La tradizione antifascista di Cosenza è stata rispettata. Nella piazza intitolata a Matteotti più di duecento persone hanno resistito per ore alla polizia per bloccare il simbolo dello stragismo
manifesto.it Claudio Dionesalvi
Ci sono volute tre cariche e quattro feriti
per far entrare Stefano Delle Chiaie a Cosenza. Città paralizzata sin
dalle prime ore del mattino per la manifestazione antifascista convocata
da collettivi studenteschi, movimenti, sindacalisti, esponenti dei
partiti della sinistra e centri sociali che, uniti sotto la storica
sigla Cosenza Antifascista, hanno presidiato per l’intera giornata
l’edificio del CONI, sede della presentazione del libro “L’aquila e il
condor” di recente scritto dall’anziano neofascista con la prefazione di
Luca Telese.
La tradizione antifascista di Cosenza ancora
una volta è stata rispettata. Nella piazza intitolata a Matteotti più di
duecento persone hanno tentato con ogni mezzo di impedire il raduno dei
“camerati di merende” al grido di “A Cosenza non passerete”. È fallito
il tentativo di mediazione del sindaco Occhiuto che nel pomeriggio ha
cercato di calmare gli animi di manifestanti e forze dell’ordine. Non è
passata inosservata la presenza di funzionari di PS arrivati da Reggio
Calabria, che non hanno esitato ad ordinare l’azione repressiva. Intorno
alle 15 la prima carica, ma il presidio resisteva. Due ore dopo,
l’attacco più violento della polizia che è riuscita a guadagnare solo
due metri di asfalto. Dalla pioggia di manganellate sono usciti contusi
diversi manifestanti. Ad avere la peggio, Francesco Saccomanno, storico
portavoce del forum ambientalista, che nel tentativo di proteggere
alcuni attivisti finiti a terra durante la carica, è stato a sua volta
violentemente colpito alla testa. Trasportato all’ospedale, in serata le
sue condizioni non apparivano gravi. Ma pochi istanti dopo la partenza
dell’ambulanza, le forze dell’ordine effettuavano la carica peggiore,
aggredendo i manifestanti alle spalle per consentire l’ingresso di Delle
Chiaie nell’edificio del CONI. Col passare delle ore, la piazza si è
riempita di cittadini che spontaneamente si sono aggregati alla
protesta.
In tarda serata, i manifestanti hanno dato
vita ad un corteo spontaneo che ha attraversato le vie della città
facendo tappa sotto il palazzo municipale dove è stato affisso uno
striscione “Cosenza odia il fascismo”. La manifestazione si conclusa
sotto la prefettura.
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