venerdì 31 agosto 2018

Le 7 migliori alternative gratuite a Microsoft Office

https://www.informaticapertutti.com

Le 7 migliori alternative gratuite a Microsoft OfficeOggigiorno i computer commercializzati con un sistema operativo Windows vengono solitamente venduti assieme ad una versione di prova di Microsoft Office. Una volta scaduta questa versione di prova, invece di ricorrere a strani stratagemmi, si potrebbe benissimo provare ad utilizzare una delle tante alternative gratuite a Microsoft Office che non hanno nulla da invidiare rispetto alle versioni a pagamento di quest’ultimo. Ecco pertanto una lista delle migliori alternative gratuite che è possibile scaricare ed installare al posto di Microsoft Office.


Le 7 migliori alternative gratuite a Microsoft Office

LibreOffice

LibreOffice è una suite completamente gratuita per privati, per aziende e per la Pubblica Amministrazione, che offre la piena compatibilità con i file prodotti attraverso Microsoft Office. Basato sul quasi omonimo OpenOffice, LibreOffice è una della poche alternative gratuite disponibili che consente di scaricare e utilizzare anche una pratica versione portatile. Di conseguenza, potrai conservare LibreOffice su, ad esempio, un hard disk esterno o su una comunissima pen drive USB, senza avere quindi la necessità di installarla per forza sul computer. LibreOffice è disponibile in molte lingue, tra le quali anche l’italiano, ed è compatibile con i sistemi operativi Windows, macOS e Linux. Se comunque volessi avere maggiori informazioni riguardo LibreOffice, ti consiglio vivamente di leggerti questo apposito articolo.

Roma, il rettore della chiesa crollata: “Sabato doveva esserci un matrimonio, sarebbe stata una strage”

https://www.ilfattoquotidiano.it

“Ero steso, stavo leggendo, mi sono affacciato e c’erano persone che urlavano, non so quanti erano ci vedo poco. Sono uscito e ho visto già tutti li, vigili del fuoco, polizia. Sabato era previsto un matrimonio e ora staremmo qui a piangere i morti”. Così Daniele Libanori, rettore della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami cui è crollato il tetto il pomeriggio di giovedì 30 agosto.

I soldi meglio spesi sono … la spesa corrente per i poveri.

https://scenarieconomici.it

Cari amici,
il tema del moltiplicatore fiscale è uno di quegli argomnti ch tengono sveglie le TV, soprattutto quando ci va qualche bella zucca vuota euroinomane. Dato che l’obbligo è quello di rispettare i sacri vincoli giurati sulla pietra di Scone bisogna tagliare tutto, soprattutto la spesa corrente, eppure pochi si chiedono quale sia la spesa più efficace dal punto di vista economico.
C’è una ricerca in materia del Congresso USA su quali siano le spese che vengono ad essere più efficaci a livello di moltiplicatore. Ecco il risultato:


Vladimiro Giacchè: «Ecco perché l'euro è di destra»

Siamo annegati nel matre delle giustificazioni (dal Fatto Quotidiano)


giovedì 30 agosto 2018

EMD 2017 - Alberto Bagnai presenta “Economia della rivoluzione” di Vladimiro Giacchè

Vladimiro Giacchè - Europa cosa è successo da Maastricht in poi -

I lavori più frequenti dei migranti in Italia: ecco i settori di impiego dei cittadini extra-Ue

https://www.fanpage.it

Secondo i dati resi noti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il settore che maggiormente dà impiego ai cittadini stranieri è quello dei servizi, seguito da industria, edilizia, commercio e agricoltura.

Tema politico caldissimo, quello dell'immigrazione è uno degli argomenti in cui la sensibilità individuale tende ad influire in maniera determinante sulla percezione della realtà. Al di là delle interpretazioni personali, tuttavia, ci sono dati che potrebbero aiutare ad inquadrare l'argomento e dargli un elemento di oggettività intorno a cui ragionare. Partiamo dai dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali pubblicati a luglio di quest'anno, secondo cui, tra il 2010 e il 2016, la popolazione straniera in Italia è aumentata del 37,8%, equivalente a una crescita di 1,4 milioni di persone. Nel confronto tra 2015 e 2016 la crescita è stata di +135mila unità circa. I paesi che maggiormente hanno contribuiscono al saldo migratorio nel nostro paese sono Albania (467.687 individui), Marocco (437.485), Cina (271.330), Ucraina (230.728), Filippine (165.900), India (150.456), Moldova (142.266), Bangladesh (118.790), Egitto (109.871), Perù (103.714). Ora vediamo quali sono i mestieri maggiormente svolti dagli stranieri in Italia secondo un'indagine Openpolis e i dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Lavoratori domestici

