martedì 26 gennaio 2016

Classe Operaia. Ilva , di nuovo in piazza le tute blu di Genova. E' ancora lotta dura: "Non si vende!"

Prima hanno occupato la fabbrica, poi sono scesi in strada e in corteo si sono diretti alla stazione di Genova Cornigliano, bloccando la strada. 
 
controlacrisi.org fabrizio salvatori 
E’ la protesta di circa 200 lavoratori dell’Ilva di Cornigliano contro la decisione del governo Renzi di vendere il siderurgico. Gli operai dell'Ilva di Genova dopo che la scorsa settimana hanno presidiato il palazzo del Comune, oggi hanno lanciato un aaltro segnaale molto chiaro. “La fabbrica è in assemblea permanente”, ha spiegato Bruno Manganaro, segretario generale della Fiom Cgil Genova. “Il governo vuole vendere Ilva, compreso lo stabilimento di Genova che ha siglato un accordo di programma, e non si vuole garantire quell’accordo. Si tratta di uno schiaffo a Genova, dove tutte le istituzioni avevano contribuito a raggiungere quell’accordo, e di uno schiaffo ai lavoratori”. E ancora: “Il governo senza dichiararlo sta strappando l’accordo di programma, per questo dobbiamo alzare la voce per difendere reddito, posti di lavoro e stabilimento”.

L'iniziativa di Genova, promossa dalla Fiom, si pone l'obiettivo, peraltro condiviso dalle Istituzioni locali – Regione, Comune e Provincia – "di riaffermare la validità dell'accordo di programma come elemento di tutela dell'attuale livello occupazionale di Genova, che rischia di essere messo in discussione dal bando di vendita che non fa riferimento agli attuali livelli occupazionali. Una necessità che deve valere sia per Genova che per Taranto e per tutti i siti attuali del Gruppo", si legge ancora in un comunicato firmato da Rosario Rappa, che per la Fiom nazionale si occupa di siderurgia.

La Fiom nazionale auspica e sollecita un'iniziativa unitaria di tutto il Gruppo Ilva, sia per salvaguardare l'occupazione, diretta e di tutto l'indotto – "che non può pagare il prezzo dell'operazione" – che per rivendicare il mantenimento delle normative e dei livelli retributivi dei contratti di solidarietà in vigore prima del “Jobs act”. E chiede un necessario e urgente un incontro presso la presidenza del Consiglio dei ministri. 

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