'Siamo padri di famiglia, non riusciamo a portare neppure il pane a casa'
ansa.it 20 settembre, 17:18
NAPOLI
- Cinque disoccupati protestano sul tetto del Palazzo Reale a Napoli.
"Siamo cinque padri di famiglia, disperati perché non riusciamo a
portare neppure il pane a casa", ha detto uno di loro al telefono. In
piazza Plebiscito sono intervenuti polizia e carabinieri che tenteranno
di convincerli a mettere fine alla protesta
E stato portato giù dopo che ha avuto un malore uno dei due operai dell'Italcementi che manifestano sul Duomo di Sassari. Il lavoratore, di 49 anni, era sul tetto della chiesa quando si è sentito male e attraverso le strette scale del campanile è stato fatto scendere. Il manifestante è stato sostituito sul Duomo da un altro collega. La protesta degli operai Italcementi di Muros, che da ieri mattina hanno occupato il tetto del Duomo,mira a una ricollocazione in altre aziende del gruppo o imprese terze prima che scada loro la cassa integrazione prevista il prossimo 14 novembre.
Sassari, la Regione a fianco ai lavoratori "La Regione è a fianco dei lavoratori ed è impegnata insieme all'azienda a favorire la ricollocazione del personale". Lo ha detto questa mattina l'assessore regionale dell'Industria, Alessandra Zedda, che accogliendo l'appello delle maestranze della Italcementi, che ora occupano il tetto del Duomo di Sassari, ha convocato per martedì prossimo, 25 settembre, alle 10:30, un incontro nella sede di viale Trento a Cagliari per fare il punto della situazione sulla vertenza.
''Il 14 novembre - ha spiegato Simone Testoni rappresentante sindacale dell'Ugl - scade la cassa integrazione e ad oggi i lavoratori non hanno ancora ricevuto alcuna risposta sulla possibilita' di un loro effettivo ricollocamento. Il presidio dei lavoratori dell'azienda di Scala di Giocca, che i lavoratori hanno ribattezzato ''sit-in di preghiera'', dovrebbe concludersi alle 20 con la chiusura ai fedeli della cattedrale di San Nicola, ma potrebbe anche continuare fino a quando non si avranno certezze sul futuro dell'azienda.
''E' impensabile - ha aggiunto Testoni - che per i 19 lavoratori non ci possa esser futuro: chiediamo l'attuazione del protocollo siglato con la Regione Sardegna e l'azienda per il loro reimpiego in attivita' di riqualificazione dell'area utilizzata da Italcementi. L'azienda, che alle porte di Sassari produceva cemento di ottima qualita', da quasi due anni ha chiuso e ha messo i dipendenti in cassa integrazione. Nel settembre 2008 Italcementi aveva firmato un protocollo d'intesa con la Regione con il quale si impegnava ad investire 65 milioni di euro per potenziare le sue attivita' nell'isola con la prospettiva del ripristino dei siti compromessi ed il reimpiego dei lavoratori nel recupero ambientale o in altre societa' del gruppo. Ma poco piu' di un anno dopo, nel maggio 2010, lo stabilimento ha chiuso senza nessun concreto impegno lavorativo per gli operai che oggi guardano con preoccupazione al 14 novembre quando si troveranno in mobilita'.
L'aggravarsi della crisi del mercato dei materiali da costruzione non consente al momento di ricollocare i lavoratori in cigs in altre unità del gruppo o presso aziende terze, situate preferibilmente in Sardegna, fa sapere Italcementi. Sono 19, sui 31 iniziali, i lavoratori attualmente in cassa integrazione fino al 14 novembre prossimo. E per altri nove, sottolinea l'azienda, impiegati nel cementificio di Samatzai (Cagliari) si è dovuto ricorrere agli stessi ammortizzatori sociali. Italcementi ricorda che il percorso che ha portato alla cigs era stato condiviso con le organizzazioni sindacali di categoria sin dall'agosto scorso e che l'azienda si era disponibile ad un incontro prima del termine della cassa integrazione.
"La situazione del mercato in Italia, la peggiore da molti anni a questa parte - rileva l'azienda in una nota - ha registrato una nuova forte diminuzione nelle vendite di cemento. Dopo una contrazione di circa un terzo dei volumi negli ultimi anni, infatti, si è verificata nel primo semestre 2012 una ulteriore caduta di oltre il 20% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente". "L'andamento del mercato dei materiali da costruzione - conclude Italcementi - rispecchia la fase molto critica che l'economia italiana sta attraversando, in particolare nel settore dell'edilizia. Quello delle costruzioni è uno dei comparti più duramente colpiti dalla crisi".