Senza gli immigrati saremmo perduti I mestieri che gli italiani non fanno più



Immigrati durante la raccolta delle arance a Rosarno (foto Franco Cufari - Ansa)�Gli immigrati sono poco pi� del 6 per cento della popolazione e producono circa il 10 per cento del pil. Di fatto, ci pagano la pensione�. (Franco Pittau, coordinatore del Rapporto Caritas Migrantes). Sfruttati, maltrattati, criminalizzati. E tuttavia indispensabili. E’ in libreria Grazie. Ecco perché senza gli immigrati saremmo perduti di Riccardo Staglianò (Chiarelettere, pagine 232, euro 14,60). Dai raccoglitori di mele senegalesi della Val di Non, ai conciatori di pelli nigeriani del Veneto. Dai facchini indiani di Reggio Emilia, ai sikh che allevano le bufale in Campania. Dai pescatori tunisini di Mazara del Vallo, ai camionisti albanesi e romeni. Dalle cave, alle corsie degli ospedali, alla cura dei nostri vecchi e dei nostri bambini. Gli immigrati non vengono a rubarci il lavoro ma a fare i mestieri che noi rifiutiamo. Basta raccontare una giornata di lavoro in Italia per verificare che cosa realmente succede. Da nord a sud. Pubblichiamo l’introduzione del libro

 di Riccardo Staglianò

Non è un bel periodo per essere immigrati in Italia. Sono i primi a pagare il prezzo della crisi, lasciati a casa da un giorno all'altro senza alcuna formalità. Ma anche quando lavorano guadagnano in media un terzo in meno di noi. E poi sono ossessionati dal permesso di soggiorno che, anche quando tutti i documenti sono in regola, arriva in tempi così imprevedibili da sfiorare l'arbitrio. Per non dire che quando scade si trasformano in clandestini, condizione su cui abbiamo inventato un reato, ovvero dei pariah, ricattabili in tutto. Essendo nel torto per definizione non chiedono di essere pagati decentemente, né vanno a curarsi quando stanno male e rinunciano a ogni minimo sindacale di umanità. Insomma, si respira una brutta aria e non si scorgono segni di miglioramento.

A Cuba, il popolo scrive la sua costituzione

http://www.controlacrisi.org

A Cuba, il popolo scrive la sua costituzione. E sceglie, in base alle indicazioni della Assemblea Nazionale (il Parlamento Cubano) due date simboliche entro cui completare questa “redazione popolare partecipata”. Il processo di «consultazione popolare», più precisamente di redazione partecipata della nuova costituzione, è stato infatti inaugurato lo scorso 13 agosto. Non si tratta di una data a caso; il 13 agosto di quest’anno Fidel Castro, leader storico della Revolución, avrebbe compiuto 92 anni. Nell’anniversario della nascita del lider maximo , tra le figure più rilevanti nella storia del socialismo e, più complessivamente, del XX secolo, si inaugura, dunque, un processo importante, che porterà Cuba a dotarsi di una nuova carta costituzionale adeguata alle sfide del presente. Così, in questo anniversario, la memoria collettiva dei popoli del mondo torna ad esercitarsi, intorno alle conquiste storiche e politiche del socialismo a Cuba e intorno all’eredità politica e intellettuale che un leader come Fidel ha consegnato, non solo ai popoli dell’America Latina.
Il Granma, il quotidiano del partito comunista a Cuba, ha ricordato l’anniversario che cade, peraltro, in un momento decisivo per la vicenda cubana, non solo in relazione all’aggiornamento costituzionale in corso, ma anche all’inasprimento dei rapporti con gli Stati Uniti, nel contesto di un asfissiante bloqueo, ormai cinquantennale, imposto dalla potenza nord-americana.

Avete rotto il cazzo

http://contropiano.org

Si dice che i razzisti vincono perché sanno parlare “alla pancia del paese”. Cioè in modo rozzo, volgare, puzzolente (nella pancia avvengono processi non proprio raffinati, anche se in realtà sono a loro modo processi di raffinazione e sintesi). Dunque “convincenti”, diretti, semplicissimi.
A sinistra”, specie nei quartieri alti, si storce il naso, ci si mette una mascherina, si mostra disprezzo… E si scompare.
Sappiamo benissimo – perché vi partecipiamo attivamente – che sono in corso o in preparazione mobilitazioni importanti, che provano a coinvolgere e costruire il nostro blocco sociale, la nostra gente. Ed è importantissimo. Però… Come si parla anche alla nostra gente, in periodi di disorientamento come questi?
Qui vi proponiamo un “esperimento di comunicazione” postato su Facebook da Gabriele Hitch Militano, appassionato antirazzista del nord (basti pensare che tra i “grandi capitani” non gli è riuscito di inserire Totti…). Forse un po’ estremo, forse non proprio raffinatissimo, forse non del tutto preciso sui dati economici (all’ingrosso, sì), ma sicuramente efficace.
Giudicate voi…

Ma guarda un' po'? Ripagare il debito ci costa sempre di più.

Salgono i rendimenti nell'asta odierna sui Btp. Il decennale potrebbe diventare nuovo benchmark per il calcolo dello spread sul Bund, con effetto rialzo.

