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venerdì 22 giugno 2018
Mentre Salvini distrae con la sua barbarie, il governo diventa un Monti-bis
La relazione in parlamento del ministro dell’economia Tria potrebbero averla scritta Monti o Padoan. Il rigore di bilancio, cioè il catastrofico pareggio imposto dal fiscal compact, la riduzione del debito, l’austerità insomma, sono la premessa della politica economica.
Tutte le compatibilità della UE sono accettate senza contestazioni, alla faccia dei roboanti euroscettici gialloverdi improvvisamnte diventati blustellati. La sola cosa che ha chiesto Tria alla UE è di poter realizzare il pareggio di bilancio nel 2021 invece che nel 2020 previsto dai governi precedenti.
Nel frattempo ha assunto sì l’impegno a non far aumentare l’IVA, ma assumendo il costo dell’operazione con 12 miliardi di tagli aggiuntivi alla spesa pubblica. Considerato che lo stesso ministro Tria ha dichiarato che la ripresa sarà inferiore al previsto, c’è proprio da vedere come sarà fatta la prossima finanziaria, dove si vogliono ridurre la tasse ai ricchi e mantenere pareggio di bilancio; mentre si dovrebbe abolire, ma già si dice solo correggere, la Legge Fornero e iniziare, forse, il reddito di cittadinanza.
La realtà è che la politica economica del governo è in perfetta continuità con quella di chi l’ha preceduto. Anche la proposta di Tria di scorporare gli investimenti pubblici – quali?- dal pareggio di bilancio non è nuovissima, tutti i passati governi l’hanno rivendicata.
Quanto poi alla richiesta di rivedere i trattati, naturalmente nel lungo periodo, beh meriterebbe le risate con cui nel passato i NoEuro gialloverdi, ora tacitati, l’accoglievano.
La finanziaria del nuovo governo sarà dunque in assoluta continuità con l’austerità delle precedenti, comprese le mance per fare finta di mantenere le promesse elettorali, che pagheremo con tagli e riduzioni ulteriori dei servizi.
Sul piano economico il programma del governo gialloverde è a cambiamento zero su zero. Anche per questo Salvini imperversa. Egli vuole che l’opinione pubblica lo segua sulle sue orme fasciste, mentre il governo si montizza.
Ma per quanto sia barbaro, il depistaggio di Salvini non può durare all’infinito. I conti prima o poi tornano sempre e quelli annunciati da Tria sono gli stessi che ci hanno portato alla diseguaglianza dilagante attuale.
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