In Siria, fra continui bombardamenti (che generano tensioni fra Usa e Russia), la situazione sta vivendo un escalation di morte e terrore. Il sistema sanitario ad Aleppo Orientale è al collasso, sono rimasti circa 30 medici, ci sono pochissime attrezzature o medicine d'emergenza per curare i feriti, mentre cresce il numero di casi di traumi. Un medico sul campo ha detto all'Unicef che i bambini con poche possibilità di sopravvivenza troppo spesso vengono lasciati morire perché le scorte sono poche e limitate. "Niente può giustificare un tale violenza sui bambini e una tale noncuranza del valore della vita umana. La sofferenza, e il suo impatto sui bambini, è sicuramente la cosa peggiore che abbiamo visto", conclude l'Unicef.
Il Papa non sta a guardare e si affretta a chiedere ulteriori sforzi per la pace. "Al di là dei necessari aiuti umanitari, ciò che oggi i nostri fratelli e sorelle della Siria e dell'Iraq desiderano più di tutto è la pace. Non mi stanco perciò di chiedere alla comunità internazionale maggiori e rinnovati sforzi per giungere alla pace in tutto il Medio Oriente e di chiedergli di non guardare dall'altra parte" ha detto Papa Francesco che ringrazia e incoraggia "le istanze internazionali, in particolare le Nazioni Unite, per il lavoro di sostegno e di mediazione presso i diversi Governi, affinché si concordi la fine del conflitto e si ponga finalmente al primo posto il bene delle popolazioni inermi. È una strada che dobbiamo percorrere insieme con pazienza e perseveranza, ma anche con urgenza, e la Chiesa non mancherà di continuare a dare il suo contributo".
Usa e Russia però non sembrano trovare il quadrato sulla questione. Le recenti dichiarazioni di Washington sulla Siria sono "uno sfogo emotivo" ha affermato il vice ministro degli Esteri russo, Serghiei Riabkov riferendosi all'idea Usa di tagliare i ponti con la Russia finchè non cesseranno i bombardamenti. "Ieri - ha detto Riabkov - un certo sfogo emotivo è avvenuto lì, tra l'impreparazione dell'amministrazione Obama di rispettare la propria parte degli accordi". Gli Usa, tramite il segretario di Stato John Kerry avevano minacciato di interrompere i contatti con Mosca sulla Siria se non si fermeranno i bombardamenti su Aleppo, ventilando la possibilità di "opzioni non diplomatiche".
Pronta la risposta della Russia. "Non possiamo descriverle che come un sostegno de facto ai terroristi da parte dell'attuale amministrazione Usa" ribadisce Riabkov, citato da Interfax. "I gruppi estremisti continueranno a sfruttare i vuoti che ci sono lì in Siria per espandere le loro operazioni, che potrebbero includere attacchi contro gli interessi russi, e forse persino contro città russe". "Purtroppo - ha proseguito Riabkov - i mancati progressi nella messa in atto degli impegni sulla separazione dell'opposizione "moderata" da Al-Nusra che si sono assunti gli Usa porta al blocco di tutto il complesso di misure concordato dal gruppo di sostegno nell'ambito della risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu sulla Siria".
Sulla vicenda è intervenuta anche la Mogherini. "Aleppo sta bruciando e il nostro lavoro, a volte silenzioso in queste ore, è volto a cercare di fare di tutto affinché questo termini e le vite umane siano salvate. Stiamo lavorando a nuove idee sul piano del negoziato politico, ma non è questo il momento di parlarne" ha detto l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini a chi chiede se si pensi a sanzioni per Mosca. "Ho parlato questa notte di possibili misure che l'Ue può prendere con Staffan de Mistura e con gli Stati membri", e a New York con Ban Ki-moon, aggiunge.
Nessun commento:
Posta un commento