 

Ministro Tria
L'asta odierna dei titoli di Stato era sotto particolare osservazione, per l'immissione sul mercato dei nuovi bond a 5 anni e per la riapertura di una precedente emissione di Btp con scadenza decennale. Il tutto con un andamento dello spread che si mantiene costantemente sopra i 250 punti base ma sotto la soglia psicologica dei 300 (Sic! ndrCR@P).

L'Asta ha confermato che sale il rendimento che lo Stato deve garantire a chi compra i titoli di Stato.

Il Film e la realtà. Il film su Cucchi a Venezia fa infuriare le divise.

Durissime reazioni dei sindacati di polizia e carabinieri per "Sulla mia pelle”. Fsp: “Ennesima gogna”. Sappe: "Infamati senza prove". Cocer: "Processo al cinema".

Risultati immagini per "Sulla mia pelle”Alla prima a Venezia "Sulla mia pelle", il docufilm sulla storia di Stefano Cucchi, ha strappato sette minuti di applausi a scena aperta, dai critici, dagli spettatori e dalla famiglia di Stefano. Ma il videoracconto della vicenda, che arriverà nelle sale a processo ancora in corso, non è piaciuto affatto ai sindacati delle divise, sentiti dal quotidiano Il Tempo, il quale riporta anche che la pellicola è stata finanziata per 600 mila euro dallo Stato.

Il Cocer, organo di rappresentanza dei Carabinieri, ha espresso un giudizio molto duro, pur sottolineando di non aver intenzione di vedere il film.
"Ci sarebbe da indignarsi se si accertasse che lo stesso è stato prodotto con il contributo dello Stato. Infatti apparirerebbe alquanto strano che, con un processo ancora in corso per appurare la verità, organi dello Stato abbiano finanziato un film che sposta in una sala cinematografica un processo che proceduralmente, in uno Stato di diritto, andrebbe svolto in un'aula di Tribunale".

Il Film e la realtà. Le vere divise hanno espresso solidarietà, chi ci attacca non rappresenta nessuno.

Il film sulla morte di mio fratello farebbe infuriare le divise? Ma chi sono queste "divise"? E a quale titolo e con quale ragione di causa parlano? Non mi risulta che nessuno dei presunti interlocutori abbia visto il film.


Per quanto riguarda le dichiarazioni del Cocer rimango basita in quanto avevo ricevuto la loro solidarietà personale per quanto accaduto a mio fratello quando venni ricevuta da loro insieme al comandante generale dell'Arma Tullio Del Sette. Ho rispetto per loro e li invito a guardare il film insieme a me e la mia famiglia. Dopodiché vedremo se se la sentiranno ancora di parlare di gogna mediatica. Furono proprio loro a dirmi che la gogna l'aveva subita Stefano e non i protagonisti di quelle intercettazioni che sono oggi a processo. Sono certa che quando lo avranno visto cambieranno parere e mi abbracceranno come è già successo con il Generale Del Sette.
"Per distanza temporale e le particolari circostanze, gli ultimi giorni di Stefano Cucchi sono oramai un fatto storico quindi è naturale che se ne parli e diventino oggetto di rappresentazioni animate da impegno civile"...
"L'Arma rinnova anche in questa occasione la solidarietà ai familiari del giovane geometra mentre segue con attenzione la vicenda giudiziaria". Queste mi risultano essere parole del comando generale dell'Arma.  
Queste possono essere chiamate "le divise".

Sviluppo Sostenibile. Un campanello d'allarme dal Kerala su crescita e sviluppo.

Le immagini delle inondazioni e frane nel Kerala, noto come "il paese di Dio", dovrebbero rappresentare un campanello d'allarme per tutto il mondo. 
 
 
Dovremmo chiederci se siamo su un percorso di sviluppo sostenibile.
Il 9 settembre sarò al Sana di Bologna per presentare il Manifesto "food for health" (Cibo per la salute), curato da Navdanya international ed edito da Terra nuova edizioni.
In questo documento programmatico, che incorpora i contributi di alcuni dei maggiori esperti mondiali nei settori della sanità e della salute, si propone un nuovo paradigma basato sui sistemi alimentari locali, ecologici e diversificati. Un sistema che sia rispettoso dell'ambiente e che non si limiti a sfruttarne le risorse nell'immediato, ignorando i danni sul medio e lungo periodo.
Quanto avvenuto in Kerala non è dunque un evento da addebitare esclusivamente alla tragica casualità. Negli anni '70, la deforestazione provocò frane e inondazioni nell'attuale Uttarakhand. Le donne delle montagne si riunirono in un gruppo chiamato "Chipko" per fermare il disboscamento. Sono diventata volontaria del movimento Chipko. Dopo le devastanti inondazioni del 1978, il governo si rese conto che i modesti introiti derivanti dalla silvicoltura estrattiva nelle fragili colline erano insignificanti rispetto ai costi della distruzione delle inondazioni. 
La relazione Gadgil sui Ghat occidentali ha stabilito che la deforestazione nei bacini idrografici fragili, la costruzione di troppe dighe e la costruzione nelle pianure alluvionali sono alla base dei disastri ecologici.

