giovedì 18 aprile 2013

Fragole e sangue: la violenza dei padroni

Grecia: i lavoratori chiedono il pagamento degli stipendi arretrati e uno dei padroni dell’azienda spara contro i braccianti, ferendone 28.

contropiano.org
Alle sei del mattino. Duecento lavoratori immigrati, provenienti per lo più dal Bangladesh, protestano con i propri ‘datori di lavoro’ - in italiano si direbbe caporali – perchè ormai da mesi nessuno li paga, anche se loro tutte le mattine all’alba vanno nei campi a raccogliere le fragole. Uno dei tre titolari dell’impresa all’improvviso imbraccia un fucile e comincia a sparare all’impazzata sulla folla, ad altezza d’uomo. Ventotto braccianti rimangono feriti, alcuni in modo grave, dai colpi sparati, gli altri fuggono in preda al panico e all’incredulità.

Non siamo in Colombia, ma in Grecia. L’esplosione di violenza da parte dei padroni greci contro i loro operai stranieri oggi è su tutti i quotidiani ellenici, mentre l’invito a boicottare le fragole prodotte dall’azienda ‘Manolada’ rimbalza sui social network e sui blog fino ad approdare su qualche sito web più sensibile e attento. 
L’episodio – rivelatore di una violenza padronale che la crisi porta alla ribalta senza mediazioni e infingimenti – è avvenuto ieri mattina a Ilia, una piccola località del Peloponneso dove da anni si ripetono episodi di abusi e di sopraffazione nei confronti dei lavoratori immigrati, e non, occupati in agricoltura. Come quando un bracciante egiziano fu picchiato e trascinato per centinaia di metri dopo esser stato legato dietro ad una macchina. La colpa dei lavoratori è stata quella di reclamare all’azienda il pagamento di quegli stipendi non più percepiti ormai da sei mesi. Stipendi da fame, peraltro, in cambio di orari di lavoro sfiancanti e di un regime di semischiavitù.
La sinistra greca, i sindacati, le associazioni antirazziste chiedono che i colpevoli, gli sparatori, siano arrestati e puniti in maniera rapida ed esemplare. Finora solo uno dei tre proprietari sarebbe stato arrestato dalla Polizia.

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