L’elettorato raggiunto dal partito meglio strutturato del paese è rimasto sostanzialmente quello di venti anni fa: lavoro dipendente, residenti delle aree metropolitane ed elettorato circoscritto alle regioni dell’Italia centrale. Si tratta di un progetto che rimane sempre più minoritario sul piano sociale.
Il quinto dato è la scomparsa, ormai definitiva, delle esperienze residuali della sinistra esistente. E’ la conferma che le somme non fanno risultato se non rappresentano pezzi reali di società. Dunque è finita una storia della sinistra nel nostro paese, inclusa quella degli eredi dei partiti comunisti succubi della via parlamentare come simulacro del rapporto di massa.
Il sesto dato è che ipotesi e ideologie come quelle di Monti e Casini hanno semplicemente sbagliato paese. I dettami della cultura liberale e le sue derivazioni proto democristiane, si conferma che non trovano spazio in una realtà sociale disgregata come quella italiana.

De Magistris seppellisce R. Civile: «Non c'è futuro per questa lista»

Il sindaco di Napoli: «Rivoluzione Civile è finita. È stato un risultato pessimo di un'esperienza di due mesi, in una campagna elettorale brutta. Dispiace per persone come Antonio Ingroia..»

De Magistris 640
unità.it 
«Rivoluzione Civile è finita». Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris commentando i risultati elettorali. «Non c'è futuro per questa lista - aggiunge - di fronte a una sconfitta così netta. Dispiace per persone come Antonio Ingroia, che avendoci messo la faccia, non entrerà in Parlamento».
«È stato un risultato pessimo di un'esperienza di due mesi, in una campagna elettorale brutta e mediatica per una lista rimasta schiacciata tra il voto utile al Pd e il voto di rottura per Grillo», aggiunge de Magistris. Ribadendo che considera conclusa l'esperienza di Rivoluzione Civile ma non crede alla sconfitta personale, da leader del movimento arancione che ha sostenuto Antonio Ingroia.
«Io mi misuro solo quando mi candido - dice - quando mi candiderò, e avverrà, sarò misurato sul mio progetto politico. Per ora mi dedicherò pancia a terra ai problemi di Napoli perchè ci aspettano mesi di ingovernabilità».

BERSANI SFIDA GRILLO: «DICA COSA VUOLE FARE»

La delusione c’è e si percepisce tutta. Si sente dal tono della voce, si vede dall’espressione tirata di chi ha passato ore a fare i conti con dei dati che gli sono piombati addosso come una doccia gelata. 

bersani elezioni 900 l'unità Di Simone Collini 

Ma mentre Pier Luigi Bersani parla emerge anche la sua determinazione a non arrendersi, a giocare fino in fondo questa partita. Per rispetto nei confronti degli oltre otto milioni di italiani che hanno votato Pd e per il senso di responsabilità di chi sa che se non viene garantita la governabilità, questo Paese corre un grosso rischio.
A metà pomeriggio il leader del Pd arriva alla Casa dell’Architettura di Roma per commentare il risultato elettorale, ma soprattutto per indicare quella che giudica l’unica possibile strada da seguire a questo punto: sfidare il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo a comportarsi come si richiede al partito più votato, che adesso è presente in Parlamento con 109 deputati e 54 senatori: «Fin qui hanno detto “tutti a casa”, ma ora ci sono anche loro, o vanno a casa anche loro o dicono che cosa vogliono fare per questo Paese loro e dei loro figli».
La strada che vuole percorrere Bersani è stretta, in salita e piena di insidie, ma come avrebbe spiegato in una telefonata con Giorgio Napolitano è anche l’unica percorribile. Il leader del Pd ritiene infatti che non ci siano né le condizioni né un interesse generale a ripetere l’esperienza del governo delle larghe intese insieme al Pdl. Per questo, alla proposta di dialogo avanzata da Silvio Berlusconi, Bersani risponde a distanza con un no grazie, proponendo invece a tutte le forze interessate ad approvare una serie di riforme «per il cambiamento» e un altro sbocco politico alla crisi che si è aperta dopo queste elezioni: «Berlusconi e il Pdl? Si riposassero. Non intendo imbastire accordi basati su non si sa cosa, nessuno capirebbe che cominciassero dei balletti di diplomazia. Dobbiamo ribaltare lo schema. Adesso si discuta di cosa serve al Paese».

