Pochi sanno che le pensioni hanno
tassazione zero in Germania, o quasi. Anche in Francia Macron ha
promesso negli scorsi giorni, durante la trattativa a seguito della
protesta dei gilet gialli, in un classico esempio di dividi et impera,
di solleticare gli appetiti dei pensionati francesi concedendo
decontribuzione totale per le pensioni fino a 2000 euro mensili. In
Italia invece la tassazione “spacca”, ossia è altissima, si paga come
fosse uno stipendio costringendo molti pensionati a trasferirsi in
Portogallo dove per 10 anni la tassazione è zero. In tale contesto, nei
paragoni con la spesa pensionistica netta di altri paesi EU, andrebbe
infatti fatto un ricalcolo per Roma in quanto vanno dedotte le tasse
pagate nei vari paesi sulle pensioni stesse (…).
D’altro canto non è passato inosservato
come Angela Merkel abbia puntato il dito solo su un solo aspetto della
manovra gialloverde, l’eliminazione della legge Fornero; inaccettabile
per i nord EUoropei, che evidentemente puntano a trasformare il sud EU
in un paese a basso costo (ed a distanza di auto, possibilmente
elettrica) con il fine di “spedire” i propri anziani a svernare durante
gli ultimi anni della loro vita – la stessa Angela Merkel ama Ischia, a quando una tassa di soggiorno speciale per ospiti “speciali”? -.
Anche in Grecia è successo più o meno o
stesso: la pietra angolare dei provvedimenti lacrime e sangue di Tsipras
è stata la riforma delle pensioni, con il risultato che sono state
abbassate ad un livello così infimo da non permettere a molti greci di
vivere dignitosamente gli ultimi anni della loro vita. Povertà.
Si sa, i pensionati difficilmente
protestano e se lo fanno non tirano pietre, non ne hanno la forza.
Soprattutto in Francia dove il sistema, senza spinte esterne, sta
implodendo , e dunque la gente spesso non ha da che mangiare a
sufficienza (l’Italia invece sta implodendo grazie a spinte esterne,
ndr)
[Fonte: fonte DEF 2018, aggiornamento]
Il punto “caldo” delle manovre
EUropee franco-tedesche atte ad avere a termine il dominio del Vecchio
Continente è e sarà proprio ed evitare un riforma delle pensioni in
senso espansivo nei paesi “target”. In particolare, come tutti
avete notato, sembra non esserci alcun interesse a che l’Italia cresca,
ossia faccia crescere la propria economia e quindi il PIL. Il motivo è
oltremodo semplice ed è legato alle pensioni future.
Prima di tutto, cerchiamo di inquadrare i
drivers. Ve la faccio semplice: c’è uno sforamento annuo tra quanto che
lo stato incassa di contributi e le pensioni che eroga; tale valore
assomma ad un centinaio di miliardi di euro all’anno. A tale valore
andrebbe sommato il costo netto della sanità, un’altra quindicina di
miliardi circa, conto della serva (in salita vista la crescita del
numero degli anziani). Dunque abbiamo circa 100-120 miliardi annui di
costo che viene pagato dallo stato sotto forma di trasferimento. che poi
si trasformano in maggiori tasse.
Eliminato tale scompenso di cassa lo
Stato Italiano miracolosamente inizierebbe a fare avanzi pazzeschi.
Dunque, i tedeschi, da Berlino, visto che le pensioni sono percepite
dagli italiani e non dai germanici, che dicono? Che bisogna abbassare il
costo pensionistico. E che fanno? Impongono tagli alle pensioni
presenti e future, oltre che austerità senza fine (la legge Fornero,
voluta da Mario Monti, lo stesso che fece crollare il PIL italiano, va
perfettamente in tale direzione). Il problema è che se la gente
lavora a stipendi più bassi i contributi scendono, con la necessità di
maggiori tasse. Parimenti, se la disoccupazione sale i contributi
scendono. Però il rigore EU non scema. Chiaramente, sembra esserci
malafede, ossia l’EU non ha alcun interesse che l’Italia si risollevi in
quanto deve essere la vittima sacrificale, la gallina grassa da
spennare per permettere ai paesi egemoni di restare in piedi. In
particolare oggi è una guerra tra Francia ed Italia, a chi crolla per
primo: l’Italia sotto la spinta di provvedimenti asimmetrici ed ingiusti
di matrice EU, la Francia sotto il costo enorme del suo welfare. Non a
caso la Francia cerca di “succhiare” quanta più ricchezza possibile
dall’Italia, in tutti i sensi ed in tutti i settori.
