Il gruppo Ala è stato determinante per l'approvazione del ddl Boschi. La "ricompensa" è arrivata dopo un incontro fra l'ex braccio destro di Berlusconi e il capogruppo dem Zanda. Un altro passo avanti verso la maggioranza. I Cinque stelle salvano il forzista Matteoli, imputato per corruzione: "E' un bravo presidente".
L'Espresso Paolo FantauzziPagare moneta, vedere cammello. E il cammello è arrivato. Con un tempismo troppo perfetto da non lasciare qualche ombra, il giorno dopo il decisivo voto favorevole sul ddl Boschi, Denis Verdini passa all'incasso e ottiene la vicepresidenza di tre commissioni del Senato non proprio secondarie: Finanze (Eva Longo), Bilancio (Antonio Langella), Difesa (Giuseppe Compagnone). Oltre a ottenere il ruolo di segretario della commissione Affari costituzionali per la compagna di Sandro Bondi, Manuela Repetti, l'ex grillina Adele Gambaro, entrata da appena un giorno nel gruppo e Francesco Amoruso (Politiche Ue).
Un risultato che, tanto per non lasciare adito a dubbi, arriva a poche ore da un incontro mattutino fra il capogruppo Pd Luigi Zanda e Verdini. Oggetto fin troppo scontato: il sostegno dei dem ai candidati di Ala dopo la prova di buona volontà nell'Aula del Senato sulla riforma costituzionale. Dove i 17 voti dei verdiniani sono stati fondamentali per il governo. Del resto il rinnovo delle presidenze di commissione si trascinava avanti da settimane: doveva arrivare a inizio anno, subito dopo la legge di stabilità, ma alla fine si era deciso di rinviarlo a dopo l'approvazione della riforma costituzionale. Proprio per serrare i ranghi nella maggioranza.
Un'area verso la quale muove un altro passo avanti l'ex coordinatore di Forza Italia. Tanto da provocare un piccolo terremoto nel Pd, dove la minoranza attacca il segretario-premier: «Forse è il caso che Renzi ci dica se esiste una nuova maggioranza politica che sostiene il governo e che comprende anche Verdini. Se è così si deve aprire un dibattito pubblico e in Parlamento». A poco valgono i tentativi di minimizzare di Zanda, che derubrica a "prassi" l'assegnazione delle vicepresidenze alle opposizioni. Quelle assegnate a Verdini, infatti, erano tutte in quota della maggioranza.
"La maggioranza sai è affiliazione - Tu voti per cambiar Costituzione - Il giorno dopo vinci premio in Commissione..." ironizza su twitter Gaetano Quagliariello parafrasando la canzone Domenico Modugno. Intanto un caso politico rischia di aprirsi anche per il Movimento cinque stelle, che ha salvato il forzista Altero Matteoli alla presidenza della commissione Lavori pubblici. «È stato un bravo presidente»,
la motivazione del senatore Andrea Cioffi.
Col paradosso che il M5S, che ha spinto per le dimissioni del sindaco di Quarto, accusata di non aver denunciato le pressioni subite, si è schierato al fianco di un politico appena rinviato a giudizio per corruzione. Secondo la Procura di Venezia l'ex An avrebbe infatti ricevuto 550 mila euro in contanti per favorire l’assegnazione al Consorzio Venezia Nuova e alle imprese consorziate i finanziamenti per la bonifica dei siti industriali di Marghera.
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