Il voto regionale a Campagnano di Roma

Comune di CAMPAGNANO DI ROMA

Il PD è il partito più votato alle elezioni regionali, segue il PDL e terzo il MoVimento 5 Stelle

martedì 26 febbraio 2013

Val Susa a 5 Stelle, ora il partito No-Tav assedia Torino

Alberto Perino e Beppe Grillo
Val Susa a 5 stelle: «Avremo percentuali bulgare», aveva avvertito il portavoce No-Tav Alberto Perino, e così è stato. I grillini sono saldamente il primo partito in tutta la valle minacciata dalla Torino-Lione. Il record spetta a Venaus, paese simbolo della storica “resistenza” del 2005: Grillo rimedia addirittura il 58,1% dei voti, nonostante l’8,8 raccolto dal sindaco Nilo Durbiano, capolista al Senato per “Rivoluzione civile”. Va al “Movimento 5 Stelle” anche Avigliana (37,8%), capoluogo produttivo della valle e città natale di Piero Fassino, oltre che dell’ex sindaco Carla Mattioli, espulsa dal Pd per la sua posizione No-Tav e ora candidata alla Camera con Vendola. A gonfie vele anche Bussoleno, altro centro della protesta contro la Torino-Lione, dove Grillo raccoglie il 46,3% e spedisce a Roma, in carrozza, il neo-senatore Marco Scibona. Sempre a Bussoleno, dove Rifondazione è sempre stata fortemente radicata, Ingroia “supera lo sbarramento” raccogliendo il 4,6% dei voti, nonostante la mancata candidatura di Nicoletta Dosio, storica attivista No-Tav.
Si “arrendono” a Grillo anche i Comuni più coinvolti dalle recenti manifestazioni contro la Torino-Lione: Chiomonte è “5 Stelle” col 37,5%, Giaglione raggiunge il 44%, Exilles addirittura il 53,2%. Sopra il 50% anche Mattie, il paese dei due giovani arrestati a febbraio per la violazione delle reti del cantiere di Chiomonte. Campane a morto per la stessa Gemma Amprimo, sindaco Pdl di Susa, uno dei pochissimi amministratori locali pro-Tav nonostante il progetto-monstre della futura, improbabile “stazione internazionale”: persino il capoluogo storico della valle, tradizionalmente moderato, cede il passo a Grillo, primo partito col 42,7%. Tutta la valle di Susa è “5 Stelle”, spesso con percentuali superiori al 40%: sfiorano il 50% Meana di Susa, Mompantero, Chianocco, Bruzolo, Villarfocchiardo e Sant’Ambrogio, mentre lo superano Vaie, San Didero e addirittura San Giorio, tradizionale “feudo rosso”, dove ora Grillo riscuote il 51,5% dei consensi.

L’euro è ormai un morto che cammina. Occorre tentare una exit strategy “da sinistra”

di Emiliano Brancaccio, da emilianobrancaccio.it
Il signor euro aveva più volte rischiato l’infarto. Il dottor Draghi decise allora di metterlo in coma farmacologico. Sulla cura però indugiava, e a intervalli periodici il dilemma amletico gli si ripresentava: lasciarlo dormire o farlo morire? Draghi insisteva per la prima soluzione. Ma ad un tratto il popolo italiano ha improvvisamente optato per la seconda: ormai l’euro è solo uno zombie, un morto che cammina. Volenti o nolenti, prendiamone atto.

Vedrete che nel Direttorio della Bce l’avranno già capito. A Francoforte si accingeranno a modificare la “regola di solvibilità” della politica monetaria: il famigerato ombrello europeo contro la speculazione verrà pian piano chiuso, per poi finire in cantina [1]. La dottrina del falco Jurgen Stark, uscita dalla porta, si appresta dunque a rientrare dalla finestra. Si può star certi che il dottor Draghi dovrà accoglierla con tutti gli onori. Le più fosche previsioni di un appello di 300 economisti, pubblicato nel giugno 2010, si stanno dunque avverando [2]. La pretesa della Bce di proteggere dagli attacchi speculativi solo i paesi devoti alla disciplina dell’austerity, si è rivelata un clamoroso errore, logico e politico. L’Italia, che ha dato i lumi al Rinascimento ma anche al Fascismo, ieri ha sancito che per l’euro non resta che recitare il De Profundis. Nessuno osi affermare che ha fatto da sola: i tecnocrati europei, condizionati dagli interessi prevalenti in Germania, stavano già da tempo preparando il fosso in cui seppellire la moneta unica.