Il mio RaspBerry PI desktop (by Debian)

di Augusto Scatolini


Tutti più poveri, grazie alle privatizzazioni imposte all’Italia

http://www.libreidee.org

Guglielmo Forges DavanzatiLa tragedia di Genova ha contribuito a spostare l’agenda del dibattito pubblico sull’alternativa fra privatizzazione e nazionalizzazione. In premessa: nel caso italiano, appare difficile negare che le privatizzazioni abbiano prodotto più danni che benefici. Si sono realizzate essenzialmente attraverso la cessione di monopoli pubblici a monopoli privati, con conseguente aumento delle tariffe e, molto spesso, con peggioramento della qualità dei servizi erogati. A partire dagli anni Novanta si è assistito a un rilevante passo indietro dell’intervento pubblico in economica. Ovviamente si è trattato di un fenomeno globale, che, come spesso accade, l’Italia ha sperimentato più tardi (la prima ondata di privatizzazioni in Europa si ha nell’Inghilterra della signora Thatcher negli anni Ottanta) e, quando lo ha sperimentato, lo ha fatto con la massima accelerazione. Il ritiro dello Stato si registra in un notevole dimagrimento del settore pubblico italiano, in particolare per numero di addetti. L’intero settore pubblico italiano nelle due diverse ramificazioni è nei fatti il più sottodimensionato d’Europa.
L’ultima rilevazione Ocse ci informa che, mentre nel nostro paese la pubblica amministrazione assorbe circa 3.400 lavoratori, in Francia e nel Regno Unito, paesi con una popolazione e un Pil pro-capite di entità simile alla nostra, se ne contano rispettivamente 6.200 e 5800. Negli Stati Uniti – paese tradizionalmente guardato come una vera economia di mercato – il numero di dipendenti pubblici è di circa il 25% superiore al nostro. Si può aggiungere che, in Italia, l’occupazione nel settore pubblico riguarda prevalentemente individui con elevata scolarizzazione. 

Potrebbe cambiare la geografia monetaria negli scambi internazionali?

http://contropiano.org

Una settimana fa era stato il ministro degli esteri  tedesco a invocare un nuovo sistema di pagamenti internazionale sganciato dagli Usa, adesso si ipotizza di un sistema monetario legato all’oro da attivare in Russia, Iran e Turchia, cioè i paesi sottoposti alle sanzioni Usa e al tentativo di coinvolgervi anche i paesi “terzi”.
A darne notizia è Wall Street Italia riprendendo un saggio comparso sulla rivista del business Forbes e firmato da Steve Hanke, economista della John Hopkins University.
“La ‘grande fuga’ dalle sanzioni finanziarie”, inflitte dagli Usa a Iran, Russia e Turchia “sarebbe la costituzione di currency board basati sull’oro” sostiene Hanke, nel suo articolo. In pratica una nuova una autorità monetaria che può operare in sostituzione di una banca centrale o parallelamente ad essa, e che emette moneta legale convertibile in una determinata valuta estera ad un tasso di cambio fisso.

Potere al Popolo! Mobilitiamoci, contro governo e Pd

http://contropiano.org

Il Coordinamento nazionale di Potere al Popolo considera un importante segnale di risveglio di coscienze e di mobilitazione le manifestazioni e le iniziative antirazziste e solidali che si vanno diffondendo nel paese, e nelle quali le e i militanti di Potere al Popolo sono parte attiva e rilevante.
Questa mobilitazione deve continuare ed estendersi e collegarsi alle grandi questioni sociali del paese: dalla lotta alla diseguaglianza a quella contro lo sfruttamento, dal rilancio del pubblico in alternativa a privatizzazioni mercato e profitto, alla lotta contro le politiche di austerità europee che hanno distrutto diritti del lavoro e stato sociale.
La tragedia di Genova è un atto di accusa contro un modello di sviluppo fondato su privatizzazioni e grandi opere e anche nel suo nome occorre un cambiamento radicale di politica economica e sociale, contro il governo attuale e contro le scelte di quelli che lo hanno preceduto.

mercoledì 29 agosto 2018

Festival del cinema di Venezia. Alessandro Borghi: "Mentre recitavo avrei voluto urlare 'aiuto' al posto di Cucchi". Il film conquista il Lido.

Oggi al Lido Alessandro Borghi, protagonista nei panni di Cucchi nel film 'Sulla mia pelle' di Alessio Cremonini passato oggi in apertura della sezione Orizzonti a Venezia.

