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Studenti multati per protesta durante ""Maker Faire" interrompono Senato AcCademico: istituzioni universitarie devono prendere posizione.
Ieri 26 gennaio 2016 abbiamo occupato il rettorato dell'università durante la seduta del Senato Accademico per costringere le istituzioni universitarie a prendere parola in merito alle 60 multe emesse a danno di studenti e studentesse della Sapienza per la manifestazione svoltasi contro la Maker Faire.Il 16 Ottobre, in seguito alla creazione della campagna "Maker Faire per chi?" dopo settimane di mobilitazione contro la fiera dell'innovazione, abbiamo deciso di presentarci a piazzale Aldo Moro per mettere in pratica uno degli slogan della campagna: non resteremo fuori! Non eravamo e non siamo disposti, infatti, a pagare un biglietto d'ingresso per entrare nella nostra pubblica università, per l'occasione della fiera chiusa e svenduta ai privati.
Davanti alla contestazione le forze dell'ordine reagirono in maniera scellerata con cariche, studenti ammanettati nell'ateneo, arresti ed uso di idranti. Nei giorni successivi sono arrivate anche le ingiustificabili multe per interruzione di servizio pubblico e blocco del traffico, con la richiesta di pagamento fino a 10mila euro a studente (anche per coloro che quei giorni non erano al presidio e neppure in città).
Il prefetto Gabrielli, evidentemente, pensa di utilizzare questo strumento amministrativo per ricattare chiunque esprima qualsiasi forma di dissenso. È evidente, infatti, che studenti e, in generale, cittadini che non abbiano ampie disponibilità economiche si sentiranno in difficoltà ad esprimere liberamente il proprio pensiero, visto il rischio di cospicue sanzioni.
Con la nostra occupazione di ieri, siamo riusciti a strappare una dichiarazione del Senato Accademico (votata da tutti i membri con una sola astensione) in cui si afferma che l'università tutela la libera espressione del dissenso, e si auspica che le multe vengano revocate. Abbiamo segnato, così, un importante punto a favore dell’agibilità politica e della libertà di manifestare in questa università e in questa città.
Di fronte all’assenza di risposte delle istituzioni dell’ateneo, siamo riusciti a strappare una piccola vittoria, ristabilendo priorità e ordini del giorno di un’università troppo spesso distante dai bisogni e dalle richieste degli studenti.
Nonostante la soddisfazione per il risultato ottenuto, siamo consapevoli che nulla si è ancora risolto, e quindi continueremo a combattere queste multe in tutte le sedi possibili per affermare e ribadire che le lotte per i diritti e la libertà di esprimere dissenso non sono un problema di ordine pubblico e amministrativo, ma la necessaria risposta di una società costretta a subire i costi della crisi e le continue privatizzazioni.
Siamo pronti ad apporci ai provvedimenti in tutte le sedi possibili, consapevoli che per bloccare una futura edizione della maker faire ci vorrà ben altro, ma disposti come sempre a metterci in gioco per difendere il nostro ateneo dall'invasione dei privati.
Studenti e studentesse della Sapienza
Campagna maker faire per chi?
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