giovedì 1 settembre 2016

Occupazione, il sordo tonfo del Jobs act. Renzi, tra le righe, ammette il fallimento



controilacrisi
"A luglio il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioe' la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), e' pari al 39,2%, in aumento di 2,0 punti percentuali rispetto al mese precedente".
Diminuisce invece il numero dei disoccupati over 50. Nella stima preliminare relativa al mese di luglio, l'Istat certifica un aumento dell'occupazione soprattutto tra gli over 50: +402mila occupati in un anno.

Alla fine anche Renzi è costretto ad ammettere la sconfitta. "Se la riforma del mercato del lavoro, il Jobs act, l'avessimo fatto dieci anni fa, avrebbe prodotto un risultato senz'altro migliore per il nostro Paese", ha detto il presidente del Consiglio, in conferenza stampa insieme ad Angela Merkel, a Maranello (Modena). "Se fossimo partiti 10 anni fa, 15 anni fa, come ha fatto la Germania anticipando il futuro, sarebbe stata un'altra storia", ha aggiunto.
Secondo Stefano Fassina, di Sinistra italiana, si conferma il fallimento del cosiddetto Jobs Act e del pacchetto di decontribuzione previdenziale di circa 15 miliardi nel triennio voluto dal governo Renzi: da gennaio 2015al luglio scorso gli occupati a tempo indeterminato sono aumentati di circa 376.000 unita'. L'aumento pero' riguarda soltanto la fascia di eta' superiore ai 50 anni ed e' dovuto al brutale innalzamento dei requisiti per il pensionamento determinato dalla Legge Fornero. Piu' in generale, aggiunge Fassina,  "si conferma il fallimento della politica economica dell'eurozona alla quale il governo e' allineato, al netto di qualche decimale di deficit conquistato per finanziare bonus elettorali".

Per la Cgil i dati Istat sono l’ennesima prova di un’economia che non reagisce e di una serie infinita di errori nelle politiche economiche e del lavoro. La ricetta non funziona e ora alla vigilia della legge di Bilancio bisognerà cambiare registro. "La disoccupazione giovanile continua a crescere non solo in Sicilia, ma in tutto il Paese. Questo è particolarmente accentuato nelle regioni del Mezzogiorno. E credo debba essere il parametro da cui partire per discutere della nuova legge di bilancio", ha detto a Catania il segretario della Cgil Susanna Camusso. "Non si può continuare una politica che delega al
sistema delle imprese se farà o non farà investimenti nel piano per l'occupazione”.

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