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di Paolo Ferrero
I governi tedeschi sono specialisti nel non pagare i loro debiti. Lo
hanno già fatto tre volte nel corso dell’ultimo secolo. La prima volta
dopo la Prima guerra mondiale, la seconda nel 1953 e la terza nel 1990
dopo la riunificazione. Vediamo brevemente.
Nel 1923 l’iperinflazione portò alla totale perdita
di valore della moneta tedesca, al default e all’interruzione del
pagamento del Debito che il governo tedesco stava pagando per le
riparazioni di guerra. Il piano statunitense (Daves), che impose nel
1924 una nuova moneta, previde che i tedeschi avrebbero potuto onorare i
loro debiti emettendo un prestito obbligazionario da
collocare sul mercato della finanza mondiale per una somma totale di 800
milioni di marchi oro. Si trattò a tutti gli effetti di un enorme
prestito internazionale dato ai tedeschi per permettergli di pagare il
debito.
Nel 1928 avvenne però anche una ricontrattazione del debito, con la riduzione delle quote da pagare e un enorme allungamento dei tempi di restituzione a 60 anni! (Piano Young).
Nel 1933. Dopo aver vinto le elezioni, i nazisti
smisero di pagare i debiti e le riparazioni dovute. Negli anni
successivi cominciarono ad invadere i loro vicini, non dimenticando mai,
appena arrivati, di svuotare le casseforti degli altri.
Nel 1953, dopo la Seconda guerra mondiale, la
Germania ha nuovamente battuto cassa per non pagare il suo debito. Il 27
febbraio 1953, la conferenza di Londra, ha infatti deciso
l’annullamento di circa i due terzi del debito tedesco (62,6%). Il
debito di prima della guerra è stato ridotto da 22,6 a 7,5 miliardi di marchi e il debito del dopoguerra è stato ridotto da 16,2 a 7 miliardi
di marchi. Oltre al taglio del debito la Germania ottenne anche un
forte dilazionamento: oltre 30 anni di tempo per pagare la quota di
debito rimanente. L’accordo è stato firmato dalla repubblica federale
tedesca con 22 Paesi, tra cui la Grecia.
La conferenza di Londra aveva però messo una clausola: la parte di debito relativo ai danni provocati dalla guerra veniva posticipato ad un ipotetico periodo futuro nel caso in cui si fosse verificata la riunificazione della Germania.
Nel 1990, quando vi è stata la riunificazione, la
Germania non tenuto in alcun conto i suoi impegni presi nella conferenza
di Londra del 1953 riguardo alle riparazioni di guerra. Il Cancelliere
di allora, Helmut Kohl, si è rifiutato di applicare
l’accordo di Londra del 1953 sui debiti esterni della Germania là dove
veniva previsto che le le riparazioni destinate a rimborsare i disastri
causati durante la seconda guerra mondiale dovevano essere versati alla
riunificazione. Qualche acconto è stato versato ma si tratta di somme minime.
La Germania non ha regolato i suoi conti dopo il 1990, ad eccezione
delle indennità versate ai lavoratori forzati. I soldi prelevati con la
forza nei paesi occupati durante la seconda guerra mondiale e i danni
legati all’occupazione non sono stati rimborsati a nessuno. Tantomeno alla Grecia.
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sabato 29 dicembre 2018
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