sabato 20 aprile 2013

Quirinale, caos nel Pd: Bersani si è dimesso Sel furibonda: "Congresso Pd sulle spalle del Paese"

Riunione lampo dei grandi elettori democratici dopo la drammatica quarta votazione per il Colle. Il segretario: "Un traditore su 4", lascia dop l'elezione del Presidente.  In ballo scelta tra Rodotà e la conferma di Napolitano. Prodi ritira la candidatura e dice:  "Chi mi ha portato a questa decisione deve farsi carico delle sue responsabilità". Vendola attacca: "L'ex premier silurato da chi punta al governissimo".

Oggi, aggiunge il presidente della Regione Puglia, è stato teso "un agguato a Prodi da coloro che vogliono l'inciucio, il governissimo, e noi diciamo no", dopo le parole di Prodi, "Sel tornerà a votare per Rodotà".

repubblica.it
Quirinale, caos nel Pd: Bersani si è dimesso Sel furibonda: "Congresso Pd sulle spalle del Paese"ROMA - Doveva aspettare oggi chi pensava che quella di ieri, dopo il siluramento della candidatura di Franco Marini al Quirinale, fosse stata la giornata più nera del Pd. La quarta votazione per il presidente della Repubblica consegna infatti la foto di un partito ancora più in ingovernabile e in preda al panico. Con il sugello dell'annuncio delle dimissioni di Bersani "subito dopo l'elezione del presidente della Repubblica".

Neppure Romano Prodi, il "fondatore" del centrosinistra scelto solo stamattina come candidato al Colle, è sopravvissuto ai veleni del partito democratico e ha raccolto ben 101 voti meno del previsto e alla fine in serata ha deciso di ritarsi dalla corsa. Con un messaggio adirato: "Oggi mi è stato offerto un compito che molto mi onorava anche se non faceva parte dei programmi della mia vita. Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degno di questo incarico. Il risultato del voto e la dinamica che è alle sue spalle mi inducono a ritenere che non ci siano più le condizioni", ha scritto l'ex premier in una nota. Aggiungendo poi quella che aveva tutto il sapore di una richiesta di dimissioni di Bersani: "Chi mi ha portato a questa decisione deve farsi carico delle sue responsabilità".

E le dimissioni sono arrivate, poco dopo le dieci di sera davanti ai grandi elettori del Pd riuniti al teatro Capranica di Roma. Poche parole durissime: "Abbiamo preso una persona, Romano Prodi, fondatore dell'Ulivo, ex presidente del Consiglio, inviato in Mali e lo abbiamo messo in queste condizioni". Poi, rivolgendosi alla platea: "L'assemblea è fatta di dirigenti che oggi hanno preferito l'ovazione e l'unanimità, poi uno su quattro di noi qui ha tradito. Prodi ha rinunciato, lo capisco, io non posso accettare quello che è successo e oggi il Pd impedisce una soluzione per il Quirinale. Con tutta la disponibilità e la responsabilità, per me è troppo. Ci sono state in alcuni pulsioni a distruggere senza rimedio. Spero che la mia decisione serva ad arrivare ad un'assunzione di responsabilità". E prima di lui a dimettersi dalla carica di presidente dell'Assemblea era stata Rosy Bindi, anche se formalmente la decisione risale al 10 aprile.

Matteo Renzi invece attacca: "Oggi il segretario del Pd ha chiesto per l'unità del partito di offrire una candidatura molto autorevole. A Prodi tutti hanno detto sì, hanno fatto l'applausone, poi hanno fatto il contrario, il giochino dei franchi tiratori che non è una battaglia a viso aperto", dice.

Ma le lacerazioni e le faide, perché ormai di questo si tratta, che scuotono i democratici iniziano a ripercuotersi sull'intera coalizione. "Il Pd sta facendo un congresso in una fase drammatica per il Paese, Sel è molto arrabbiata perché i dem mantengono l'Italia dentro una contesa intestina", accusa il leader della sinistra ecologista Nichi Vendola, parlando a Sky. Sel respinge le accuse di aver "tradito" Prodi per Rodotà, "certificando" la fedeltà al candidato scelto con il pacchetto di voti "certificato" dalla dicitura R. Prodi, ma ora secondo la sinistra radicale è davvero giunto il momento di convergere sul candidato del M5S Stefano Rodotà.

Oggi, aggiunge il presidente della Regione Puglia, è stato teso "un agguato a Prodi da coloro che vogliono l'inciucio, il governissimo, e noi diciamo no", dopo le parole di Prodi, "Sel tornerà a votare per Rodotà".

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