domenica 24 gennaio 2016

L'Arcobaleno #Svegliaitalia. Cento piazze per sostenere le Unioni civili

controlacrisi
fabio sebastiani

Sono per la precisione 98 le citta' che hanno risposto all'appello lanciato da Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit e che oggi, in diversi orari quasi tutti pomeridiani, hanno dato vita alla manifestazione per le coppie gay e le loro famiglie. Migliaia in tutta Italia, per sostenre l'approvazione del ddl sulle unioni civili, a partire dal prossimo 28 gennaio: a Roma, #Svegliatitalia si è data appuntamento a piazza del Pantheon. Tanti i partecipanti che hanno in mano una sveglia, mostrata per "far suonare nello stesso momento tutto quello che abbiamo, battendo il tempo con le dita sulle lancette per far capire a chi ci governa che il tempo è davvero scaduto".

Bandiere, striscioni, cartelli. E poi tanti striscioni con su scritto #svegliaitalia, o frasi del tipo "Si', lo voglio", "No mediazioni", "i diritti sono di tutti", "i diritti non sono capricci". C'e' anche una sagoma del premier Matteo Renzi con la frase "Sposaci!". Tantissimi maglie, sciarpe, cappelli, bandiere dei colori dell'arcobaleno.
Assieme alle associazioni lesbiche, gay, trans e bisex della Capitale c'erano anche parlamentari della sinistra e del Pd. Tra gli altri, Matteo Orfini, Stefano Fassina, Loredana De Petris. Tra loro, an che il segretario del Prc Paolo Ferrero. Per il governo Benedetto della Vedova, uno dei primi ad arrivare.

A Roma la manifestazione in piazza della Rotonda, davanti al Pantheon, e' stata organizzata da Arcigay, Arcilesbica, Agedo,
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Famiglie Arcobaleno e Gay Center.
"Il nostro simbolo è un cuore con l'uguale, perché crediamo che ogni amore debba avere gli stessi diritti e gli stessi doveri. Per questo continueremo a lottare fino a quando non raggiungeremo la piena uguaglianza, vale a dire il matrimonio egualitario". E' ora che in Italia "ogni amore venga riconosciuto e contestualmente i figli di tutte e di tutti vengano tutelati", aggiungono: "è venuto il momento di essere civili e di fare un primo passo verso la piena uguaglianza".

Per Ferrero, la scritta comparsa sul Pirellone di Milano inneggiante al family day "degli estremisti cattolici è un oltraggio ai cittadini lombardi: Maroni dovrebbe sapere che esistono famiglie monoparentali e genitori omosessuali, coppie gay e lesbiche, anche in Lombardia, e dovrebbe rappresentarle, invece che usare le istituzioni per le sue campagne oscurantiste! Contro questa vergognosa crociata delle destre - e non solo - contro i diritti delle persone, dei bambini, delle famiglie bisogna essere in tante e tanti, oggi, in tutte le piazze d'Italia per dire che i diritti vanno ampliati a tutte e tutti".

“Come studenti e studentesse saremo presenti in tutte le piazze della mobilitazione di #SvegliaItalia - si legge in un comunicato di Link, Rete della Conoscenza e Uds - e mettere in campo azioni lungo tutto l’arco della giornata per ribadire la necessità di una risposta di popolo che, oltre al supporto della libertà di orientamento sessuale e della volontà di autodeterminazione affettiva, pratichi una battaglia di tutte e tutti contro la subalternità” - concludono gli studenti nella nota - “A Bologna gli studenti hanno lasciato post-it sulla sede del PD per ricordare che il Ddl Cirinnà è un primo passo, ma che è insufficiente per rimuovere i meccanismi di esclusione e subalternità. A Roma siamo arrivati alla piazza del Pantheon con le maschere di personaggi omofobi o protagonisti delle mediazioni al ribasso di questi giorni. A Milano invece abbiamo inscenato davanti al Duomo diversi tipi di matrimonio che vorremmo fossero garantiti. Sono solo le prime azioni di una giornata che intende aprire una stagione lunga di conflitto per l’affermazione dei diritti di tutte e tutti”.

"La Corte europea dei diritti umani, trattando questioni relative alle adozioni, ha affermato che non esistono prove che dicano che una coppia omosessuale, per il solo fatto di essere tale, non possa svolgere i compiti dei genitori nell’interesse del figlio, come una coppia eterosessuale - scrive Gustavo Zagrebelsky -. Naturalmente in tutti i casi di istanze di adozione è essenziale che vi sia una procedura e un giudice per valutare l’idoneità specifica di chi chiede di adottare un bambino. Ma, provvedendo ancora una volta a ricondurre a ragione la legge italiana sulla procreazione medicalmente assistita che vietava la fecondazione eterologa, la Corte costituzionale rispetto alla determinazione di una coppia di avere un figlio ha usato un aggettivo forte, qualificandola come «incoercibile». Con quale diritto quell’aggettivo potrebbe esser limitato alle sole coppie eterosessuali?  

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