La grande struttura sportiva, che fa parte del progetto di riqualificazione dell'area ex Italsider, è praticamente terminata. Ma non entra in attività perché i giudici ipotizzano che sotto siano stati sepolti gli scarti della bonifica dell'area industriale. Ora è meta di saccheggi e vandalismi, mentre a Napoli mancano spazi per lo sport.
L'Espresso di Giovanni ChianelliBrutto quando un’opera promessa non viene realizzata. Ancora peggio quando viene portata a termine, con impiego di denaro e forza lavoro, e poi chiusa. Abbandonata alle intemperie, ai vandali e all’oblio dei politici. È il caso del Parco dello Sport di Bagnoli, quartiere della zona Ovest di Napoli. Un vero e proprio rimpianto sportivo. Il Parco faceva parte del progetto, da due anni bloccato dalle indagini dei magistrati che ipotizzano il reato di disastro ambientale, di Bagnoli Futura: la riqualificazione dell’area dove fino agli anni ’90 sorgeva il complesso industriale dell’Italsider.
Un progetto faraonico che, nelle intenzioni, avrebbe dato alla città un distretto per la ricerca, l’educazione e il benessere. Da qui l’idea di un Parco dello sport. E per una volta dalle idee si era passati ai fatti: 23 ettari di campi di calcetto, basket, tennis, pallavolo. E poi spazi per gli sport minori con una ciclabile da 20 chilometri, bocciodromo, area giochi per bambini, spazi per il roller blade, lo skate-park e la pista per il pattinaggio sul ghiaccio. Non mancava nulla. Il mega centro sportivo poteva contare anche su uno specchio d'acqua per il modellismo nautico. Ed era diventato un modello architettonico: l’impianto, il cui disegno era stato affidato allo studio Pica Ciamarra, visto dall’alto della collina di Posillipo offre un colpo d’occhio notevole, con un sistema a crateri che riprende la morfologia tipica dei Campi Flegrei, zona vulcanica. Tutto perfetto. Forse troppo.Infatti, ora il Parco giace tra erbacce e ruggine, esposto a continui furti. Lo spazio giochi per l’infanzia e i campetti di calcio e tennis sono sommersi da rovi e sterpi alte due metri, le giostre e le altalene marciscono al sole, la pista di atletica, per via delle piogge, è interessata da voragini. La vegetazione ha ricoperto pedane e panchine, attirando colonie di gabbiani e piccioni. Il guano si ammassa ovunque. Un sogno rapidamente trasformato in un incubo.Alla natura si è aggiunto l’uomo: che ha depredato il possibile. Le prime avvisaglie del saccheggio, scontato, erano arrivate agli inizi del 2014, quando si scoprì che i vandali avevano devastato l'acquario, dotato di impianti d’avanguardia. Ora è come un supermarket: da via Cattolica, di notte, i ladri entrano quando vogliono. Facilissimo scavalcare il muretto. Prendono soprattutto rame e ferro, ma non risparmiano neanche i cavi della corrente. È sparita persino la scritta d’acciaio “Parco dello sport”, pare sia stata tagliata con la fiamma ossidrica. E poi termosifoni, i servizi igienici e gli impianti per la centrale del freddo che doveva servire alla pista di pattinaggio sul ghiaccio.
Trentasette milioni buttati al vento in senso stretto. Come è potuto succedere? L'opera nel 2010 era stata praticamente completata. Mancavano solo le strade d'accesso e il collaudo definitivo. Poi Stefano Caldoro, all’epoca governatore della regione, per rispettare il patto di stabilità sospese i fondi destinati a Bagnoli Futura, vanificando anche gli stanziamenti dell'Unione Europea. Primo stop ai lavori. Poi, con l’arrivo al comune di Luigi De Magistris, sembrò esserci la svolta, con l’inaugurazione in pompa magna alla presenza delle autorità. Prime polemiche: l’amministrazione pensò di affidare l’impianto a un’associazione cittadina che l’avrebbe gestito in privato, per la cifra di 70.000 euro l’anno. L’idea causò proteste dei molti comitati di quartiere che sognavano uno spazio pubblico per la gioventù. Nel 2013 il nuovo e definitivo fermo: la magistratura sequestra i suoli di Bagnoli Futura.
L'ipotesi degli inquirenti è che, proprio sotto il Parco, siano seppelliti gli scarti della bonifica della vecchia area industriale. Il testo è chiarissimo: “Il centro sportivo, in particolare, necessita di nuova bonifica delle aree il che presuppone lo smontaggio delle attrezzature realizzate, la bonifica dei terreni e successivamente la ricostruzione di quanto demolito”.
Insomma, bisognerebbe rifare tutto daccapo. Ma intanto l’occasione l’ha persa tutta la città: dai ragazzini costretti a giocare in strada, tra spazzatura e automobili, ai futuri campioni che non hanno dove allenarsi, passando per i tifosi. Infatti la pista d’atletica avrebbe dovuto sostituire quella del San Paolo, il cui recente programma di ristrutturazione vuole avvicinare lo stadio al modello anglosassone, con gli spalti a ridosso del terreno di gioco.
Adesso? Le amministrative sono alle porte ma Bagnoli, con i suoi sogni naufragati, per ora è il grande assente dalle campagne elettorali dei candidati sindaci. Del Parco dello sport, poi, nulla. Il quartiere scivola nel silenzio. Un paradosso, dato che uno dei suoi figli più celebri, proprio per ragioni sportive, sta facendo parlare di sé in ogni parte d’Europa: mentre infuria ovunque la polemica su Maurizio Sarri e le sue dichiarazioni omofobe Bagnoli, dove è nato l’allenatore azzurro, figlio di operai dell’Ilva, rischia di essere dimenticata tra le erbacce.
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