(L’altro tragico driver messo in
atto è ridurre il numero di pensionati, anche grazie alla riduzione
della qualità delle cure, ossia della Sanità, cosa che sta puntualmente
avvenendo; personalmente ho vietato alla mia anziana madre di entrare in
un ospedale italiano senza essere accompagnato da me o da un mio
delegato, oltre a rifiutare qualsiasi vaccino anti-influenzale, …) [A quando la “liquidazione” degli anziani improduttivi?]
Dunque la soluzione EU
franco-tedesca resta imperniata soprattutto nell’aspetto previdenziale,
oltre che nell’assurdo e deleterio rigore da cui tutto discende:
abbassare le pensioni, perchè così facendo si abbassa la crescita
italiana, la quale abbassa ulteriormente le pensioni e via dicendo. Fino all’implosione. Infatti i governi sinistri, ossia filoEU, hanno imposto il fido Boeri all’INPS, il cui fratello – sicuramente per un caso del destino –
ha fatto progetti architettonici per le amministrazioni anche
comunitarie di mezza EUropa (non dimenticate mai che Boeri arriva da una
famiglia elitaria milanese ricchissima, pur professandosi di sinistra, o
forse proprio per quello, …, oltre ad essere il nipote del fondatore
del Partito d’Azione, un ambiente circondato da massoni “vecchia
maniera”, …).
Oggi -purtroppo – in pochi hanno capito
in Italia che la crescita del PIL deve essere la pietra angolare di ogni
Governo degno di questo nome, Governo non venduto agli interessi
stranieri e di casta. Il motivo tecnico, tornando ai pensionati, è semplice: l’indicizzazione del montante contributivo usato per calcolare la futura pensione, ossia della somma di contributi versati da tutti i contribuenti,
è legata alla crescita del PIL, più precisamente alla crescita media
degli ultimi 5 anni. E non alla salita dell’inflazione! Questa scelta
deriva da un indirizzo di fine secolo scorso, indirizzo ormai non più
attuale, parlo di non propendere per una indicizzazione all’inflazione –
come invece sarebbe dovuto essere il caso per un investimento di fatto
previdenziale come quello sulla pensione ad es. integrativa , che
infatti in tutto e per tutto segue i crismi del mondo finanziario -.
Guarda caso oggi con l’EU si sta puntando ad avere una crescita
del PIL inferiore all’inflazione, con erosione netta del montante
contributivo. Pensate che già nel 2015 si parlo di ridurre il
montante a causa della crescita asfittica dei 5 anni precedenti, ma
Gentiloni (D.L. 65/2015), solo per il 2015, evitò l’erosione matematica
con un provvedimento ad hoc, lasciando aperta la porta per future
riduzioni del montante previdenziale.
A tale aspetto deleterio per la qualità
dei futuri pensionandi si aggiunge il trend di crescita del PIL vs,
inflazione, ossia che la media della crescita del PIL degli scorsi anni è
stata di norma inferiore all’inflazione, ossia con una erosione nel
potere d’acquisto reale di detto montante.
Tradotto: Bruxelles, in rappresentanza
di Berlino e Parigi, sta volutamente dissanguando l’Italia. Che cresceva
moltissimo fuori dalla gabbia dell’euro; e dunque aveva norme atte a
rappresentare una situazione non più attuale, come l’indicizzazione
delle pensioni. Oggi invece il Belpaese sta morendo lentamente. Ed i
meccanismi sono tanto più subdoli in quanto celati, lenti, progressivi.
Ma micidiali, una piovra.
La piovra europea.
Mitt Dolcino
Nessun commento:
Posta un commento