 

Angelo Turetta/Netflix
SULLA MIA PELLE
Quando Stefano Cucchi morì nelle prime ore del 22 ottobre del 2009, il suo fu il 148esimo decesso in carcere e al 31 dicembre dello stesso anno, la cifra raggiunse la quota incredibile di 176 decessi, trenta morti in più in soli due mesi. Come è potuto accadere che in uno Stato di diritto come il nostro, sotto la sua tutela e in un luogo come il carcere da esso governato, un ragazzo di soli trent'anni accusato di spaccio di sostanze stupefacenti, sia stato prima picchiato da uomini in divisa, poi trasferito da un ospedale all'altro della Capitale e, infine, tenuto nascosto alla sua famiglia in un'angusta stanza del Regina Coeli per un'intera settimana, per sette lunghissimi giorni, non permettendo loro di sapere in che condizioni di salute fosse? Dov'era lo Stato quando accadeva tutto questo e come mai molte delle persone che lo visitarono, che lo ascoltarono e lo interrogarono ripetutamente, nonostante gli evidenti segni di violente percosse, non fecero nulla e finirono sempre col credere alla sua versione, ovviamente non veritiera, "di essere caduto dalle scale"?
I registi, gli sceneggiatori e gli attori raccontano storie e normalmente, dovrebbero fare domande come ha fatto Alessio Cremonini con il suo film, "Sulla mia pelle", presentato oggi in anteprima alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti e in uscita il 12 settembre prossimo in contemporanea sulla piattaforma Netflix e nelle sale per Lucky Red.

LibreOffice ONLINE

LibreOffice ONLINE 
(finalmente)
di Augusto Scatolini
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A chi può interessare, queto è il codice HTML:

Classe dirigente. Livorno, appalti truccati sulla Protezione Civile: due arresti. Un imprenditore al telefono: “Brinderemo all’alluvione”.

L'indagine avviata dopo l'alluvione del 2017 in cui morirono 8 persone. Ai domiciliari l'ex coordinatore delle emergenze e il titolare dell'azienda leader in città per mezzi di prosciugamento. Al centro dell'inchiesta gli appalti sull'alert system e sui mezzi spargisale. Il funzionario del Comune riceveva regali e cene e in tanto gonfiava le fatture alla ditta "amica". Fino a pagarle interventi fatti dai volontari.
Livorno, appalti truccati sulla Protezione Civile: due arresti. Un imprenditore al telefono: “Brinderemo all’alluvione”Cin cin. Era novembre e Livorno non aveva ancora finito di piangere i suoi morti, cercava le forze per ripartire, i soldi per ricostruire, le parole per incoraggiare chi aveva perso tutto. Eppure c’era chi aveva voglia di far tintinnare i bicchieri. 
“Brinderemo all’alluvione” diceva al telefono l’imprenditore sicuro dell’appalto del Comune.
Una frase che torna come la formula di un rito macabro, quasi dieci anni dopo le risate che Francesco De Vito Piscicelli confessò di essersi fatto nel letto durante il terremoto dell’Aquila, all’alba del 6 aprile del 2009. A voler brindare all’alluvione di Livorno – che il 10 settembre 2017 provocò la morte di 8 persone – era Emanuele Fiaschi, capo della Tecnospurghi, azienda leader a Livorno per interventi di emergenza per spurghi e prosciugamenti. Stava parlando con un collega di Viareggio, sicuro degli appalti che lo legavano al Comune di Livorno.
La frase intercettata – confermata dal capo della squadra mobile di Livorno Salvatore Blasco che ha guidato le indagini – non si trova nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato ai domiciliari Fiaschi, perché non è per quella frase che è stato arrestato. Piuttosto per uno di quegli appalti col Comune di Livorno la cui gara secondo la Procura è stata truccata a suo beneficio. Da chi? Dall’ex coordinatore della Protezione civile Riccardo Stefanini, anche lui finito ai domiciliari e anche lui con il braccialetto elettronico, che era sospeso da maggio perché arrestato per un’altra inchiesta, questa volta per peculato.
Il centro dell’inchiesta

Milano, in 15mila contro le politiche autoritarie e razziste



 dinamopress milano in movimento

Una grandissima mobilitazione nel giorno e nel luogo dell’incontro tra Salvini e Orbán per dire che Milano non ci sta
Sin dal primo pomeriggio [di ieri] il centro di Milano appariva pesantemente blindato. Schieramenti di Digos, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza impedivano l’accesso a tutte le vie intorno alla Prefettura in Corso Monforte. Il Ministro dell’Interno Salvini, star di questi primi tre mesi di governo giallo-verde, si accingeva a incontrare Viktor Orbán, leader indiscusso dell’Europa di Visegrad, il blocco sovranista dell’Est pronto a incassare miliardi di sovvenzioni europee per i progetti di sviluppo, ma senza voler rendere conto a nessuno degli obblighi imposti dall’Unione. Una blindatura del genere in città non si vedeva dai tempi di Expo 2015, tanto da far esclamare a qualche passante di non proprio primo pelo: “Manco ci fosse il Papa!”.

