Rapporto Svimez
L'allarme nel dossier 2012: nel Mezzogiorno la
disoccupazione reale supera il 25% e lavora meno di una giovane donna su
quattro. Il pil scende, e l'emigrazione interna riprende a galoppare.
"Ci vorrebbero 400 anni per recuperare lo svantaggio col Nord" Un Mezzogiorno a rischio desertificazione industriale e segregazione
occupazionale, dove i consumi non crescono da quattro anni, la
disoccupazione reale supera il 25% e lavora meno di una giovane donna su
quattro. E' il quadro po edificante che emerge dal Rapporto Svimez
2012. di rassegna.it
Oltre un milione e 350 mila persone sono infatti emigrate dal Mezzogiorno dal 2000 al 2010. Nello stesso decennio, il Pil pro capite meridionale è passato dal 56,1% di quello del settentrione al 57,7%. “Continuando cosi' ci vorrebbero 400 anni per recuperare lo svantaggio che separa il Sud dal Nord”, osserva Svimez nel rapporto. Per cambiare passo, l'associazione propone un nuovo paradigma per il Sud “capace di integrare sviluppo, qualità ambientale, riqualificazione urbana e valorizzazione del patrimonio culturale”. Nel 2012, in ogni caso, il Pil del Mezzogiorno sarà in calo del 3,5%, i consumi del 3,8% e gli investimenti del -13,5%, secondo il Rapporto. Il Pil nazionale, invece, ripiegherà del 2,5% grazie al risultato del Centro-Nord (-2,2%). La recessione continuerò poi al Sud nel 2013 (-0,2%) mentre l'Italia crescerà dello 0,1% e il Centro-Nord dello 0,3%.
Il divario è aggravato, per Svimez, dalle manovre del 2010-2011 che pesano per 1,1 punti sul Pil nazionale, per 2,1 punti al Sud e solo 0,8 al Centro-Nord. Nel 2011 la regione più ricca è stata la Valle d'Aosta, con 32.602 euro, seguita da Lombardia (32.538), Trentino Alto Adige (32.288), Emilia Romagna (31.524 euro) e Lazio (30.884 euro).
Nel Mezzogiorno la regione con il Pil pro capite più elevato è stata l'Abruzzo (21.980 euro). Seguono la Sardegna (20.080), il Molise (19.748), la Basilicata (18.639 euro), la Sicilia (17.671), la Puglia (17.102) e la Calabria (16.603). La regione più povera è invece la Campania, con 16.448 euro. Il divario tra la regione più ricca e la più povera, dunque, è stato nel 2011 di oltre 16mila euro: in altri termini, un valdostano ha prodotto nel 2011 oltre 16mila euro in più di un campano.
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