venerdì 21 settembre 2012

Il Bel Paese naviga nell'amianto. E il Governo dice: "Affogate pure"


Il Bel Paese scoppia di veleni. E quelli più pericolosi sono anche quelli più presenti. I siti a potenziale contaminazione di amianto sono 34 mila, e di questi 373 sono siti con un rischio di primo livello, ma il loro numero potrebbe salire a 500: la mappa non è completa perché mancano alcune regioni, comprese Sicilia e Calabria, dove il fenomeno delle “discariche” del pericoloso materiale è notoriamente in mano alla criminalità.


controlacrisi.org fabio sebastiani
Il dato emerge dal 15esimo quaderno del ministero della Salute dedicato alle patologie correlate all'amianto presentato dal direttore scientifico della pubblicazione, Giovanni Simonetti pochi giorni fa a Casale Monferrato.
Che fa il Governo? Il Governo dice che non ha una lira. L’ha ripetuto, nell’occasione, il ministro Balduzzi. La bonifica e la messa in sicurezza di tutti i siti con classe di priorita' del rischio richiederebbe un finanziamento di 10 mln di euro per 10 anni. E l’esecutivo non ce l’ha, o almeno così dichiara. E come vuol operare? Semplice , con l’incentivo fiscale. Che è come dare la libertà alle imprese di fare quello che gli pare. E quindi di alimentare il circuito dello smaltimento criminale.
Lo studio rileva, poi, che dal dopoguerra al 1992, anno in cui l'amianto e' stato messo al bando, in Italia sono state prodotte oltre 3,7 mln di tonnellate di amianto grezzo e che le tonnellate di cemento amianto ancora da bonificare, secondo le stime del Cnr, sono ad oggi 32 mln per la cui dismissione, secondo l'Ispra che stima un quantitivo annuale rimosso di 380mila tonnelate, potrebbero occorre 85 anni. Vent’anni buttati al vento a causa delle inefficienze di chi doveva controllare. E intanto si sono innescati centinaia di migliaia di meccanismi patogeni. Al 2009 la produzione di rifiuti contenenti amianto in Italia ammontava a 379mila tonnellate, di cui il 72% esportato in discariche all'estero (sulla carta) mentre sul territorio nazionale nello stesso anno sono state conferite nelle 18 discariche attive nel Paese 63mila tonnellate. Bastano questi numeri per capire come il cosiddetto “smaltimento” ufficiale è del tutto inadeguato e che molto materiale ha preso la strada delle discariche abusive. L’ultima è stata scoperta pochi giorni fa dalla Guardia di Finanza, che attraverso il controllo aereo, a Masera' di Padova, ha individuato un'area di circa 20 mila metri quadrati gravemente contaminata dall'amianto. Sul fronte salute il tasso di incidenza di mesotelioma, la patologia causata da inalazione di fibre di amianto, e' pari per la sede pleurica a 3,6 casi per 100 mila abitanti negli uomini e 1.6 per 100 mila abitanti nelle donne. La latenza della malattia e' di oltre 40 anni. "Questi dati - ha concluso Simonetti - dimostrano la necessita, sul fronte della salute, si spingere sulla psico oncologia per avere la possobilita' di assistere sia i pazienti, sia i loro familiari". L’amianto ha una caratteristica che lo rende allo stesso tempo unico e letale. Se in un centimetro lineare è possibile disporre affiancati 250 capelli è anche possibile disporre ben 335.000 fibre di amianto (fonte Assoamianto). Quindi anche una discarica piccola rappresenta un potenziale patogeno altissimo. 

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