Diritto allo studio: ancora criticità e problemi

controlacrisi Fonte: superando
Tra pochi giorni oltre 250.000 alunni con disabilità si appresteranno a tornare a scuola e ad accoglierli ci saranno 139.000 insegnanti per il sostegno cui se ne sono aggiunti circa 13.000 recentemente stabilizzati dal Governo. E tuttavia va registrato anche quest’anno il perdurare di varie criticità e problemi , dalla carenza di docenti di sostegno specializzati, alla mancata realizzazione di piani didattici personalizzati, dalla presenza di barriere architettoniche ancora in troppe scuole, fino alla carenza di servizi di trasporto gratuito e di assistenza.

La “disinformazia” sullo spread nelle bollette

http://contropiano.org/


Il giornale della Confindustria, Il Sole 24 Ore, fa oggi opera di terrorismo psicologico intorno allo spread. Addirittura evocando lo scenario di un effetto spread sulle bollette di luce e gas, come a dire che: “lo spettro dello spread, che tu lo voglia o no, ti arriva anche sotto la pentola della pasta o nelle lampadine. Allo spettro dello spread non si può sfuggire”.
Come noto questa clava fu utilizzata nel 2011 per deporre Berlusconi e imporre Monti al governo. In queste settimane, nonostante si mantenga basso, i media mainstream legati o subalterni ai gruppi finanziari e alle oligarchie europee, continuano ad alimentare la paura dello spread sui titoli di stato italiani come un abisso orririfico da evitare a tutti i costi, soprattutto quelli che vengono poi scaricati sulle spalle della popolazioni e – specularmente – messi a profitto degli investitori.

Migranti & numeri.

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

L'estetica del cibo e della dignità di Massimo Fini (Fatto Quotidiano)

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Migranti. «Aiutateci ad uscire da quest’inferno, presto!»: manifestazione di migranti in Libia.

Ogni tanto sarebbe necessario ricordare – a tutti, noi compresi – di cosa si parla quando si discute di migranti che sbarcano sulle nostre coste o, più spesso, vengono salvati in mare a bordo di barconi fatiscenti. Naturalmente, per far questo bisogna guardare a media non “itagliani”, altrimenti si resta nell’ignoranza più totale.
 
 
Si è svolta recentemente a Tripoli una manifestazione senza precedenti dei migranti. Un gruppo di migranti, per lo più etiopi ed eritrei, ha forzato le porte di un centro di permanenza nel quale erano trattenuti ed ha marciato poi verso la capitale di Tripoli, a una ventina di chilometri a nord, per chiedere aiuto all’ONU e alle ONG per la difesa dei diritti dell’uomo. Sballottati tra i campi di tortura e il centro di detenzione, dal loro arrivo in Libia nel 2015, questi migranti adesso vogliono andare via dalla Libia il più presto possibile.
Il gruppo di migranti ha postato le immagini della manifestazione su Facebook domenica 12 agosto, nella speranza che venissero condivise il più possibile. Aman (pesudonimo), un eritreo di 22 anni, era tra i manifestanti e racconta:
«Eravamo rinchiusi da tre mesi nel centro di permanenza del villaggio di Qasr Ben Ghachir (a 25 km a sud di Tripoli). Alcuni funzionari dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (HCR) sono venuti a farci visita al nostro arrivo, nel maggio scorso. Hanno registrato i nostri nomi, e noi abbiamo chiesto loro di portarci via dalla Libia in tempi brevi. Ma non abbiamo più avuto loro notizie da allora.

Fondi europei post-2020 come i precedenti: pochi, folli e inutili

https://www.retemmt.it

Fondi europei post-2020 come i precedenti: pochi, folli e inutili
Deanna PalaSe ci fosse un dibattito pubblico onesto sulla questione sui fondi europei, la situazione verrebbe vista per quella che è: una situazione al limite del paradosso.
Il Consiglio delle Regioni e delle Municipalità (Ccre) chiede più investimenti pubblici. Senza investimenti non ci sono sviluppo né economia, ma il Patto di Stabilità non lo consente. Per aggirare l’ostacolo di non poter spendere le proprie risorse, il Ccre chiede agli Stati di aumentare il proprio contributo al bilancio UE in vista della minori entrate britanniche come conseguenza della Brexit.
I fondi europei non risolvono il dramma della povertà creata dalle stesse politiche europee, ma agli occhi degli enti locali anche una goccia nella siccità è acqua che può irrigare un terreno prosciugato. Ma dato che la siccità è creata e mantenuta ad arte dalle politiche di austerità, per la Commissione europea quella goccia è invece più che abbondante. Il Commissario per le Politiche Regionali, Corina Cretu, ha tuonato così:

