Coinvolte strutture in
Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, e 13 basi
dell’Esercito e dell’Aeronautica militare. L'azienda di Pistoia si era
aggiudicata appalti pubblici per diversi milioni di euro abbattendo i
costi, sostiene la procura, con la somministrazione di derrate
alimentari avariate. In totale 24 indagati, anche veterinari dell'Asl.
Secondo quanto hanno ricostruito dai Nas di Firenze, quattro responsabili di un’azienda del Pistoiese che si occupa della commercializzazione di carni si sarebbero aggiudicati appalti pubblici di forniture alimentari per diversi milioni di euro, assegnati in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, abbattendo i costi mediante la somministrazione di alimenti non corrispondenti a quelli previsti, tra cui appunto carni potenzialmente nocive per la salute poiché avariate e contaminate da batteri. Ai domiciliari è finito anche il commercialista della società.
Nel corso delle indagini sono state accertate irregolarità nelle forniture di derrate alimentari presso le mense di 30 tra scuole e ospedali in Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, e 13 strutture militari dell’Esercito e dell’Aeronautica militare, due delle quali all’estero – la missione militare Joint task force Lebanon sector west in Libano e la base militare italiana di supporto a Gibuti. Sequestrata nel corso dell’inchiesta, partita nel gennaio 2016, mezza tonnellata di carne non conforme, destinata alle fasce più deboli della popolazione tra cui bambini e degenti di ospedali. Tra le altre 19 persone indagate ci sono sei commercianti, alcuni veterinari della Asl e i responsabili delle stazioni appaltanti. Tra questi ultimi, anche dei militari, ai quali sarebbero contestate condotte di omesso controllo
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