martedì 25 dicembre 2018

Reporter tunisino lancia un appello alla rivoluzione ai disoccupati e poi si dà fuoco.

Dopo il video su Facebook Abderrazak Zorgui è morto in ospedale. "Ho intenzione di protestare da solo, di immolarmi e se una persona otterrà un lavoro grazie a me, ne sarò felice".


Ha postato un video su Facebook prima di darsi fuoco ieri in piazza dei Martiri a Kasserine il giovane reporter tunisino di Telvza tv, Abderrazak Zorgui, morto poche ore dopo.
Nel video il giornalista spiega le ragioni del suo drammatico gesto denunciando la sua precarietà e lancia un appello ai disoccupati della regione a scendere in piazza per reclamare il loro diritto al lavoro e ad un futuro migliore.
Il giovane si scaglia anche contro il governo centrale per aver dimenticato Kasserine, spesso mascherandosi dietro alla lotta al terrorismo nella regione.
Il gesto del giovane reporter ricorda quello analogo del venditore ambulante, Mohamed Bouazizi, che per protesta contro le autorità che gli avevano sequestrato la merce, il 17 dicembre 2010. Bouazizi si diede fuoco a Sidi Bouzid, dando poi vita ad una serie di proteste popolari che sfociarono nella 'Rivoluzione dei gelsomini' che costrinse, neanche un mese dopo, l'allora presidente Ben Ali alla fuga dal Paese.
Anche la situazione socio-economica delle regioni marginalizzate del centro e del sud della Tunisia, dopo otto anni di promesse mancate, è rimasta pressoché la stessa con punte di disoccupazione giovanile intorno al 30%.

"Per quanto mi riguarda, oggi ho deciso di iniziare una rivoluzione per conto mio. Chi mi vuole sostenere è il benvenuto. Ho intenzione di protestare da solo, di immolarmi e se una persona otterrà un lavoro grazie a me, ne sarò felice" sono le ultime parole di Abderrazak Zorgui, nel suo video postato su Facebook poco prima di darsi fuoco per protesta a Kasserine, accusando il governo di non aver mai rispettato le promesse fatte dopo la Rivoluzione dei gelsomini e di continuare a favorire la corruzione invece di dare lavoro ai disoccupati. Nel video Zorgui dice inoltre di parlare a nome di "tutti coloro che non hanno mezzi di sussistenza, che non possono trovare da mangiare e che quando protestano vengono accusati di terrorismo". Zergui trasportato immediatamente all'ospedale regionale della città in condizioni gravissime è stato trasferito al reparto grandi ustionati di Ben Arous dove poi è morto per le complicanze riportate.
Sono subito scoppiati scontri, con giovani scesi in strada per manifestare. Il primo bilancio è di sei agenti feriti e numerosi arresti tra i manifestanti. Lo ha riferito il portavoce del ministero dell'Interno di Tunisi, Sofiene Zaag, alla radio locale Mosaique fm, parlando di pietre contro le unità di sicurezza e pneumatici bruciati.

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