Ferrero: Prime riflessioni sul voto

Paolo Ferrero (Rivoluzione Civile) Grande è la delusione e lo scoramento. Voglio quindi dare un grande ringraziamento ai compagni e alle compagne per il loro lavoro e proporvi una prima riflessione a caldo.
I dati sono arrivati e sono chiari: abbiamo perso. Rivoluzione Civile è rimasta schiacciata tra il voto di protesta dato a Grillo e il voto utile dato a Bersani.
Il voto è caratterizzato dal grande successo di Grillo che rappresenta l’insofferenza di massa per le politiche economiche e il sistema politico. Questo è il risultato che fornisce la cifra della consultazione elettorale: un paese che non condivide le politiche neoliberiste e non si riconosce nel sistema politica ma non ha maturato alcuna alternativa. Contemporaneamente un parlamento in cui nessuno degli schieramenti che si è presentato alle elezioni ha la maggioranza.
Quella che ci consegna il voto non è allora una rivoluzione, ne una situazione di stallo, ma una crisi organica, in cui il sistema non è più in grado di dare una risposta stando all’interno delle sue regole. Per descrivere la situazione italiana ho più volte parlato di Weimar al rallentatore, adesso ci siamo finiti dentro in pieno.
Il risultato concreto delle elezioni non è quindi la rivoluzione ma l’implosione del sistema in cui nemmeno il nuovo ricorso alle urne è così semplice: rischierebbero di riprodurre la situazione di stallo.
Parallelamente mi pare difficile che possano ridar vita ad una grande coalizione: la campagna elettorale ha fortemente polarizzato la situazione.

Piovono le denunce per l'Hackmeeting 2006

Sette anni fa avevano occupato un edificio abbandonato per ospitare il raduno degli hacker italiani. Ora in ventitré rischiano fino a due anni di carcere.

hackmeeting 2006 parmaSono ormai quindici le edizioni che l'Hackmeeting - il raduno nazionale di hacker - può vantare nella propria storia.
Ogni anno, dal 1998, gli hacker da tutta la penisola si radunano per scambiarsi idee, partecipare a feste, seminari, dibattiti e parlare dell'impatto della tecnologia sulla vita quotidiana.
È normale per l'Hackmeeting che gli eventi siano organizzati in luoghi che, ufficialmente, non potrebbero essere adoperati: nel caso dell'ultima edizione si è trattato dell'Asilo Occupato a L'Aquila; nell'edizione del 2006l'Hackmeeting si tenne nella ex sede dell'USL di Parma.
Se ci occupiamo oggi dell'edizione 2006 è perché 23 partecipanti all'Hackmeeting di quell'anno si sono visti denunciare in questi giorni, in base all'articolo 633 del Codice Penale, il cui titolo recita Invasione di terreni o edifici.

Alitalia al capolinea: nel 2012 perdite quadruplicate a 280 milioni di euro

L'anno scorso la compagnia ha bruciato quasi 800mila euro al giorno. Il conto dell'operazione Fenice elaborata da Passera e Berlusconi nel 2008 evidenzia 843 milioni di perdite accumulate, debiti per oltre 1 miliardo e liquidità agli sgoccioli.

Alitalia

Tempismo perfetto per Alitalia che ha pubblicato i conti del 2012 proprio mentre il Paese è concentrato sui risultati elettorali. Come non comprendere? La compagnia di bandiera ha chiuso il 2012 con un rosso di 280 milioni di euro, che significa una perdita quotidiana vicina agli 800mila euro. Quattro volte tanto l’andamento del 2011, quando la società aveva chiuso il bilancio con un rosso di 69 milioni di euro.
A poco è valsa, quindi, la crescita dei ricavi a 3,594 miliardi (+3,3%): il risultato operativo, infatti, è negativo per 119 milioni e si confronta con i -6 milioni del 2011. A pesare sul risultato netto sono stati anche accantonamenti ed oneri straordinari, tra i quali vanno segnalati circa 91 milioni euro dovuti a svalutazioni, manutenzioni e vendite di aerei, nell’ambito del rinnovamento della flotta conclusosi a dicembre 2012.

