martedì 25 settembre 2012

'Polverini sapeva, come tutti'

La governatrice ha un gruppo suo, con 13 consiglieri, che incassa quasi tre milioni di euro. Soldi che poi vengono usati per campagne elettorali passate e future, a spese dei cittadini. Parla il consigliere radicale Berardo, che ha fatto esplodere il bubbone.

di Alessandro Capriccioli
Renata Polverini Renata PolveriniPochi lo sanno, ma lo scandalo della regione Lazio è esploso anche, se non soprattutto, per il lavoro di Rocco Berardo, consigliere Rregionale della lista Bonino. 'L'Espresso' lo ha intervistato per capire la sua opinione su come è nata e dove andrà a parare tutta la vicenda.

Berardo, cominciamo dall'inizio: il caos sulla gestione dei fondi nella Regione Lazio l'avete scatenato voi?
Sì. Tutto è iniziato ad agosto, quando io e Giuseppe Rossodivita - l'altro consigliere radicale - abbiamo segnalato alla stampa il bilancio del nostro gruppo alla regione, che avevamo già da tempo pubblicato online, con particolare riferimento alla voce "Entrate per finanziamento del gruppo", di importo pari a 422mila euro.
E' un importo fisso per tutti i gruppi?
Ovviamente no. Varia a seconda del numero dei consiglieri.
Quindi, siccome voi siete in due, il costo totale per la Regione è...
...422mila euro diviso 2 e moltiplicato per 71, cioè il numero totale dei consiglieri.
Vale a dire quindici milioni di euro?
Esattamente.
E' una cifra notevole...
Decisamente, ma non è questo l'unico scandalo. Il punto è che al di là dell'entità quei soldi andrebbero spesi dal capogruppo per le attività politiche.
E invece?
Invece quando ho presentato la mia proposta di testo dell'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati sono stato avvicinato da alcuni esponenti della maggioranza, che mi hanno detto chiaramente: o togli l'obbligo di pubblicazione dell'utilizzo di quei fondi oppure la legge non va avanti, perché questa cosa ci mette in difficoltà.
Chiaro e tondo?
Chiaro e tondo. Noi, naturalmente, invece di modificare la proposta di legge abbiamo informato la stampa. Ma non è tutto.
Cioè?
Cioè l'ammontare del finanziamento ai gruppi politici viene stabilito mediante deliberazione dell'Ufficio di Presidenza. E nell'Ufficio di Presidenza non ci sono solo rappresentanti del PdL e della Lista Polverini, ma anche del Pd, dell'Udc, dell'Idv.
Quindi era una questione nota a tutti: perché, allora, il bubbone scoppia solo adesso?
Il bubbone scoppia dopo la defenestrazione di Fiorito, conseguente alle spaccature interne del PdL, ma le motivazioni non sono chiare. Emerge allora l'ipotesi di una gestione "allegra" dei fondi, perché come capogruppo del PdL Fiorito avrebbe dovuto utilizzare quel denaro per le attività politiche: nulla a che vedere con le cene, le ostriche e gli ormai celebri 109 bonifici...

E la Polverini?
La Polverini ora dice che non sapeva nulla. Ma lei ha un gruppo intitolato al suo nome con 13 consiglieri, e relativo finanziamento...
A sua insaputa, forse...
Forse. Così come forse a sua insaputa i bilanci del Consiglio Regionale, nel quale quei finanziamenti sono ricompresi, sono sempre frutto del cosiddetto "maxisubemendamento" della Giunta da lei stessa presieduta.
Del resto la Polverini ha detto di aver scoperto di guadagnare meno di un consigliere regionale...
Il che è ridicolo. Perché la Polverini è - forse anche questo a sua insaputa? - un consigliere regionale. E forse è a sua insaputa anche il fatto di percepire, oltre al compenso, un'indennità di funzione massima rispetto a quella di tutti gli altri.
Però ora ha annunciato 20 milioni di tagli, no?
Certo, perché gli scandali l'hanno costretta a farlo. Noi chiedevamo sin dall'inizio la riduzione delle commissioni, ma quando proponevamo quegli emendamenti la Giunta dava sempre parere contrario. Infatti è stata proprio la Giunta ad aver realizzato il "record" delle 20 commissioni. Quanto al tetto dei dirigenti, non più tardi di due o tre mesi fa l'abbiamo proposto con un emendamento al quale la Giunta, guarda caso, ha dato parere contrario...
Impressionante.
E non è ancora tutto. Anche le spese della Polverini sono a dir poco singolari. Per esempio, nel 2011 ha speso 500mila euro di affissioni per comunicare ai cittadini che a dicembre la discarica di Malagrotta sarebbe stata chiusa. Solo che dicembre del 2011 è passato e non solo Malagrotta non ha chiuso, ma si è allargata a Monti dell'Ortaccio.

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