Finanziamenti europei: la supercazzola

https://www.ilfattoquotidiano.it
Nell’ologramma e nella filigrana (disegno in trasparenza) compare un ritratto di Europa, figura della mitologia greca
Dopo anni di tentativi infruttuosi sono giunto alla conclusione che tutto il sistema dei finanziamenti europei è un delirio zdanoviano.
Solo persone dotate di facoltà che rasentano il paranormale burocratico, la metempsicosi modularistica e la chiaroveggenza bandistica possono aspirare a ricevere soldi dell’Unione Europea.
Soldi che peraltro non finiscono nelle tasche di astuti corrotti visto che l’Italia perde ogni anno miliardi perché non ci sono abbastanza progetti decenti!!!
È chiaro che esiste un grave deficit di professionalità se gli spagnoli riescono a ricevere quasi tutti i soldi a loro destinati e noi no…
Ma non tutta la colpa può essere data alla nostra munifica ignavia.
È la logica che sta dietro alle modalità di erogazione che è perversa. Oserei dire sessualmente malata.
La valutazione di chi deve avere i soldi avviene sulla base di quanto si è bravi a descrivere il proprio progetto. Un principio che in alcuni casi va anche bene ma che non dovrebbe essere il solo preso in considerazione. Si dovrebbe creare un meccanismo parallelo di accesso ai finanziamenti sulla base non solo di quel che voglio fare ma anche di quel che ho già fatto.
Io sogno l’esistenza di un dipartimento che esca dagli uffici ministeriali e vada in giro per l’Italia a vedere in concreto quel che si fa. Qualcuno che abbia il compito di censire e verificare l’etica e l’efficienza delle iniziative che vivono sul territorio.

Dove il governo può cercare i soldi per la legge di bilancio

https://www.lettera43.it

Conti dormienti: 1,5 miliardi. Premi del Lotto non ritirati: 50 milioni l'anno. Extragettito cartelle Equitalia: 1,2 miliardi. E lotta al lavoro nero: 20 miliardi. Tutti i tesoretti.

 Con il ritorno nelle aule parlamentari, la maggioranza giallo-verde è chiamata ad affrontare il primo, vero, ostacolo politico: mettere assieme una legge di bilancio che soddisfi entrambi gli elettorati. Sia il Movimento 5 stelle sia la Lega hanno condotto una campagna elettorale ricca di promesse economicamente importanti tra cui spiccano: il reddito di cittadinanza, la flat tax e il superamento della legge Fornero sulle pensioni. In più, anche nel caso in cui non dovessero iniziare a realizzare tutto e subito, bisogna comunque trovare i soldi per disinnescare l'aumento dell'Iva (non meno di 12,5 miliardi), per la nazionalizzazione annunciata di Alitalia e, più genericamente, per compiere tutte quelle manovre che, prendendo in prestito le parole usate dal vicepremier Luigi Di Maio, renderanno la legge di bilancio «coraggiosa». Le casse dello Stato, però, sono vuote. Quindi, appena tornati dalle vacanze, i membri del governo devono mettersi all'affannosa ricerca di tutti i possibili tesoretti. Quanti sono?

CONTI DORMIENTI: SENZA RIVENDICAZIONI DIVENTANO PUBBLICI

La truffa dei fondi europei

https://www.maurizioblondet.it

I FONDI EUROPEI SONO UNA VERGOGNOSA TRUFFA: ECCO PERCHE’ (di Giulio Betti)


In queste amministrative 2016, dove si vota per eleggere i consigli comunali di importanti città e paesi italiani, se ne son sentite di tutti i colori. Generalmente le varie forze politiche hanno promesso come al solito mari e monti, dimenticandosi (o facendo finta di non conoscere) i meccanismi del subdolo patto di stabilità, in base al quale se la giunta comunale ha dei soldi in cassa risalenti ,ad esempio, all’annualità del 2015, non può utilizzarli e per finanziare lavori nell’anno 2016 deve necessariamente trovare delle entrate di pari valore in questo stesso anno (pur avendo in cassa migliaia o milioni di euro dagli anni passati!) e deve quindi tassare sempre più i cittadini o svendere il patrimonio pubblico nel corso del 2016 (per approfondire, vedi qui: http://memmt.info/site/leconomicida-per-eccellenza-come-funziona-il-patto-di-stabilita/).
Già questo sistema di ammanettamento della spesa pubblica locale dovrebbe far gridare allo scandalo le varie forze politiche locali, e soprattutto esse dovrebbero chiedere CON FORZA in campagna elettorale di uscire da questo perverso meccanismo generatore di miseria, mettendo come primo punto del programma elettorale l’unione con altri sindaci di tutta italia per la rottura del patto di stabilità stesso. Invece no. Meglio continuare ad essere ignoranti sul tema e pensare che “se un comune non riesce a realizzare opere è perchè l’amministrazione è inefficiente”. Sì, vabbè. Ma c’è di più.

