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Commesse
senza contratto, senza busta paga e finanche senza nome, "visto che il
datore di lavoro - che le paga in contanti - non lo conosce affatto".
"Il Ministro Di Maio dimostri davvero che ha a cuore la piaga del
lavoro nero – dichiara Francesco Iacovone, del Cobas nazionale – perché
non siamo alle Iene e non parlo del papà ormai più famoso d’Italia.
Siamo nel mondo del commercio dove centinaia di milioni di
cittadini/lavoratori subiscono soprusi di ogni genere".
"Dal lavoro in nero a quello “in grigio”, con contratti regolari a metà e il resto fuori busta – prosegue il rappresentante sindacale – che rappresentano un’enorme evasione contributiva e fiscale e un ingente danno per i conti dello Stato. Tutti fanno tutti finta di non vedere, ma in realtà questa degenerazione la conoscono tutti. E non finisce qui, perché al lavoro nero si abbinano il superamento delle soglie di precarietà contrattuale, le dimissioni in bianco, le discriminazioni di genere, i part time imposti, le condizioni di sicurezza inesistenti. Insomma, ci vuole davvero una task force di ispettori che faccia luce su uno dei settori produttivi più sfruttati", conclude Iacovone
"Dal lavoro in nero a quello “in grigio”, con contratti regolari a metà e il resto fuori busta – prosegue il rappresentante sindacale – che rappresentano un’enorme evasione contributiva e fiscale e un ingente danno per i conti dello Stato. Tutti fanno tutti finta di non vedere, ma in realtà questa degenerazione la conoscono tutti. E non finisce qui, perché al lavoro nero si abbinano il superamento delle soglie di precarietà contrattuale, le dimissioni in bianco, le discriminazioni di genere, i part time imposti, le condizioni di sicurezza inesistenti. Insomma, ci vuole davvero una task force di ispettori che faccia luce su uno dei settori produttivi più sfruttati", conclude Iacovone
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