lunedì 3 dicembre 2018

Lavoro & Sfruttamento. Commercio, paghe a tre euro e ventisei centesimi l'ora in pieno centro a Roma. La denuncia dei Cobas: "Soprusi di ogni genere. Serve una task force di ispettori".

 
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Commesse senza contratto, senza busta paga e finanche senza nome, "visto che il datore di lavoro - che le paga in contanti - non lo conosce affatto". "Il Ministro Di Maio dimostri davvero che ha a cuore la piaga del lavoro nero – dichiara Francesco Iacovone, del Cobas nazionale – perché non siamo alle Iene e non parlo del papà ormai più famoso d’Italia. Siamo nel mondo del commercio dove centinaia di milioni di cittadini/lavoratori subiscono soprusi di ogni genere".
"Dal lavoro in nero a quello “in grigio”, con contratti regolari a metà e il resto fuori busta – prosegue il rappresentante sindacale – che rappresentano un’enorme evasione contributiva e fiscale e un ingente danno per i conti dello Stato. Tutti fanno tutti finta di non vedere, ma in realtà questa degenerazione la conoscono tutti. E non finisce qui, perché al lavoro nero si abbinano il superamento delle soglie di precarietà contrattuale, le dimissioni in bianco, le discriminazioni di genere, i part time imposti, le condizioni di sicurezza inesistenti. Insomma, ci vuole davvero una task force di ispettori che faccia luce su uno dei settori produttivi più sfruttati", conclude Iacovone

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