controlacrisi fabio sebastiani
Il referendum costituzionale, secondo il nuovo sondaggio Emg per TgLa7, riconferma ancora una volta il trend che sta caratterizzando le rilevazioni di tutti gli altri istituti: i NO in aumento (35,5), i Si' in caduta libera (29,6) e gli indecisi in riduzione (34,9). Secondo Renato Brunetta se il quadro rimane stabile l'intenzione di voto al prossimo referendum potrebbe esprimersi con i 'no' oltre il 55%, i 'si'' in costante diminuzione al di sotto del 45%. E questo vuol dire che in una sola settimana la differenza tra i due schieramente si è divaricata di due punti percentuali. E' per questo che Renzi ha posticipato di dieci settimane l'appuntamento con le urne. C'è poi un altro motivo, tutto politico, legato alla legge di Stabilità e alla trattativa con l'Europa. Non dispera, insomma, il presidente del Consiglio, di acchiappare, è proprio il caso di dire, qualche altro bel margine di flessibilità. Non è un caso se Renzi ha spedito Boschi in Sudamerica a cercare voti tra gli italiani all'estero. La situazione, insomma, è di mobilitazione generale. Saranno dieci settimane di passione per Renzi. L'uscita sul Ponte di Messina va nella stessa direzione, non ci sono dubbi. Anche perché non comporta alcun esborso immediato di risorse.
Al vetriolo il commento del deputato di SI Arturo Scotto "Il Presidente del Consiglio Renzi con l'ennesima 'sparata' sul Ponte sullo Stretto ha inaugurato la campagna referendaria. Da qui al 4 dicembre ne vedremo delle belle. Non potendo convincere gli italiani sulla bonta' dello stravolgimento della nostra Carta Costituzionale Renzi non fara' altro che moltiplicare le promesse. Oggi il Ponte domani chissa'". Scotto ricorda che questa opera mai iniziata e' gia' costata ai contribuenti italiani parecchi soldi. "Il tutto senza nemmeno una pietra posata. Per le clientele e per gli affari delle mafie e assolutamente inutile per lo sviluppo di quell'area. Renzi si preoccupi dello stato in cui si trova il nostro Paese e lasci stare le opere inutili".
“Il referendum d’ottobre è diventato il referendum di dicembre - commenta Antonio Ingroia - Matteo Renzi si aggrappa persino allo slittamento del voto per provare a salvare l’oscena deforma costituzionale scritta per imporre quella Repubblica Verticale - autoritaria, intollerante, sfrenatamente capitalista e neoliberista, diseguale, cinica e guerrafondaia – teorizzata da Licio Gelli 40 anni fa e negazione della Democrazia Orizzontale disegnata invece dai nostri padri costituenti”. Il presidente di Azione Civile aggiunge: “Allungare i tempi per provare a recuperare qualche voto, magari ricorrendo alla solita mancia elettorale, è segno di grande difficoltà. Dimostra che il governo ha paura, si rende conto che gli italiani non accettano che sotto il ricatto dei poteri forti venga distrutta la Costituzione democratica nata dalla Resistenza, figlia della lotta di Liberazione. Dopo 40 anni d’assedio, siamo all’assalto finale alla Carta del 1948. Un assalto da respingere nel segno del NO".
Per il segretario del Prc Paolo Ferrero, la scelta dell'ultimo giorno utile per il referendum, il 4 dicembre, "parla nuovamente del carattere antidemocratico di questo governo. Renzi ha paura dei "NO" ed è per questo che fa slittare la data del referendum costituzionale: si merita una valanga di voti contrari alla manomissione della Costituzione! Diciamo "No" a questo esecutivo che senza vergogna vuole calpestare la Carta e il sacrosanto diritto del popolo italiano a deciderne il futuro. Renzi alle urne proprio non ci vuole andare!".
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mercoledì 28 settembre 2016
Referendum, arriva Babbo Natale. Ma gli italiani credono di più alla Befana. Renzi stai molto preoccupato non ci convinci con l'elemosina
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