Grillo: "Metterà d'accordo tutto e tutti. Non farà inciuci e inciucetti. Troppo anziano? E' vero, ha 80 anni, ma forse era troppo presto per qualcuno più giovane. E quando gliel'ho detto è diventato un ragazzino"
Stefano Rodotà, un uomo di 80 anni che alla notizia di essere il candidato scelto dal Movimento 5 Stelle per la Presidenza della Repubblica è diventato un ragazzino. Lo descrive così Beppe Grillo, nel comizio a Maniago in Friuli Venezia Giulia, dove il prossimo weekend si vota per le regionali. “Abbiamo il nostro candidato. Milena Gabanelli ha rifiutato, ha detto no. Poi c’era Gino Strada che quando ha visto chi c’era dietro di lui (Rodotà, appunto) ha detto: c’è un grande uomo che stimo”. Una voce dal pubblico grida: “E’ troppo vecchio” e il leader del Movimento 5 Stelle risponde così. “Sì è vero. Forse è troppo vecchio, ma ci arriveremo, con calma. Forse era presto per qualcuno di più giovane. Ci stiamo lavorando. Dateci tempo”. E ancora: “Se è per questo anch’io sono troppo vecchio, non dovrei essere qui a parlare su questo palco, dovrebbe esserci un ragazzo di vent’anni. Ma succederà. Fidatevi succederà, ma da qualche parte dobbiamo cominciare”.
Un passo alla volta dice Beppe Grillo, portare uomini fidati di stima nazionale e internazionale nelle cariche del potere e poi cominciare a cambiare le cose, il piano d’azione. “Faremo una legge per portare i giovani a votare a 16 anni, ad esempio. Rodotà è l’uomo che metterà d’accordo tutti. Ricordatevelo. E’ il Pd che si preoccupa oggi, gli abbiamo sparigliato le carte”. E’ una scelta che garantisce la certezza di una serietà che in molti potrebbero riconoscere. “Rodotà è il nostro candidato anche perché saremo sicuri che non farà nessun inciucio. Ma lo sapete che il Presidente della Repubblica è anche il capo del Consiglio Superiore della Magistratura? Vogliono mettere una figura che possa salvare il culo a Berlusconi. Io non voglio salvargli il culo, e voi?”. Applausi cercati che, come previsto, arrivano.
Non è il Beppe Grillo che solo martedì 16 aprile era arrivato in Friuli Venezia Giulia, dai toni concilianti e la voglia di chiacchierare. Adesso il Movimento ha un candidato, richieste precise e il leader chiede risposte. “Io ci sono andato a parlare da Morfeo, anzi scusate non lo è più, volevo dire da Napolitano. Mi sono messo la giacca e la cravatta e mentre camminavo i corazzieri sottovoce mi dicevano: “Siamo tutti con te”. Questo è il paese che Grillo racconta, che dice ora è venuto il momento scelga da che parte stare. “Ho fatto un appello a Bersani, lo avete visto tutti: votate per il nostro candidato e poi parliamo di cose concrete, non otto punti vaghi e generali”. Le alternative che trapelano dal Partito Democratico, sarebbero un suicidio, continua a ripetere il leader: “Capite che ci propongono D’Alema? L’uomo inciucio per eccellenza, il responsabile dello scudo fiscale. E Amato? Il braccio destro di Craxi. Se sono questi i loro nomi sono finiti”.
Tutto da rifare? A quanto pare no, sentendo il deputato Cinque Stelle Adriano Zaccagnini: “L’apertura di Grillo al Pd non era una trappola”, assicura ai giornalisti di Montecitorio. E l’attacco di oggi sarebbe soltanto “un avvertimento preventivo contro inciuci e inciucini. Noi non siamo per i bluff da vecchia politica, di noi ci si può fidare. Il Pd colga la palla al balzo”. In altre parole, specifica il deputato M5S, “converga con noi sul nome delPresidente della Repubblica. Se c’è un’alternativa all’accordo Pd-Pdl c’è poi tutto il resto”. Quanto invece alla possibilità di convergere sul nome diRomano Prodi, precisa: “Se arriviamo al nome di Prodi contro quello di Berlusconi ci devono dare il tempo di consultare la rete. Sanno che abbiamo bisogno di tempo”. In ogni caso “le strade sono due: o il Pd elegge il presidente con il Pdl o con noi”.
Poco prima del comizio di Maniago, sul suo sito, Grillo aveva già annunciato l’ok a Rodotà: ”Dopo la rinuncia di Milena Gabanelli ho chiesto a Gino Strada, che ha optato per la candidatura di Stefano Rodotà. Ho chiamato Rodotà che ha accettato di candidarsi e che pertanto sarà il candidato votato dal Movimento 5 Stelle”. In attesa di vedere quale sarà la reazione delle altre forze politiche, e in particolare del Pd, un primo commento è arrivato dal deputato M5S e vicepresidente della Camera Luigi Di Maio: ”E’ ufficiale Rodotà. Scaccomatto”. ”Il nostro candidato è Stefano Rodotà – ha aggiunto il deputato grillino Roberto Fico - il Pd non ha un solo motivo valido per non votarlo. O lo vota o come partito non ha più motivo di esistere”.
(di Emiliano Liuzzi e Martina Castigliani, aggiornato da redazione web)
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