lunedì 24 settembre 2012

Rifiuti, la perizia della Regione boccia Monti dell’Ortaccio

Lunedì la conferenza dei servizi sulla discarica. Secondo i tecnici «falde acquifere in superficie»

di Raffaella Troili




ROMA - «Niente discarica a Monti dell’Ortaccio, se si autorizzasse galleggerebbe nell’acqua». Lo dice il lungo parere dettagliato dei tecnici che hanno effettuato le verifiche per conto della Regione. A questo punto potrebbero essere tre secchi no, tre i pareri negativi con cui domani dovrà fare i conti il prefetto Goffredo Sottile in conferenza di servizi. Uno è certo: la relazione dei tecnici della Regione Lazioboccia il progetto di discarica provvisoria della società Colari che fa capo a Manlio Cerroni per la presenza «di falde acquifere in superficie». Sono «emerse delle negatività» anche nelle stanze del Comune, dunque si va verso un parere negativo anche nella relazione commissionata dal Campidoglio ai sui tecnici. Nessuna indiscrezione dalla Provincia, è noto però come Palazzo Valentini abbia da tempo preso le distanze dal progetto di Colari di «discarica per rifiuti speciali non pericolosi trattati realizzata in una ex cava».

Per ora chi si opporrà a Monti dell’Ortaccio è di sicuro la Regione, soggetto attuatore dell’ordinanza prefettizia. L’elenco delle pecche riscontrate al progetto è lungo, in sintesi secondo gli esperti la discarica finirebbe per galleggiare nell’acqua: proprio sotto l’area individuata c’è una falda scoperta durante gli scavi. Un’altra falda, più sotterranea, in alcuni punti è affiorata, in altri è al limite dei metri previsti dalla legge. Inoltre nel progetto vengono presentate le misurazioni relative solo al mese di agosto (periodo di siccità), ma mancano quelle relative alle altre stagioni dell’anno, come manca la cartina geologica. E’ chiaro ormai ai tecnici della Regione che se si autorizzasse la discarica mancherebbero i famosi due metri previsti dalle norme tra l’argilla e la falda acquifera. Dunque è il sito meno adatto - si evince dal parere della Regione - visto che per superare tali e gravi criticità sarebbero necessari tempi molto lunghi.

Come se non bastasse su una parte dell’area (che si trova a poche centinaia di metri da Malagrotta) c’è anche un vincolo archeologico visibile sulle cartine del Mibac e segnalato alla Soprintendenze. Ancora, il parere della Regione, avverte che a 650 metri insiste un insediamento abitativo, Piana del sole, di almeno 4mila abitanti e aziende agricole anche a cento metri, quando il piano rifiuti prevede distanze minime dai siti abitativi di almeno mille metri. In arrivo un altro no, quello dell’Arpa: «il progetto non consentirebbe la reale verifica del controllo del percolato», avverte la Regione. Insomma anche l’incontro tanto atteso in programma domani tra enti locali potrebbe dare un nulla di fatto. Difficile che esca finalmente il nome del sito provvisorio che dovrà sostituire Malagrotta. Sottile, commissario per l’emergenza rifiuti, prende tempo. «Ce la giocheremo lì, in conferenza di servizi, vediamo che succede. Su Monti dell’Ortaccio resto fiducioso: considerata l’urgenza di provvedere, si tratta dell’unica soluzione possibile, altrimenti...». Sottile non spiega l’altrimenti, precisa però che «la conferenza di servizi ha carattere istruttorio la decisione poi spetta al commissario, sulla base di quel che dice l’ordinanza».

Convocati domani mattina enti locali, ministeri, autorità di bacino. Comune, Provincia e Regione dovranno pronunciarsi sul progetto che tante proteste ha suscitato tra gli abitanti di Valle Galeria. Quello dell’inquinamento delle falde è lo scoglio principale, la riunione si annuncia lunga, anche perché potrebbero non esserci un sì o un no secchi, il commissario per superare l’empasse potrebbe chiedere prescrizioni, lavori e barriere di protezione. E comunque superare le varie divergenze e veti istituzionali, a patto che non si vada a violare normative europee e le politiche anti inquinamento. Ecco, appunto.

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