Quattro i livelli di giudizio,
dal pieno al mancato raggiungimento degli obiettivi. Tre le aree per
assegnare la valutazione. Entro la fine di settembre ogni dirigente
scolastico riceverà gli obiettivi da raggiungere nel prossimo triennio.
In arrivo le pagelle per i presidi, assegnate anche da insegnanti, genitori e studenti. Tutto pronto per la prima valutazione dei dirigenti scolastici che la scuola dell'autonomia ricordi. La direttiva e le linee guida sono ormai definite e verranno presentate a breve. Quattro i livelli di giudizio che i comitati di valutazione, ascoltata anche la cosiddetta comunità scolastica - docenti, genitori e studenti delle superiori - potranno appioppare ai capi d'istituto: pieno raggiungimento degli obiettivi, avanzato raggiungimento degli obiettivi, buon raggiungimento degli obiettivi e mancato raggiungimento degli obiettivi. In quest'ultimo caso, che equivale ad una sonora bocciatura, il preside verrà convocato dal direttore e rischia grosso. Tre le aree su cui si concentreranno i Nuclei di valutazione per giudicare i dirigenti scolastici. E l'esito peserà sulla retribuzione.
Dopo quindici anni di gestazione, ecco la valutazione dei dirigenti scolastici che è già partita. Entro il mese di settembre, i proconsoli del ministro Stefania Giannini nelle diverse regioni (i direttori degli uffici scolastici regionali) assegneranno ai singoli presidi gli obiettivi da raggiungere nel prossimo triennio. Standard che saranno commisurati con gli obiettivi del Piano triennale dell'offerta formativa e dovranno essere coerenti con il Rav: il Rapporto di autovalutazione della scuola. Poi, nei primi mesi del 2017, saranno gli stessi presidi a segnalare i propri punti forti e di debolezza attraverso la compilazione di un complesso format che guiderà tutta la valutazione. Subito dopo, entreranno in gioco i nuclei di valutazione - composti da un ispettore, un dirigente scolastico con competenze in valutazione e un esperto esterno - che passeranno in rassegna i capi d'istituto con visite in loco.
Saranno tre le aree da scandagliare per assegnare la pagella: competenze gestionali ed organizzative finalizzate al raggiungimento dei risultati, correttezza, trasparenza, efficienza ed efficacia dell'azione dirigenziale, in relazione agli obiettivi assegnati nell'incarico triennale; valorizzazione dell'impegno e dei meriti professionali del personale dell'istituto, sotto il profilo individuale e negli ambiti collegiali; apprezzamento del proprio operato all'interno della comunità scolastica, spiegano le linee guida. La valutazione dipenderà quindi anche dal giudizio che esprimeranno gli attori della scuola: insegnanti, genitori e studenti. Il tutto attraverso questionari elaborati a livello centrale. Ma anche organizzazioni del terzo settore e rappresentanti degli enti locali. Essere capaci di tenere coesa la comunità che gravita attorno alla propria scuola scolastica coesa e mantenere buoni rapporti con tutti i soggetti contribuirà al buon esito della valutazione.
Sarà invece il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, sulla base delle relazioni espresse dai nuclei di valutazione, ad esprimere il giudizio finale. Secondo le linee guida, tuttavia, le tre aree in questione avranno un peso diverso: 60 per cento la prima, 30 per cento la seconda e il restante 10 per cento l'ultima. Il giudizio finale, che scatterà ogni anno, peserà sulla retribuzione di risultato, che al momento si aggira attorno al 5 per cento (circa 3mila euro annui) della retribuzione complessiva. Una quota che in futuro dovrebbe incrementarsi. Coloro che verranno bocciati saranno chiamati a colloquio dal direttore dell'Usr per spiegare le motivazioni dell'insuccesso ed eventualmente trasferiti in un'altra scuola o assegnati a lavoro d'ufficio. Ma dopo due bocciature potrebbe anche scattare il licenziamento.
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