giovedì 21 gennaio 2016

Pakistan, nuova strage di studenti

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Ennesimo massacro di studenti, come a Peshawar a fine 2014. In quell’occasione si trattava di figli di ufficiali dell’esercito di Islamabad che frequentavano le scuole dell’obbligo presso un complesso privato. Ne furono uccisi centoquarantaquattro. Stamane le ventuno vittime sono universitari e qualche docente della struttura Bacha Khan, sita a Charsadda, sempre nel nord-ovest pakistano, la parte estrema di quel territorio (le Federally Administered Tribal Areas) su cui i locali talebani rivendicano autonomia politico-amministrativa. Una teorizzazione che da tempo sviluppa anche pratiche terroriste per affermare un totale controllo del territorio, che la branca estrema della famiglia dei turbanti - i Tehreek-i-Taliban - esaspera con gesti stragisti. Rivolti contro il governo di Sharif, assai disponibile ad assecondare i piani internazionali di controllo dell’area, ai quali i miliziani Tehreek s’oppongono col disprezzo per la vita degno dei più crudeli jihadisti del Daesh. Fra le due componenti ci sarebbe anche un’intesa per quel che riguarda l’intervento nella regione. Pochi giorni fa, proprio a Islamabad, s’era tenuto un incontro fra le diplomazie statunitensi e cinesi, più quelle pakistane e afghane per concertare piani d’intervento per garantire maggiore sicurezza alle iniziative imprenditoriali e commerciali che si sviluppano in zona.

L’intento dei Tehreek, e di altre componenti talebane dissidenti dal fronte stretto attorno al leader Mansour, è quello di rendere impossibile la vita ordinaria nell’area, colpire le scuole ha il doppio valore di minare i ritmi quotidiani e introdurre ansia e terrore fra la componente giovanile che rappresenta il futuro. L’obiettivo delle università, come accadde in altre fasi anche a Kabul, mira a impedire la formazione di un ceto dirigente impiegato nei disegni di collaborazione con la presenza straniera nel Paese. Il messaggio è rivolto anche ai capi tribù pashtun che per un lungo periodo hanno collaborato col Raj britannico, nella fase coloniale, e coi governi autoctoni ricevendo la possibilità di rappresentanza nei rami parlamentari. I talebani, che in Afghanistan presero il potere per un quinquennio (1996-2001), mirano a un proprio emirato fuori da mediazioni coi sistemi dei vecchi e nuovi imperi e degli stati (più o meno fantoccio) che interloquiscono con loro. Secondo dichiarazioni del governo pakistano l’azione terroristica è stata contenuta dall’intervento di unità speciali dell’esercito, bloccate in un primo momento da una fitta nebbia presente nella pianura dove sorge il campus universitario. Questo conta tremila iscritti e al momento dell’attacco erano presenti anche seicento ospiti. Il locale ministero della Salute ha comunicato che negli ospedali sono giunti anche cinquanta feriti, tutti colpiti da proiettili esplosi durante le sparatorie fra talebani e agenti dell’antiterrorismo.

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