E stato portato giù dopo che ha avuto un malore uno dei due operai dell'Italcementi che manifestano sul Duomo di Sassari. Il lavoratore, di 49 anni, era sul tetto della chiesa quando si è sentito male e attraverso le strette scale del campanile è stato fatto scendere. Il manifestante è stato sostituito sul Duomo da un altro collega. La protesta degli operai Italcementi di Muros, che da ieri mattina hanno occupato il tetto del Duomo,mira a una ricollocazione in altre aziende del gruppo o imprese terze prima che scada loro la cassa integrazione prevista il prossimo 14 novembre.
Sassari, la Regione a fianco ai lavoratori "La Regione è a fianco dei lavoratori ed è impegnata insieme all'azienda a favorire la ricollocazione del personale". Lo ha detto questa mattina l'assessore regionale dell'Industria, Alessandra Zedda, che accogliendo l'appello delle maestranze della Italcementi, che ora occupano il tetto del Duomo di Sassari, ha convocato per martedì prossimo, 25 settembre, alle 10:30, un incontro nella sede di viale Trento a Cagliari per fare il punto della situazione sulla vertenza.
''Il 14 novembre - ha spiegato Simone Testoni rappresentante sindacale dell'Ugl - scade la cassa integrazione e ad oggi i lavoratori non hanno ancora ricevuto alcuna risposta sulla possibilita' di un loro effettivo ricollocamento. Il presidio dei lavoratori dell'azienda di Scala di Giocca, che i lavoratori hanno ribattezzato ''sit-in di preghiera'', dovrebbe concludersi alle 20 con la chiusura ai fedeli della cattedrale di San Nicola, ma potrebbe anche continuare fino a quando non si avranno certezze sul futuro dell'azienda.
''E' impensabile - ha aggiunto Testoni - che per i 19 lavoratori non ci possa esser futuro: chiediamo l'attuazione del protocollo siglato con la Regione Sardegna e l'azienda per il loro reimpiego in attivita' di riqualificazione dell'area utilizzata da Italcementi. L'azienda, che alle porte di Sassari produceva cemento di ottima qualita', da quasi due anni ha chiuso e ha messo i dipendenti in cassa integrazione. Nel settembre 2008 Italcementi aveva firmato un protocollo d'intesa con la Regione con il quale si impegnava ad investire 65 milioni di euro per potenziare le sue attivita' nell'isola con la prospettiva del ripristino dei siti compromessi ed il reimpiego dei lavoratori nel recupero ambientale o in altre societa' del gruppo. Ma poco piu' di un anno dopo, nel maggio 2010, lo stabilimento ha chiuso senza nessun concreto impegno lavorativo per gli operai che oggi guardano con preoccupazione al 14 novembre quando si troveranno in mobilita'.
L'aggravarsi della crisi del mercato dei materiali da costruzione non consente al momento di ricollocare i lavoratori in cigs in altre unità del gruppo o presso aziende terze, situate preferibilmente in Sardegna, fa sapere Italcementi. Sono 19, sui 31 iniziali, i lavoratori attualmente in cassa integrazione fino al 14 novembre prossimo. E per altri nove, sottolinea l'azienda, impiegati nel cementificio di Samatzai (Cagliari) si è dovuto ricorrere agli stessi ammortizzatori sociali. Italcementi ricorda che il percorso che ha portato alla cigs era stato condiviso con le organizzazioni sindacali di categoria sin dall'agosto scorso e che l'azienda si era disponibile ad un incontro prima del termine della cassa integrazione.
"La situazione del mercato in Italia, la peggiore da molti anni a questa parte - rileva l'azienda in una nota - ha registrato una nuova forte diminuzione nelle vendite di cemento. Dopo una contrazione di circa un terzo dei volumi negli ultimi anni, infatti, si è verificata nel primo semestre 2012 una ulteriore caduta di oltre il 20% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente". "L'andamento del mercato dei materiali da costruzione - conclude Italcementi - rispecchia la fase molto critica che l'economia italiana sta attraversando, in particolare nel settore dell'edilizia. Quello delle costruzioni è uno dei comparti più duramente colpiti dalla crisi".
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