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giovedì 28 gennaio 2016
La riforma costituzionale causa perdite al Governo, che svolta a destra nel segno dello Stato del controllo Francia, ancora stato d'emergenza mentre si dimette la Ministra della Giustizia Il Consiglio di Stato rigetta la richiesta di sospendere lo stato d'emergenza, ed il governo annuncia che sarà prorogato oltre il 26 febbrai
globalproject Marco Sirotti
28 / 1 / 2016
Parigi - Lo stato "d'urgenza" indetto dal Governo immediatamente dopo gli attentati del 13 novembre e prorogato - al momento - fino al 26 febbraio non è illegittimo, e non sussistono le condizioni per la sua decadenza. Anzi: "il pericolo imminente che giustifica lo stato d'emergenza non è scomparso tenuto conto del permanere della minaccia terrorista e del rischio di attentati", con riferimento agli eventi accaduti fuori dalla Francia dopo il 13 novembre, i tentativi in Francia ed il coinvolgimento del paese in operazioni militari "del massimo rilievo".
Così Le Monde riporta dal comunicato del Consiglio di Stato, prima di riferire le dichiarazioni dell'avvocato che per conto della Lega per i diritti dell'Uomo ha presentato il ricorso, il quale non ritiene sufficiente la persistenza di una "minaccia diffusa". La corte però ha recepito le motivazioni del Ministero degli Interni: "la polizia non ha ancora sfruttato ogni possibilità".
Sotto questi auspici il 3 febbraio il Governo presenterà un disegno di legge per modificare la legge sullo stato d'emergenza ed ottenere un ulteriore prolungamento di tre mesi; nel frattempo inizierà la discussione sulla riforma costituzionale che si annuncia a tappe forzate e già sta mietendo vittime nelle fila del governo e del consenso a Hollande.
Ieri la ministra della Giustizia si è dimessa, in seguito alla rottura definitiva con governo e presidente rispetto all'inserimento in costituzione della revoca della cittadinanza. La parte politicamente più rilevante della bozza di riforma che è circolata in gennaio gira attorno alle modalità di revoca della cittadinanza francese ai bi-nazionali, questione molto sentita oltralpe e che sta egemonizzando il dibattito pubblico. Christiane Taubira con le sue dimissioni ha fatto saltare la parità di genere in Consiglio dei Ministri, che era pilastro della campagna di consenso di Hollande, ed il suo nome resterà legato alla legge dei "marriages pour tous", i matrimoni per tutti, ovvero le unioni civili tra persone dello stesso sesso.
Donna e di colore, paladina dei diritti umani la ministra dimissionaria; uomo bianco più conosciuto come colui che vuole instarurare il Grande Fratello a mezzo dei servizi segreti il suo successore. Jean-Jacques Urvoas è stato, fino a ieri l'altro, presidente della Commissione per le Leggi Costituzionali dell'Assemblea Nazionale: ovvero il primo luogo di discussione della riforma che verrà, che ha calendarizato in due giorni il tempo necessario al confronto, prima che il provvedimento vada in aula, dove in una giornata verrà discusso emendato e licenziato un testo finale.
Insomma, stato d'emergenza più l'uomo della "legge spionaggio" che dalla cabina di regia della riforma costituzionale diviene ministro della giustizia sono un cocktail decisamente sgradevole per la società francese, che infatti in maniera quanto mai variegata chiama alla mobilitazione per sabato: i siti delle maggiori organizzazioni e gruppi ed il portale parigino di movimento paris-luttes.info invitano a scendere in piazza a Parigi e non solo. Nella Capitale l'appuntamento è in Place de la République alle 14:30.
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