Desktop Remoto da Ubuntu verso Windows10 tramite Remmina

di Augusto Scatolini

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Desktop Remoto da ReactOS verso Windows10 tramite TightVNC

di Augusto Scatolini

clicca per ingrandire l'immagine

E le nostre sono anche le autostrade più care d’Europa

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Casello autostradaleLa tragedia del ponte Morandi di Genova sta portando alla luce uno dei più grandi scandali del nostro paese, quello legato ai contratti sulle concessioni autostradali a beneficio esclusivo di pochi gruppi industriali privati. Ma come funziona nel resto dell’Europa? Quello italiano è un caso unico: le nostre autostrade sono le più care d’Europa. In Germania, Olanda e Belgio le autostrade sono pubbliche e parzialmente gratuite. Dal primo luglio scorso la Germania ha deciso di inserire un pedaggio solo per i camion, che consentirà di investire entro il 2022 circa 7 miliardi di euro nelle infrastrutture stradali. Per inciso, il governo tedesco ha da poco risolto un contenzioso con alcune aziende a cui aveva dato l’appalto per l’inserimento dei pedaggi per i mezzi pesanti. Il ritardo di 16 mesi nella realizzazione dell’opera, rispetto a quanto previsto dal contratto, è costato alle società una multa di 3,2 miliardi di euro, denaro che è finito nelle casse dello Stato. Esattamente l’opposto di ciò che è accaduto in questi anni in Italia, dove Atlantia si è permessa per anni di non realizzare gli interventi previsti e assolutamente necessari, facendo cassa a scapito dei cittadini senza che lo Stato muovesse un dito. E ora, davanti alla devastazione e ai morti, ha ancora il coraggio di parlare di perdite per gli azionisti, contratti e penali, sostenuta in questa campagna scandalosa dal Partito Democratico e da Forza Italia.

ALTRO COLPO PER MACRON: LASCIA IL MINISTRO PER L’ENERGIA HULOT

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Ennesimo colpo per il governo Macron, subito dopo lo scandalo Benalla. IL ministro dell’energia e della “Transizione econologica” Nicolas Hulot lascia il governo. Il motivo lo spiega lo stesso politico a France Inter: “Non ho poteri, non ho influenza, c’è solo un cumulo di delusioni, non ci credo più”. Hulot ha detto di aver preso la decisione solo lunedì 27 , anche se sono mesi che pensa alla propria funzione nel governo.
Si tratta di un colpo molto forte all’esecutivo Macron perchè Hulot era visto come il numero tre governativo l’espressione dell’ala aambientalista, da cui la sua carica di “Ministro per la transizione energetica”, che , invece , si è rivelata vuota. Vedremo ora se Macron e Philippe, il suo primo ministro, ne approfitteranno per un rimpasto più consistente.
Intanto l’approvazione per Macron precipita, con un sondaggio Viavoice che la dà solo al 36%, contro la disapprovazione al 51%, e Yougov la segnava a solo il 27%. Un disastro, che lo pone ben sotto Sarkozy e leggermente sopra Hollande:

Consigli da Orban

Governo e migranti. Cremaschi a L’aria che tira

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Grandissimo intervento di Giorgio Cremaschi ieri mattina su La7!
Un po’ di verità su nave Diciotti e “decreto dignità”, a differenza di quanto dicevano gli uomini PD e Lega presenti in studio…
“Siamo una società piena di ricchezze e piena di poveri. Quando sento dire: in Italia abbiamo 5 milioni di poveri quindi non possiamo accoglierne altri, io sono d’accordo che non possiamo accettare che ci siano 5 milioni di poveri, ma voglio capire cosa facciamo per ridurli a zero!
Allora vedrete che la questione di 177 persone rispetto a 5 milioni di poveri diventa NIENTE! Diventa tanto se non si vuol fare niente per i 5 milioni di poveri e allora si fa la caccia alle streghe verso i 177.”


Contro Orban, contro Merkel e contro la Ue dell’austerità

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…e ricordiamo Brecht che scrisse: “Il nemico è alla testa del mio corteo
Oggi a Milano l’autonominatosi capo del governo Matteo Salvini incontra il capo del governo ungherese Victor Orban. È un incontro di partito trasformato in vertice tra Stati e già questo è scandaloso, nonostante le proteste del “povero” Di Maio. Che non ha potuto fare a meno di considerare che se la linea del governo è quella di condividere i migranti con tutti i paesi europei, il governo ungherese è il primo avversario e non il primo alleato di quello italiano.
Ma questo Salvini lo sa benissimo, egli infatti prepara la sua campagna elettorale europea e forse italiana sul respingimento e sul razzismo verso i migranti, come del resto ha fatto e fa Orban. 
Salvini e Orban non vogliono la rottura della UE, la vogliono riorganizzare a dimensione della loro idea di società. Essi non mettono in discussione le politiche di austerità, il liberismo economico, le ingiustizie sociali, che sono alla base della costruzione europea, semplicemente le coprono con l’europeismo xenofobo.
La loro UE è una fortezza che si chiude ferocemente alla solidarietà verso l’esterno per poter continuare a distruggerla al proprio interno.