Un primo bilancio dopo l’iniziativa notturna di venerdì 31 agosto, la prima annunciata pubblicamente dopo quella del 21 luglio.
Una
passeggiata posta nel calendario della quattro giorni Valsusa università
delle lotte, con una buona partecipazione da parte degli studenti
venuti dalle università di tutta Italia e di molti no tav giunti dai
paesi della valle di Susa. Almeno trecento persone si sono mosse dopo il
tramonto da Giaglione e Chiomonte sfidando i blocchi.
Per la prima volta durante una iniziativa notturna i reparti delle
forze dell’ordine si sono schierati in diversi punti al di fuori delle
recinzioni. Numerosi blocchi sparsi sui vari sentieri di accesso alla
val Clarea o sulle vigne di via Avanà. Si è scelto quindi insieme di
muoversi su sentieri nuovi e più sicuri compattando poi i due spezzoni
partiti dalle due estremità del cantiere, Giaglione e Chiomonte. Iniseme
si è quindi deciso di cercare il lato debole dela militarizzazione. Un
cantiere enorme difeso ogni giorno a fatica da centinaia di uomini delle
fdo.
Raggiunta l’area alle spalle della ex zona archeologica della
Maddalena si è riusciti ad abbattere una consistente porzione di
barriere e cancelli. Immediata la risposta della polizia che ha
proceduto con un fitto lancio di lacrimogeni e idranti contro i no tav.
Impauriti e presi alla sprovvista dal repentino crollo delle difese le
fdo si sono adoperate per contenere e allontanare a fatica i
manifestanti. In tutta tranquillità si è poi imboccata la via del
ritorno verso Giaglione da dove si è fatto il punto della situazione con
i no tav accorsi in sostegno e con il campeggio di Chiomonte anch’esso
presidiato e bloccato per alcune ore dalla polizia.
Infine tutti sono rientrati verso le loro case, i propri paesi o al
campeggio di Chiomonte senza particolari difficoltà. E’ stata una
importante giornata all’interno di questi tre mesi (estate di lotta) di
mobilitazione che in questa fase vuol dire resistere, tenere il fiato
sul collo alla struttura e alle infrastrutture del cantiere e alla lobby
si tav. Una esperienza collettiva estenuante e faticosa che ha prodotto
un importante risultato: superare ogni possibile rassegnazione di
fronte alla devastazione della val Clarea e alle dichiarazioni dei
politicanti sullo stile “protestate pure ma il cantiere deve andare
avanti”. Questa illusione sta traballando, e per questo la strategia è
isolare, denigrare, criminalizzare il Movimento No Tav.
Si rassegnino: qui la gente della valle, che ha sfilato con noi
tenendosi per mano alle marce popolari, sostiene l’opposizione e la
resistenza al Tav, compresi gli assedi al cantiere; altro che le
favolette sui “black bloc” e gli “anarco-insurrezionalisti”… Si ricama
su fatti marginali successi a Torino o si spera, come avvoltoi, in gesti
individuali sulla testa di tutti, senza vedere l’evidenza di ciò che
ognuno può toccare con mano: si è già formata nella valle una
consapevolezza estesa riguardo alle necessità di questa fase della
resistenza, in cui anche il conflitto e la determinazione sono
necessari. Tale consapevolezza non riguarda “segmenti” o “ideologie”, ma
un fronte popolare e sociale che salda diverse generazioni, diverse
estrazioni politiche e territoriali.
Rassegnatevi, ancora una volta: da questo punto di vista una nuova
generazione di studenti, di giovani, di universitari sta crescendo nelle
scuole e nei quartieri di questo paese. Dalla Val Susa parte un invito a
un autunno di lotta. Tutto evolve nella direzione di una battaglia
aspra ma consapevole, difficile ma volenterosa, lunga ma infinitamente
più carica di futuro delle violenze e delle diffamazioni della
controparte. Se una cosa ha dimostrato quest’agosto di azioni,
passeggiate, contrasto alla militarizzazione e condivisione progettuale,
è ciò che gridiamo da anni, e cioè: a sarà dura… per loro!
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