controlacrisi.org Roberto Ciccarelli
L’Inps attesta il boom dei voucher, l’ultima frontiera del precariato
in Italia. Per l’Osservatorio sul precariato tra gennaio e novembre del
2015 i «buoni lavoro», detti anche «lavoro a scontrino» da 10 euro di
valore nominale sono aumentati del 67,5%, oltre i 102 milioni, con punte
del +97% in Sicilia. Servono a pagare gli stagionali dell’agricoltura,
camerieri, baby sitter, giardinieri e colf. Per legge non possono
percepire dai loro committenti più di 7mila euro all’anno. La soglia
è stata aumentata dalla legge Fornero (da 5 a 7 mila). Oggi, questo
“buono lavoro” costituisce la forma prevalente per il lavoro precario
del futuro: quello stagionale.
Voucher, il lavoro nero istituzionalizzato
Per legge questi lavoratori non possono percepire dai loro committenti più di 7mila euro all’anno.
In un solo anno, sostiene l’Osservatorio
Inps, sono stati piazzati il 67,5% di buoni in più. Oltre alla Sicilia,
c’è il boom dell’85,6% in Liguria e dell’83,1% e 83% in Abruzzo e in
Puglia. Il Nord è l’area del paese dove si utilizzano di più: due terzi
del totale.
Il lavoro accessorio coinvolge oltre un
milione di persone in Italia, in media di 36 anni in maggioranza donne
(517.474, 492.052 sono i maeschi maschi). In sette anni sono stati
venduti oltre 162 milioni di voucher, in gran parte con un valore
nominale di 10 euro (il 94,1% del totale): 7,5 euro di retribuzione
netta e 2,5 di contributi Inps e Inail. Il compenso medio per questo
milioni di lavoratori a scontrino è di 500 euro all’anno .
“L’incremento dei voucher può
significare problemi futuri ed è bene guardare questo fenomeno con
grande attenzione”, aveva denunciato Tito Boeri, presidente dell’Inps.
La contribuzione di questi lavoratori alla gestione separata dell’Inps
si ferma al 13% del reddito. I loro trattamenti pensionistici futuri
saranno veramente minimi. O inesistenti.
Il voucher, nato per fare emergere il lavoro nero, lo ha in realtà istituzionalizzato.
#Renzi: #avantitutta
Sul lato dell’occupazione «standard» si
registrano 510.292 posti a tempo indeterminato in più. Subito è scattato
il tweet di (auto)celebrazione di Renzi: «INPS dimostra assurdità
polemiche su Jobsact #avantitutta».
Ma è vero? Ovviamente no. Renzi (o lo spirito che si è impossessato del suo account twitter) non capisce i numeri, né sa leggere i comunicati
. L’Inps precisa che l’aumento dall’occupazione deriva dalla droga
degli incentivi alle aziende (l’esonero contributivo) e non dal Jobs
act. La metà dei contratti in più deriva dalle trasformazioni
contrattuali (+25,8% quelle di rapporti a termine, +25,3% quelle di
rapporti di apprendistato) più che da nuove attivazioni (+9,7%).
“Abbiamo la sensazione di essere in
presenza, più che di una ripresa strutturata, di un utilizzo
utilitaristico delle nuove norme da parte delle imprese, guidate dalla
convenienza economica. Ma da qui a dire che si è sconfitto il precariato
ce ne vuole” afferma Serena Sorrentino, segretaria confederale
della Cgil.
#Avantitutta verso l’opportunismo dei capitalisti all’italiana
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