La classe operaia: questa definizione economica di Karl Marx ha avuto
conseguenze politiche. Un lavoratore salariato apprendeva due cose: di
essere sottopagato per produrre plusvalore e di appartenere a una
schiera di uguali. La classe operaia è stata prima di tutto una potente
definizione politica. Ha procurato coscienza della propria forza di
massa, rompendo l’isolamento dei singoli.
fondazionerrideluca.com Erri De Luca
Ho fatto lavori manuali tra il ’76 e il ’97, ho conosciuto la grande
fabbrica e la piccola azienda. Ovunque ho potuto riconoscere il grado di
consapevolezza e dignità conquistato e trasmesso dalle lotte delle
generazioni precedenti. Lo chiamavo e lo chiamo ancora: misura del
progresso.
Il 1900 è stato il secolo degli operai. La loro forza lavoro ha mosso il
macchinario assordante delle produzioni dal fondo di miniere al piano
ultimo dei grattacieli. Il loro numero e la loro coscienza li rendeva
una classe, nome che proviene da una compatta formazione di battaglia.
Nell’autunno dell’80 ho bivaccato davanti a uno dei molti cancelli
della fabbrica Fiat Mirafiori a Torino. La mia vita è basata e ripassata
spesso tra i suoi fiumi. Per 37 giorni e notti la classe operaia
torinese ha sigillato il più grande stabilimento industriale d’Europa
per non far passare oltre ventimila espulsioni. Dopo 37 giorni di blocco
totale togliemmo l’assedio. Le espulsioni passarono. Conto da quel
momento preciso la diminuzione fisica e politica del termine classe
operaia.
Alleggerita di addetti, meccanizzata da nuove lavorazioni automatiche,
la grande produzione ha potuto fare a meno della massa critica operaia.
Avevo una tuta blu intrisa di lubrificanti, oggi vedo camici bianchi. Ho
assistito all’estinzione del termine classe operaia.
Questo comporta minore tutela sul lavoro e aumento micidiale di
pericolosità, gentilmente definita infortunistica. Non c’entra
l’infortunio, neanche la sfortuna. C’entra l’aumento dei ritmi di
lavorazione, la tensione di nervi tesi in faccia, l’allarme continuo e
incorporato nei gesti, e a fine turno un assurdo sollievo di illesi. È
posto di lavoro: o di trincea?
Ai miei tempi sfondare un picchietto di operai in sciopero era
caldamente sconsigliato anche agli agenti in divisa. Oggi un autista
investe e uccide col suo camion un operaio che blocca un ingresso
insieme ai suoi compagni. Lo investe e lo uccide istigato dall’ordine di
un qualche kapò di lager.
La modernità regredisce volentieri e la vita umana messa di traverso le ingombra la sua marcia indietro.
Erri De Luca
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