Il voto degli italiani

ITALIA: VOTANTI 75.16%ENTI SCRUTINATI 61.446 / 61.446 AFFLUENZA 2013 75.16% ELETTORI: 46.906.343 SEGGI: 617

MoVimento 5 Stelle primo partito in Italia

Riepilogo nazionale, Camera dei Deputati

(fonte corriere della sera)

Come hanno votato i cittadini di Campagnano di Roma

Comune di CAMPAGNANO DI ROMA

VOTANTI 77.7% ENTI SCRUTINATI 7 / 7 ABITANTI: 11.166 ELETTORI: 7.765

 Campagnano a 5 Stelle Il Movimento 5 Stelle diventa il primo partito alla Camera, al Senato vince il PDL, PD terzo partito.

vedi tutti i risultati (fonte corriere della sera)

L’agenda dei cittadini

Quando si sarà dissipato il fumo della campagna elettorale il nuovo parlamento si troverà di fronte ad una situazione inedita, frutto di un rinnovato e prezioso attivismo civico. Le proposte di legge di iniziativa popolare sull'acqua e sul reddito di cittadinanza rappresentano una dote programmatica da sfruttare immediatamente.



di Stefano Rodotà, da Repubblica, 24 febbraio 2013
In una campagna elettorale quasi completamente appaltata alla “scienza triste” (l’economia, così definita da Thomas Carlyle), e percorsa da agende talora improponibili, si è in questi giorni concretamente manifestata un’altra proposta programmatica, segno tangibile di una società vitale, capace di indicare con precisione e rigore i modi per affrontare questioni che altrimenti rischiano di rimanere sullo sfondo. Quel che va segnalato, tuttavia, non è soltanto l’esistenza di molte proposte, ma il modo in cui sono state elaborate. Migliaia di persone, centinaia di associazioni si sono impegnate nella preparazione di specifiche proposte di legge, intorno alle quali sono state poi sollecitate l’attenzione e la partecipazione dei cittadini. Più di cinquantamila firme accompagnano una proposta di legge d’iniziativa popolare sul reddito minimo garantito, più di un milione di firme sono state già raccolte in Europa perché l’accesso all’acqua sia riconosciuto come diritto fondamentale della persona.
Non siamo di fronte all’improvvisa emersione di una “cittadinanza attiva”. Scopriamo piuttosto che non è scomparso quel risveglio della società suscitato, tra la fine del 2010 e la prima parte del 2011, da grandi manifestazioni pubbliche che hanno creato le condizioni propizie ai successi della sinistra nelle elezioni amministrative della primavera del 2011 e al risultato strepitoso del referendum del giugno di quell’anno, quando ventisette milioni di persone dissero no al profitto nella gestione dei servizi idrici. Quello spirito è ancora vitale. Ignorato dalle forze politiche ufficiali, produce nuovi frutti e si rivolge fiduciosamente al nuovo Parlamento, mettendo a sua disposizione disegni di legge definiti in ogni dettaglio, che possono essere immediatamente presentati e che possono alimentare discussioni diverse da quelle monocordi e approssimative che ci hanno afflitto negli ultimi anni.

lunedì 25 febbraio 2013

Lavoratori Almaviva: cercasi Sindacato, astenersi perditempo

Abbandonata dal Sindacato, prosegue la vertenza dei 632 lavoratori Almaviva di Roma, sospesi dal lavoro e a rischio cassa integrazione straordinaria.

cercasi_sindacatoCosì,mentre i grandi giornali nazionali pubblicavano articoli-fotocopia tratti dai comunicati aziendali [1, 2], con informazioni infondate (si diceva che i 632 lavoratori erano in cassa integrazione, ma in realtà la richiesta di Cigs presentata dalla società non è stata ancora presa in esame dal Ministero del Lavoro), noi parlavamo dell’indagine iniziata dall’Ispettorato del Lavoro. Con il diario di protesta dal presidio dei lavoratori.
Se avete letto le notizie linkate sopra (vi consigliamo di farlo), avrete un’idea di cosa stiamo parlando: una vertenza che coinvolge 632 famiglie della capitale, piena di lati oscuri, in cui la società la fa da padrona. E come potrebbe essere diversamente, con un Sindacato assente o addirittura accondiscendente con l’azienda? Sì, perché mentre i sindacati avrebbero preferito firmare un accordo favorevole alla società e chiuderla lì, i lavoratori denunciano l’ingiustizia di fondo di questa storia: siamo davanti a un caso di delocalizzazione bello e buono, le ragioni economiche o produttive non c’entrano nulla. “Ci mandano a casa per aprire un call center al sud e intascarsi i finanziamenti pubblici della Regione Calabria”, tagliano corto i lavoratori.

