lunedì 3 settembre 2012

Cancro al seno, lettera aperta al Ministro Balduzzi

Gentile Ministro Balduzzi,

Desidero esprimerle tutta la mia disapprovazione per le sue recenti dichiarazioni riguardanti la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani sulla legge che regola la procreazione assistita, meglio nota come legge 40. 
Come riportato dai maggiori quotidiani e agenzie di stampa, lei ha intenzione di proporre al Consiglio dei Ministri il ricorso contro la sentenza ai fini di un “chiarimento giurisprudenziale”.
Anche le donne di questo paese credo abbiano diritto a un chiarimento su una questione che, come la legge 40, riguarda la loro salute. Si tratta dell’epidemia di cancro al seno. Secondo i dati di uno studio effettuato per conto della Commissione Sanità del Senato e resi noti nel 2011, una donna ogni otto in Italia si ammala di cancro al seno e un terzo ha meno di 44 anni. 
Riporto testualmente:


“In Italia il tumore della mammella rappresenta la prima causa di morte nella fascia tra i 35 ed i 50 anni; i dati di prevalenza superano le 450.000 donne e ogni anno è diagnosticata a circa 40.000 donne. Mediamente una donna su otto sviluppa un carcinoma mammario nel corso della propria vita e nel 30,4 per cento trattasi di donne con età inferiore a 44 anni […] Il tema dell’incidenza del cancro della mammella nelle donne al di sotto dei 45 anni rappresenta una problematica di grande rilevanza socio-economico e una sfida sanitaria non più dilazionabile. Purtroppo sono sempre di più i dati che confermano una grave carenza nel ricorso alla diagnosi precoce da parte delle giovani pazienti che, rispetto alle donne più anziane, hanno maggiori rischi in termini di dimensione del tumore e di metastasi linfonodali. […]Non va dimenticato inoltre che le giovani donne hanno un’alta incidenza di neoplasie biologicamente più aggressive, un’alta incidenza di lesioni poco differenziate, ormono-negative, aneuploidi e con alta percentuale di cellule in fase-S. Si stima che la probabilità di morire per un carcinoma mammario in donne con meno di 40 anni sia di circa il 52 per cento maggiore rispetto alle donne con più di 40 anni; tutto ciò non solo a causa della mancanza di programmi di screening ma anche per la maggior incidenza di carcinomi basal-like ovverosia la forma di tumori più aggressivi secondo la nuova classificazione in base al profilo genico delle neoplasie mammarie”.

Immagino lei conosca questi dati, Ministro. D’altra parte sono disponibili a chiunque sulsito del Senato. 

Credo allora che prima di chiedere chiarimenti a Strasburgo sulla legge 40, lei debba dei chiarimenti a tutte le donne italiane. Cosa sta facendo per porre in essere le misure adeguate per mettere argine a quella che la Commisione Sanità del Senato della Repubblica definisce “una sfida sanitaria non dilazionabile”? Cosa intende fare perché anche l’Italia si adegui a quanto raccomandato dal Parlamento Europeo e cioè a considerare il cancro al seno una priorità della politica sanitaria degli Stati membri e a istituire entro il 2016 le cosiddette Breast Unit? Come pensa di poter conciliare detti interventi con la politica di tagli alla spesa pubblica, inclusa la spesa sanitaria, messa in atto dal governo di cui fa parte?

Vede, Ministro, non è il solo a chiedere chiarimenti. Vogliamo chiarimenti anche noi, sulla nostra salute. E mentre si sforza di darceli, lasci stare la legge 40. O se proprio vuole fare qualcosa, la abolisca.

Grazia De Michele

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