domenica 2 dicembre 2018

Lo smog uccide più del tabacco

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A livello globale l’inquinamento atmosferico miete più vittime del tabacco. Lo dicono i dati resi noti dalla prima Conferenza globale sull’inquinamento atmosferico e la salute che, certificando il preoccupante primato, ha lasciato intendere che i danni ad esso correlati come ictus e malattie cardiache e respiratorie, asma compreso, siano solo la punta dell’iceberg.
Infatti, ogni mese che passa nuovi studi mostrano ulteriori danni provocati dalla tossicità dell’aria: dalla riduzione delle facoltà cognitive al diabete fino all’allarmante ritrovamento di particelle di inquinamento nella placenta delle madri.

Circa il 91% della popolazione mondiale vive in luoghi in cui i livelli di qualità dell’aria superano il livello di riferimento dell’OMS di 10μg / m3. Solo nel Nord Italia sono 3,7 milioni i cittadini chiamati a sopportare il frequente e contemporaneo sforamento degli standard emissivi per tre componenti principali dell’inquinamento atmosferico (ovvero PM10, NO2 e O3) che colpisce sia i paesi sviluppati sia quelli in via di sviluppo, anche se i paesi a basso e medio reddito ne risentono maggiormente, con picchi nelle regioni del sud-est asiatico.
I BAMBINI. Ogni giorno nel mondo circa il 93% dei bambini di età inferiore ai 15 anni (stiamo parlando di una popolazione che conta 1,8 miliardi di individui) respira un’aria tanto inquinata da mettere a repentaglio la loro salute. Nel 2016, in 600.000 sono morti per infezioni acute delle basse vie respiratorie causate dall’aria inquinata. Uno dei motivi per cui i bambini sono particolarmente vulnerabili agli effetti dell’inquinamento atmosferico è legato al fatto che respirano più rapidamente degli adulti e quindi assorbono più inquinanti oltre alla condizione di vivere, per ovvie ragioni di altezza, più vicino al terreno, dove alcuni inquinanti raggiungono concentrazioni di picco in un momento in cui i loro cervelli e i loro corpi sono ancora in via di sviluppo aumentanto il rischio di sviluppare malattie croniche più avanti nella vita oltre a favorire l’insorgere di asma e cancro infantile.
CHE FARE. L’obiettivo dichiarato dei paesi e degli esperti intervenuti a Ginevra alla Conferenza promossa dalla Organizzazione mondiale della sanità è quello di ridurre di due terzi il numero dei decessi entro il 2030 che significa passare dagli attuali 4,2 milioni di morti a molto meno della metà.
Le politiche e gli investimenti a sostegno di trasporti più ecologici, edifici efficienti dal punto di vista energetico, produzione di energia da fonti rinnovabili e una migliore gestione dei rifiuti urbani sono le mosse attraverso cui ridurre efficacemente le principali fonti di inquinamento atmosferico.
Dallo smog che incombe sulle città al fumo negli ambienti chiusi, l’inquinamento dell’aria rappresenta una grave minaccia per la salute e il clima – molti dei fattori che determinano l’inquinamento atmosferico (ad esempio la combustione di combustibili fossili) sono anche fonti di elevate emissioni di CO2. Per questo le politiche volte a ridurre l’inquinamento offrono una strategia “win-win” sia per il clima sia per la salute, riducendo il carico di malattie attribuibili all’inquinamento atmosferico e contribuendo a rallentare l’impatto dei cambiamenti climatici.

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