Altre rilevazioni L7

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Instant poll: Senato, Centrosinistra 36-38%, centrodestra 30-32%

rainews24.it 25 Febbraio 2013  Primo instant Poll ore 15:



Camera dei Deputati: 
Scelta civica, Mario Monti: 8-10%
Pd - Sel, Pier Luigi Bersani: 35-37%
PdL - Silvio Berlusconi: 21 -23%
Lega Nord: 4-5%
Fratelli d'Italia 1%
La Destra 1%
Tot centrodestra: 29-31%
Mov. 5 Stelle, Beppe Grillo: 19-21%

Rivoluzione civile, Antonio Ingroia 2-3%
Fare per fermare il declino, Oscar Giannino: 1%

Senato della Repubblica:
Centrodestra 30-32%
Centrosinistra: 36-38%
Scelta civica, Mario Monti: 7-9%
Pd - Sel, Pier Luigi Bersani: 32-34%
PdL - Lega Nord, Silvio Berlusconi: 22-24
Lega :4-5%
La Destra: 1%
Mov. 5 Stelle, Beppe Grillo: 17-19%
Rivoluzione civile, Antonio Ingroia: 2-3%
Fare per dfermare il declino, Oscar Giannino 1%

Palestinesi, morire sotto tortura in prigione

Arafat Jaradat, un giovane di 30 anni originario di un villaggio vicino a Hebron in Cisgiordania, è morto sabato in una prigione israeliana. Lascia una moglie in attesa e due figli di quattro e tre anni.
Jaradat era stato arrestato nella notte del 18 febbraio e sottoposto a interrogatorio dai servizi segreti dello Shin Bet nel centro di detenzione di Al-Jalame, prima di essere trasferito nella prigione di Megiddo in Israele.
 
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Secondo fonti israeliane era stato arrestato in quanto sospettato di essere coinvolto nel ferimento di un colono israeliano durante una protesta contro l’offensiva militare dello scorso novembre contro la striscia di Gaza.
La morte di Jaradat ha dato il via ad uno sciopero della fame di massa ed ha contribuito ad innalzare la tensione, già molto alta di questi giorni, e le proteste in corso contro l’occupazione israeliana
Immediatamente è stata chiesta un’indagine internazionale su questa morte, su cui da subito è aleggiato pesante il sospetto di tortura. Come segnalato dall’organizzazione per i diritti umani Al Haq, i risultati dell’autopsia eseguita poche ore fa hanno tragicamente confermato tale sospetto.

Concordia: Costa crociere patteggia, rischia di pagare un milione di euro

Il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio, dopo aver chiesto il rinvio a giudizio per cinque persone ha definito "smisurata la responsabilità di Schettino" legata "all'impressionante serie di errori".

Concordia: Costa crociere patteggia, rischia di pagare un milione di euro

Un milione di euro. A tanto ammonta la cifra che Costa crociere rischia di pagare al termine del processo sul naufragio della Concordia avvenuto il 13 gennaio 2012 al largo dell’isola del Giglio. Una tragedia costata la vita a trenta persone. Ora la compagnia navale ha deciso di patteggiare davanti al tribunale di Grosseto. Gravissime le accuse: illecito amministrativo dipendente dai reati di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime, aggravati dalla violazione delle norme antinfortunistiche.
Sempre oggi, la procura di Grosseto ha chiesto al gup Pietro Molino il rinvio a giudizio per il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio, abbandono di nave. Chiesto il processo anche per due ufficiali in plancia, il timoniere, l’hotel director e Roberto Ferrarini.  Al termine dell’udienza preliminare i giudici hanno definito “simisurate le responsabilità di Schettino e la impressionante serie di errori commessi in tutte le fasi della vicenda, a partire dalla manovra scellerata e fino alla criminale gestione dell’emergenza, conclusasi con l’abbandono della nave e delle persone, inermi e terrorizzate a bordo”.