giovedì 6 settembre 2012

Cinema SPECIALE VENEZIA 69 - Après mai

Après Mai di Oliver Assayas è fino ad ora il miglior film di Venezia 69.

di Barbara Sorrentini
 


Francese con origini ungheresi, è un regista dallo sguardo puro nei confronti di un cinema senza artifici, con una ricerca di mezzi che non ammicca al pubblico e la scarsa distribuzione dei suoi film, soprattutto in Italia, ne è la prova. Cineasta di culto in Francia e nei festival, l'ultimo suo Carlos, presentato l'anno scorso a Cannes e passato da Sky per la lunghezza seriale del film, è stato un successo ed è stato distribuito nel suo paese con la stessa logica di La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana. Non a caso citato, anche se in questo memoriale sessantottino in chiave cinematografica c'è tanto materiale, da The Dreamers di Bernardo Bertolucci a Les amants réguliers di Philip Garrel.

Il film è ambientato all'inizio degli anni '70 “in un posto non molto lontano da Parigi”, si legge passati i titoli di testa; in realtà siamo a Parigi, ma l'indicazione sta a significare che quello che stava accadendo lì in quell'epoca si stava manifestando un po' dappertutto. Il contesto è quello delle proteste giovanili, con gli studenti nelle piazze sedati malamente dalla Polizia. E' appena passato il '68, il maggio del titolo, nella schiuma di quell'onda lunga passata anche in Italia. I ragazzi descritti da Assayas cercano una collocazione, sono quasi tutti artisti, impegnati politicamente e cercano di fare cinema. Il protagonista Gilles è un pittore e vorrebbe continuare a dipingere ma con l'aiuto del padre, sceneggiatore di Maigret per la tv, va a Londra a lavorare sul set di un film di “fantascienza con nazisti e dinosauri”, ma non è detto che poi quella sia la sua strada definitiva. Così come quella degli altri compagni, che in preda all'entusiasmo del momento si sono lasciati trasportare dalla corrente.

La ricostruzione dell'epoca è tra le migliori viste negli ultimi anni di cinema ambientato negli anni '70: usi, costumi, arredamenti, atmosfere e anche atteggiamenti; aspetto non semplice soprattutto con i giovani attori, così immersi nell'epoca attuale da non rendere facilmente possibile l'immedesimazione negli anni dei loro genitori. Quasi tutti nati tra il 1991 e il 1993: Clément Métayer, Lola Créton, Félix Armand, Carole Combes, Mathias Renou, Hugo Conzelmann, India Salvor Menuez. Interessante è il punto di vista sullo strumento con il dibattito su come utilizzare l'arte: se in maniera semplice e lineare facendo passare messaggi forti da comunicare a tutti, al popolo ai lavoratori e a chi non ha i mezzi per comprendere, oppure utilizzare l'arte rivoluzionandola nello stile, rischiando di rendere incomprensibile ai più il messaggio che si sta veicolando. Anche l'esplorazione dei rapporti è uno studio d'epoca, così diverse oggi da allora, più sincere, ricche, sentite e senza filtri.

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