Dopo aver fatto il giro del mondo, dalla
sede Unesco a Parigi a quella delle Nazioni Unite a New York, passando
per Madrid, Venezia e Milano, il grido d'aiuto per l'ambiente di Maria
Cristina Finucci, artista, architetto e designer, torna a Roma, dopo
esser già stato al Museo MaXXI nel 2013, ma in una location ancora più
esclusiva: il Parco Archeologico del Colosseo, nel quadriportico di
Santa Maria Antiqua, all'interno del Foro Romano. Da domani fino al 29
luglio prossimi, infatti, sui resti della Basilica Giulia, turisti e
cittadini troveranno "HELP the Ocean", un'installazione luminosa formata
da un insieme di gabbioni Maccaferri in rete metallica, rivestiti da un
ricamo di sei milioni di tappi di plastica colorati che – come ci
spiega l'artista – "vuole simulare un ritrovamento archeologico che
potrebbe essere un giorno emblematico della nostra era, ribattezzata
pertanto l'età della plastica". L'installazione richiama l'architettura
antica romana, ma la particolarità sta proprio nel materiale utilizzato
che non è la pietra, ma la plastica, che di notte sarà illuminata
formando dall'alto le quattro lettere della parola "Help", "una maniera
per evidenziare ancora di più" – continua la Finucci – "la richiesta di
aiuto di un'intera opera storica, la nostra, conscia finalmente del
proprio avviato processo di autodistruzione".
"Negli ultimi sessant'anni – precisa - in ogni angolo, spiaggia,
sentiero, strada o fiume, l'uomo ha abbandonato bottiglie, bicchieri e
qualsiasi altro oggetto di plastica perché considerato non importante ed
è bastato davvero poco perché questa sua incuria facesse nascere un
vero e proprio Stato costituito da cinque isole di plastica galleggianti
negli oceani Pacifico, Atlantico e Indiano che si estende per sedici
milioni di chilometri quadrati". Si tratta del The Garbage Patch State,
"un vero è proprio Stato di plastica riconosciuto simbolicamente come
tale solo cinque anni fa, composto da pezzi appartenuti ad ognuno di noi
e che affonda fino a trenta metri sotto il livello del mare". "Grazie
all'importante progetto, sostenuto dalla Fondazione Bracco, "abbiamo
realizzato installazioni in giro per il mondo, volute proprio per dare
un'immagine a un fenomeno sfuggente e per sensibilizzare quanto più
possibile l'opinione pubblica su un problema che riguarda tutti".
"L'inquinamento dei mari e degli oceani del nostro Pianeta è un
problema gravissimo – ha dichiarato la sindaca Virginia Raggi nel
comunicato ufficiale – non possiamo girare lo sguardo davanti a questo
spaventoso disastro ambientale. L'acqua è la più preziosa delle nostre
risorse naturali e dobbiamo difenderla e preservarla; Roma, la Città
Eterna, ospita nel suo cuore archeologico quest'opera che vuole
sensibilizzare tutti", ha aggiunto. Il problema però sta tutto in quello
che succede al di fuori di quello "Stato ideale" (ed idilliaco), tra
buche e tanti altri problemi quotidiani che in quella città non sono
stati mai risolti. Questo lo aggiungiamo noi.
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